La March Madness è ogni anno fonte inesauribile di storie epiche, imprese eroiche e piccoli-grandi drammi cestistici.
E’ il momento in cui anche il tifoso NBA più distratto tralascia per un weekend il finale di stagione della lega professionistica per documentarsi sulla annata collegiale, per imparare a conoscere i talenti di domani, per fare il tifo per la Cinderella di turno.
Approfittiamone dunque per dare un volto, e molto di più, ai protagonisti delle ennesime Final Four da ricordare, quelle di questo 2015!
Jahlil Okafor: il nuovo Duncan
Da settimane ormai di parla di lui come della probabile prima scelta assoluta del prossimo, ricco draft NBA, anche se in realtà non è una prima scelta così “chiusa” come si potrebbe pensare.
Okafor è, a soli 19 anni, la cosa più vicina a Tim Duncan che sia mai uscita dal college: stesso fisico (6’11” per 122 kg – anche se alla sua età il Caraibico era più leggero di così) e qualità tecniche molto simili.
I punti di forza del talento dei Blue Devils sono i movimenti spalle a canestro, sorprendentemente fluidi e rapidi per un giocatore di quelle dimensioni, e il piazzato al tabellone fronte a canestro. D’altra parte il giocatore ha dichiarato più volte di ispirarsi alla superstar degli Spurs, nel caso qualcuno avesse ancora qualche dubbio in proposito dopo averlo visto giocare.
Non è tuttavia un giocatore né fatto e finito (a quell’età sarebbe impossibile) né esente da pecche: l’atletismo e la mobilità difensiva non sono simili a quelle del giovane Tim, e in generale in attacco se non riesce a liberarsi con i suoi movimenti di tecnica pura fa a tratti fatica con le giocate di puro atletismo. Traslato nella NBA: rischia di essere preso a sportellate dai vari De Andre Jordan e DeMarcus Cousins fra i professionisti.
Karl-Anthony Towns: il nuovo Rasheed?
C’è solo un uomo che può insidiare la pick n.1 del prossimo draft all’ottimo Okafor – e per alcuni il sorpasso è già avvenuto: parliamo ovviamente di Karl-Anthony Towns, uno dei principali artefici della stagione da record di Kentucky.
KAT ha uno specimen fisico-atletico più classico e riconoscibile nella NBA: è il classico 7 piedi atletico che gioca sopra il ferro, ma con in più i movimenti spalle a canestro del primo Rasheed.
Towns sostanzialmente non ha punti deboli: veloce ed aggressivo in attacco, capace di giocate di tