L’MVP 2015 contro il 4 volte MVP.

Il “figlio di Dell”, troppo piccolo per entrare nei radar dei grandi college, contro il “Chosen One”.

La squadra di versatili per eccellenza contro Lebron ed il suo esercito di specialisti.

Questo, e molto altro ancora sono le NBA Finals 2015.

Ecco, ruolo per ruolo, cosa possiamo aspettarci da queste finali.

Stephen Curry contro Kyrie Irving

Sono 2 dei primi 5 playmaker della Lega, probabilmente i primi 2 per attacco e ball-handling: nessuno nella NBA dà del tu alla palla come questa coppia di fenomeni, sia quando si tratta di scartare gli avversari, sia quando si tratta di buttarla nel canestro.

Il primo è nella classica annata di grazia, gli entra praticamente tutto, anche i tiri da metà campo; il secondo, e qui c’è la magagna, è mezzo rotto per colpa di una tendinite al ginocchio che non passa in una settimana, tanto che i Cavs lo stanno risparmiando anche in questi giorni di riposo e allenamenti blandi.

In difesa da quest’anno Curry è meglio di Irving, che non è ancora riuscito a fare questo step nel suo gioco; un Irving a mezzo servizio si troverà a mal partito contro l’MVP. Blatt dovrà escogitare qualcosa, ma contro i Warriors nessuno può sperare di nascondersi in difesa.

Klay Thompson contro Iman Shumpert

Sono 2 dei migliori difensori nel ruolo nella NBA: il figlio di Mychael negli anni ha aggiunto anche la dimensione offensiva al suo gioco, diventando la miglior guardia pura della Lega.

L’ex neworchese avrà le mani piene per cercare di contrastarlo, anche in considerazione del vantaggio di centimetri che lo Splash Bro usa regolarmente contro tutti, col risultato di apparire sostanzialmente onnipotente nelle giornate in cui il tiro c’è: se sbaglia, sbaglia da solo.

Oltre al compito difensivo, Shumpert dovrà cercare di rimanere abbastanza lucido per colpire sugli scarichi di Lebron: se i piccoli dei Cavs spadellano da fuori, la serie non comincia neanche.

Harrison Barnes contro Lebron James

Il Falcone Nero, che sembra sempre volare in cerchio svogliato ma che quando serve è capace di mostrare lampi di talento accecanti, sarà con ogni probabilità l’uomo designato ad iniziare la partita in marcatura su LBJ.

Non dovrà fare tutto da solo, perchè la staffetta comprenderà sicuramente Iguodala e anche minuti per Green e magari lo stesso Thompson.

James si troverà davanti un difensore educato e un atleta eccellente, ma soprattutto un attaccante sottovalutato, capace di tirare da 3 come di colpire in penetrazione: se vorrà prendersi qualche giro di riposo dovrà farlo contro Iguodala, non contro il Black Falcon.

Dreymond Green contro Tristan Thompson

Sfida inedita fra 2 dei migliori energy-man della Lega: il primo è un 3-4 che occasionalmente gioca anche 5 nei quintetti piccolissimi che spaccano le partite di Steve Kerr; il secondo un 4-5 con la mano quadra ma braccia lunghissime e un’energia Rodmaniana nel buttarsi a rimbalzo. Si prevedono scintille sotto canestro.

Andrew Bogut contro Timofey Mozgov

Australia contro Russia per questa sfida sotto canestro fra 2 specialisti difensivi: il primo è solo di 2 anni più vecchio del secondo ma molto più logoro fisicamente e meno mobile, in difesa però vicino al ferro nessuno aiuta come lui, e Lebron è attirato dal ferro come una farfalla dalla luce.

La specialità del russo però è allargarsi sui pick & roll per schiacciare al volo i lob dei compagni, per cui Bogut non potrà dimenticarsene completamente per andare ad aiutare…

Panchine

Barbosa-Livingston-Iguodala-Lee-Ezeli contro Dellavedova-JRSmith-Jones-Marion-Perkins

Il confronto non inizia neanche: la più profonda rotazione della NBA contro un australiano undrafted, un gangster tiratore folle e 3 specialisti che più specialisti non si può.

Senza Love e Varejao, i Cavs giocano sostanzialmente in 7, coi 2 piccoli che entrano facendo scalare Lebron da 4 per consentire ai lunghi di rifiatare. Tuttavia la strana coppia Dellavedova-Smith può avere un impatto così immediato e dirompente che perfino la talentuosa second unit giallo-blu può faticare a contrastare.

Da tenere d’occhio: i minuti di Ezeli a presidiare l’area contro le zingarate di Lebron e i minuti di Dellavedova a mordere le caviglie di Steph Curry…

Allenatori

Steve Kerr e David Blatt sono inesplorati come allenatori a livello di Finals NBA, ma ampiamente testati in questo contesto chi come giocatore, chi come coach di Eurolega: sanno gestire la pressione, sanno studiare aggiustamenti, sanno osare.

Conclusioni

Sulla carta, rileggendo i roster e i bollettini medici, sembrano esserci poche chanche per i Cavs: ma da quanto visto finora in campo in questi playoffs, i Cavaliers non partono battuti contro nessuno. Sono in grado di produrre un gioco magari meno vario, sicuramente meno piacevole, ma di rara efficacia e di sicura tenacia ed aggressività.

Come dice, con un tantino di falsa modestia, Michael Jordan in un famoso spot, bisogna fallire tante volte per imparare a vincere: Lebron, da questo punto di vista, ha già imparato tanto, e l’esperienza in finale conta.

 

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.