I Clippers arrivavano al Toyota Center dopo una lunga, ma altrettanto meravigliosa, serie contro i campioni in carica; e devono fare i conti con la stanchezza e soprattutto con l’assenza di Paul, fermato dall’infortunio in gara 7. Per Harden e compagni potrebbe sembrare meno complicato del previsto ma arriverà una dura lezione.
L’inizio di gara è la perfetta sintesi della partita, una Houston disattenta perde nove palloni, gioca con poca intensità e difende a sprazzi.
Dall’altra parte dei Clippers in difficoltà in fase di impostazione ma abili nel rimanere sempre in partita e nel colpire quando si presenta l’occasione. Dalle 24 palle perse avversarie LA produrrà infatti 34 punti.
Il primo vero allungo della partita è però della squadra padrone di casa che all’inizio della seconda frazione con un parziale di 1-9 sigla il massimo vantaggio dell’intera partita sul 21-34.
Margine prontamente ricucito dall’asse Jordan-Griffin; quest’ultimo chiuderà con la terza tripla doppia della postseason (26-14-13), seconda consecutiva.
Al rientro dagli spogliatoi l’intensità di DeAndre (4 stoppate per lui) e compagni cambia faccia alla partita fino al canestro del 66-65 infilato da JJ. Primo vantaggio di LA, che dal quel momento in poi non si volterà più in dietro.
Howard prova a rispondere (22pt 10rb e 5st per lui) ma i problemi dei Rockets sono nella metà campo difensiva dove concedono 37 punti nel solo terzo quarto e 117 a fine partita, un po’ troppi a una squadra che ha schierata Austin Rivers come point-guard titolare.
Con i Clippers saldamente al comando, i padroni di casa continuano a perdere palloni e ha mantenere un ritmo di gioco troppo basso per una partita di PlayOff; ma se nella prima parte di gara nei momenti critici si è salvata dall’arco (5/8) nel finale manca troppo spesso il bersaglio andando a chiudere col 33% dalla distanza.
Il vantaggio dei Clippers non è però costruito solo da demeriti di Houston; anzi, JJ Redick oltre ad annullare Harden nei momenti decisivi, fa registrare 10 punti nel solo terzo quarto, e Barnes (20pt) e Crawford (21pt) chiudono i conti nel quarto quarto quarto quando con due triple in transizione firmano il +11 (99-88) a 4 minuti dalla fine.
Harden prova a squotere i suoi con 5 punti in fila ma I Rockets hanno già gettato la spugna. Per la barba una partita a sprazzi, capace di aprire e chiudere mini-parziali da solo o di mandare in tilt la difesa con ottimi scarichi e letture, ma anche di nascondersi nei momenti in cui la sua squadra ha più bisogno di lui, chiuderà con 20pt, 11as e 9 palle perse in 37 minuti.
Doc Rivers ricorre di nuovo all’Hack per chiudere la partita, e ripagata dagli errori di “Clutch city”, 54% dalla lunetta alla sirena, la sua squadra allunga fino al +16 per il definitivo 117-101.
La poca intensità da parte dei Rockets, le troppe palle perse, la difesa e la giornata storta della panchina: Brewer (3/12), Smith (3/12) e Jones (4pt e solo 16 min giocati); hanno fatto i conti con Blake Griffin.
Adesso Houston deve rincorrere, i Clippers riabbracciano Paul e annullano il fattore campo.