Il secondo turno dei play-off NBA è stato ufficialmente aperto dai Washington Wizards e dagli Atlanta Hawks, in quella che si prospetta essere una delle serie più equilibrate, intense, elettrizzanti ed appassionanti di questa post-season.
Primo episodio giocato ovviamente in Georgia, ha visto i padroni di casa cadere con il secondo miglior record casalingo della NBA (solo i Golden State Warriors hanno fatto meglio) fermo a quota 35-6 per mano di una formazione capitolina che lontano dalle proprie mura non ha fatto benissimo: 17-24.
Dire che i play-off NBA sono ben altra cosa rispetto alla regular season è sia scontato quanto importante, ma sottostimare quanto dimostrato proprio dalla e nella stagione regolare spesso e volentieri può essere sintomo o di eccessiva sicurezza oppure di pochezza. A mettere pienamente in mostra questo aspetto è il primo quarto.
A dimostrare questa tesi ci pensano proprio gli Atlanta Hawks con un primo periodo proprio da Atlanta Hawks. Dopo una serie contro i Brooklyn Nets da quasi 16 punti di media e il 40% abbondante dall’arco dei tre punti DeMarre Carroll continua a dare piena dimostrazione di essere una più che solida pedina per la formazione casalinga.
Atlanta mette in mostra il solito nonché solido comparto offensivo di scuola texana a tinte nero-argento, cui fedelmente appartiene il fresco vincitore del titolo di “Coach of the Year” Mike Budenholzer.
Un paio di triple, una quasi dalla punta e la seconda dall’angolo, e un ottimo “and-one” su un passaggio in transizione fantastico di Jeff Teague portano proprio il numero 5 ad un altro importantissimo avvio che consente agli Hawks di prendere un leggero quanto importante margine. Carroll chiuderà con 24 punti e 8/13 dal campo (5/9 da tre), 21 dei quali nel solo primo tempo con 5/7 dall’arco.
Tuttavia con l’andare avanti del match una temibile quanto fastidiosa ombra inizia ad aleggiare sulla partita. Jeff Teague si gira la caviglia nel corso di una penetrazione, John Wall nel corso di un attacco al ferro si fa male al polso, ma tutto ciò non basta a fermare questi due straordinari giocatori.
Nel secondo tempo la medaglia cambia faccia e conseguentemente ad essa la partita. Il principale protagonista della rimonta, partita dal -12 a sfavore della formazione capitolina, è stato Bradley Beal.
Anche la guardia di Randy Wittman ha seriamente rischiato di non poter giocare a causa di un’altra caviglia appoggiata male (anche se nel quarto periodo, ben più tardi quindi degli altri due di cui poco sopra), ma la sua grinta gli ha concesso di collezionare 28 punti su una prestazione al tiro comunque non delle migliori: 9/22 dal campo con 2/5 dall’arco dei tre punti.
Un’importante tripla dalla punta di Drew Gooden è stata molto importante nel dare la spinta alla propria squadra che nel corso del secondo tempo ha creato un parziale di 51-35, fermando così una formazione dalla perentoria indole offensiva alla peggior metà partita della propria stagione dal punto di vista prettamente realizzativo.
Il classico e distintivo jumper del centro polacco Marcin Gortat in avvio di quarta frazione di gioco pareggia i conti a quota 83 prima dell’infortunio di Beal di cui sopra. La sua reazione è molto chiara, quasi disperata per il molto dolore provato alla caviglia destra finita sul piede di Al Horford.
Ma nel momento di maggior bisogno è il leader della squadra e dello spogliatoio a fare lo step up decisivo: John Wall. Jumper prima, perentoria stoppata su Paul Millsap poi e assist per il facilissimo lay-up di Otto Porter a seguire. Un altro lob a favore di Gortat a soli 15 secondi dalla fine serve a sigillare definitivamente i conti e consegnare gara 1 alla propria squadra: punteggio finale di 104-98.
A fronte di una partita del numero 2 ospite da 18 punti (8/19 dal campo con 2 soli liberi a referto), 13 assist, 7 rimbalzi (4 dei quali offensivi) e 3 stoppate, ciò che sembra essere la degna rappresentazione del secondo tempo di Atlanta è il possesso del possibile e decisivo riavvicinamento sul 98-94 a favore di Washington: un unico possesso in cui arrivano una serie incredibile di tiri mancati, alcuni dei quali lay-up abbastanza semplici, in cui altrettanti rimbalzi offensivi non sono stati abbastanza per garantire alla squadra guidata da Budenholzer di ravvivare il proprio incredibile potenziale di fuoco.
A voler guardare i numeri, Carroll a parte, tutti i componenti del quintetto hanno commesso più di 10 errori al tiro a fronte di un numero ben più basso di realizzazioni. Un complessivo di 22/65 che sta dimostrando che la potenza offensiva di Atlanta è la sua delizia e la sua croce, un’arma a doppio taglio.
Si, perché quando la formazione che ha chiuso la regular season con il miglior record nella Conference blu dimostra di non riuscire a convertire tutte quelle buone occasioni che crea per mano del perfettamente oleato sistema offensivo disegnato da Budenholzer le cose iniziano a girare male, e seriamente.
Atlanta è “riuscita” a tirare con il solo 25% dal campo nel secondo tempo (13/52), e anche in queste due statistiche gli Hawks hanno tirato fuori il season worst. Ancora peggio è accaduto nel quarto periodo: 17.9% con un più che misero 8/26.
Washington è riuscita a fermare l’attacco di Atlanta per mano della mancata concessione del classico e consono movimento del pallone avversario: nel primo tempo Atlanta ha creato possessi con non più di 2 passaggi il 60% delle volte, nella seconda metà di gioco la percentuale è salita a quota 80%.
A risentire maggiormente di questo grave incremento di percentuale è stata quella all’interno del pitturato, vero fattore chiave per aprire alle triple di Kyle Korver: dal 72.2% si è passati al 40%.
Una serie di numeri e di percentuali che ben attestano cosa ha voluto fare Wittman nel tentativo di arginare uno degli attacchi meglio congeniati all’interno dell’intera National Basketball Association.
Anche un pizzico di fortuna ha aiutato la formazione capitolina, e sto parlando sostanzialmente dei potenziali infortuni di John Wall e Bradley Beal. Il secondo ha parlato della storta alla caviglia peggiore che abbia mai provato, eppure è stato in grado di rientrare e aiutare la propria squadra a portare a casa il primo episodio della serie.
In riferimento anche alla stagione passata, Washington si dimostra l’unica franchigia all’interno della storia della NBA a vincere quattro gare 1 consecutive in trasferta. Davvero niente male per una formazione che vede tra i propri leader un paio di “ragazzini”, per così dire, che all’anagrafe portano meno di 25 anni.
Un gran bel passo in avanti per una squadra che ha deciso di puntare su di loro e che anche grazie a veterani quali i componenti del front court sta pagando enormi dividendi.
Dopo una serie davvero di un certo impatto contro i Toronto Raptors, i Wizards stanno ancora una volta dimostrando di essere decisamente un cattivo cliente da tenere a bada e con cui dover fare i conti. Se questo è solo il primo episodio, figuriamoci il resto della serie.
Studente di giurisprudenza. Appassionato delle Big Four, NFL in particolare. Tifoso sfegatato Green & Gold!