Il sole è da poco tramontato sull’Alamo, e lo spettacolo sta per cominciare: San Antonio Spurs e Los Angeles Clippers scendono in campo sul parquet dell’AT&T Center, pronti a dare vita al terzo capitolo di una serie che promette di essere lunga e spettacolare. Dopo i primi due capitoli nella Città degli Angeli il punteggio è di parità: un 1-1 che sorride agli intramontabili Spurs, capaci di violare lo Staples Center nel secondo atto del confronto sulle ali di un Tim Duncan meravigliosamente decisivo nonostante i 39 anni di età festeggiati proprio oggi. Gara 3 promette di essere un altro spartiacque importante per l’equilibrio di quella che fino ad ora è senza ombra di dubbio la serie più vibrante del primo turno di questi playoff. Parker ha superato il fastidio al tendine d’Achille destro che lo ha messo k.o. mercoledì notte e sarà della partita, Griffin ha una voglia matta di riscatto dopo le sanguinose palle perse nel finale che hanno sporcato una prestazione da campione e vanificato la rimonta dei Clippers. Riusciranno i texani a proteggere il fattore campo appena conquistato? O saranno gli uomini di Doc Rivers a dettare legge, riportando dalla loro l’inerzia della serie? Duncan controllo la palla a due, e il terzo atto della serie può avere inizio.
Parker prova a iniziare con le marce alte, prima col jumper e poi con l’incursione in vernice che viene fermata dalla veloce di Jordan; Splitter raccoglie il pallone vagante e innesca Green, che dall’angolo mette a segno i primi tre punti della serata. Parker ci tiene a dare segni di vitalità in questo avvio, e va finalmente a segno battendo Jordan nel pitturato: per il franco-belga si tratta del primo canestro dal campo nelle ultime due gare, un segnale di importanza capitali per le ambizioni degli Spurs. I Clippers muovono il punteggio con due liberi di Redick, ma Leonard sale in cattedra con due canestri in fila che lanciano la prima mini-fuga degli Spurs che si portano rapidamente sull’11-2. Gli ospiti vanno a segno dal campo con l’alley-oop da Griffin a Jordan, ma gli Spurs giocano con un intensità e un’efficacienza sui 28 metri che sta mettendo in grave imbarazzo gli ospiti. Duncan segna il suo primo canestro in allontanamento sulla marcatura di Jordan, Barnes risponde col canestro in entrata che non piace a Popovich e spinge il coach di casa a chiamare il timeout a metà del primo quarto, coi suoi avanti 13-8. La difesa ospite prova a ruotare, accettando i cambi ma venendo punita dal rimbalzo solitario di Diaw (sul quale era finito Paul). Redick prova a accendersi dall’arco, ma Leonard risponde immediatamente dalla punta innescato ancora da un ottimo Diaw che poco dopo va a segno dal palleggio. San Antonio attacca divinamente, Parker torna a segnare col floater che è ormai un marchio di fabbrica e Leonard punisce ancora una volta gli switch poco convinti dei Clippers con la tripla che vale il +12 per i texani. Rivers corra ai ripari andando piccolo dopo il timeout, con Turkoglu schierato nel ruolo di ala forte. Diaw stoppa Crawford in entrata, ma il quarto si chiude col tap-in di Jordan che riporta i suoi sotto la doppia cifra di svantaggio. Spurs avanti 25-16 dopo i primi dodici minuti, sulle ali dei 10 punti messi a segno da Leonard e dell’energia di una difesa soffocante che ha messo la museruola all’attacco ospite.
Los Angeles inizia il secondo quarto nel migliore dei modi, con la tripla presa con fiducia e realizzata da Rivers jr., ma gli Spurs puniscono subito il fuoco di paglia ospite con le triple di Bonner e Mills che danno il nuovo +12 ai padroni di casa. Doc è costretto al nuovo timeout, dal quale i Clippers escono col canestro di Griffin ma la superiorità di gioco dei texani continua a essere schiacciande malgrado non venga legittimata dalle tante conclusioni aperte ben costruite ma fallite dai padroni di casa. Crawford sblocca l’impasse lucrando tre liberi di pura esperienza, ma gli Spurs impiegano ben poco a tornare in doppia cifra di vantaggio: Diaw serve Belinelli sul taglio per i primi due punti del nostro, prima di mettersi in proprio mangiandosi Jordan con un ball-handling da playmaker guadagnando i due liberi del +11. I Clippers provano a scuotersi sull’impulso della premiata ditta Paul-Griffin: CP3 imbuca una tripla vitale dal palleggio, Blake prima pesca Jordan col quarto assist e poi si mette in proprio con il canestro che vale il -4 dei Clippers, che sfruttano un passaggio a vuoto dell’attacco di casa, incapace di convertire la mole di ottimi tiri costruiti. Gli ospiti fiutano l’aggancio, ma San Antonio per tutta risposta esplode con un break travolgente che spacca di nuovo la partita: Diaw va dentro al vetro imbeccato da Parker, Duncan stoppa Barnes e sul capovolgimento di fronte Green manda per aria un pallone apparentemente irraggiungibile ma che viene agganciato dal badile destro di Leonard che vola in assenza di gravità a schiacciare l’alley-oop del +8. La marea nero argento colpisce ancora, con Green che martella la retina dall’angolo e Leonard che vola in contropiede innescato da Parker siglando il +13 che vale il massimo vantaggio texano del primo tempo. Gli ospiti riescono a limitare i danni nel finale, grazie a una gran giocata di Paul che contro-ruba il pallone a Leonard lanciando Griffin, che nell’ultimo possesso imbuca il long-two che manda un segnale di vita dal pianeta Clippers. 46-38 Spurs all’intervallo: difesa d’élite, Leonard principesco (16 punti per Kahwi) e un Diaw ispiratissimo dalla panchina lanciano San Antonio al comando dopo un primo tempo sostanzialmente dominato dai padroni di casa e al termine del quale i Clippers possono ritenersi comunque soddisfatti di essere sotto soltanto di otto lunghezze. Gli ospiti sono chiamati a una reazione nella ripresa, con Griffin e soprattutto Paul che dovranno dare un’impronta importante se i californiani vogliono avere qualche chance di riaprire il match.
L’avvio di ripresa ha un solo padrone, che necessita una parafrasi della leggendaria citazione di Mario Ferretti: un uomo solo al comando, la sua maglia è nero-argento e il suo nome è Kahwi Leonard. La Piovra, appena premiato col titolo di difensore dell’anno, ci tiene a festeggiare nel migliore dei modi il prestigioso riconoscimenti: Kahwi segna in contropiede, si ripete col jumper dalla lunetta che rappresenta il ventesimo punto della sua serata, per poi inventarsi una combinazione crossover+finta che manda al bar tutta la difesa ospite e chiudere lo show personale (sempre accompagnato dal consueto atteggiamento da rettile, avulso da qualunque tipo di emozione) col turnaround col quale allunga le sua chilometriche mani sulla partita- 56-40 Spurs, Barnes salva capra e cavoli con la tripla allo scadere in uscita dal timeout ma è ancora Leonard a mortificare gli ospiti rispondendo con la stessa moneta. L’altra faccia della partita vede nel frattempo un Paul in crisi d’identità, al quinto pallone perso della serata; Griffin ci prova ma senza quell’aura che lo aveva accompagnato nei primi due capitoli della serie, San Antonio fa prove tecniche di straripamento e col solito Leonard, una doppia stoppata di Duncan e Ginobili e il canestro in corsa di Diaw vola sul +21. 70-49 Spurs con soli dodici minuti da giocare: San Antonio è meravigliosamente letale, con un Leonard stellare da 13 punti nel terzo quarto e una difesa incredibile che tiene i Clippers al minimo stagionale di punti segnati in un quarto (appena 11). Gli Spurs hanno Gara 3 in mano, e l’impressione è che basterà stringere appena il morso per andare definitivamente alla giugulare dei Clipeprs.
Un suono di campane accompagna il primo canestro dal campo di un Crawford incolore come la totalità di tutti i suoi compagni; un guizzo prima del buio totale, nel quale i californiani piombano in fretta grazie al dai e vai tra Diaw e Manu e alle triple mortifere di Mills e Green. San Antonio si porta sul +27, i Clippers tirano con meno del 30% dal campo e Doc Rivers alza bandiera bianca con poco meno di 8 minuti da giocare. C’è tempo per vedere Leonard scrivere il suo nuovo massimo in carriera nei playoff, prima di un corposo garbage time che rende l’idea delle proporzioni del successo dei padroni di casa. San Antonio si prende di forza il terzo capitolo della serie, annichilendo i Clippers col risultato finale di 100-73: la magia texana pare davvero senza fine, con l’ennesima serata di gala che mette gli Spurs in controllo in questo attesissimo primo turno dei playoff 2015. Trascinati da un fantascientifico Leonard, autore di 32 punti (13/18 dal campo) in soli 29 minuti giocati, gli Spurs travolgono i Clippers lanciando un messaggio forte e chiaro alla concorrenza. Una difesa enciclopedica, che tiene gli ospiti al minimo stagionale di punti segnati, e la solita panchina guidata stavolta da un Diaw principesco completano l’opera nella grande serata dei padroni di casa, che chiudono col 53% dal campo e col 42% dall’arco. Sulla sponda Clippers è invece disastro su tutta la linea, in una notte da dimenticare in fretta: 6/15 dal campo per Griffin, 7 punti (3/11 al tiro) e 6 palle perse per Paul sono la fotografia della partita degli angeleni, che dovranno archiviare in fretta il duro k.o. per provare a ristabilire la parità nel quarto atto della serie. Gli Spurs adesso giocano come piace a loro, con le redini del confronto in mano e la possibilità di assestare il colpo del potenziale k.o. in Gara 4 di fronte al proprio pubblico. I Clippers hanno giocato il jolly a loro disposizione, e malgrado la scoppola subita hanno la chance di riportarsi in parità (e di riprendersi il fattore campo) nella gara di domenica sera. Era la serie più attesa, e non siamo rimasti delusi: poco meno di un giorno di attesa, prima che Spurs e Clippers tornino a regalare spettacolo.
Studente in giurisprudenza, amo ogni genere di sport e il suo lato più romantico. Seguace di Federico Buffa, l’Avvocato per eccellenza, perché se non vi piacciono le finali NBA non voglio nemmeno conoscervi.
“Ricordati di osare sempre”.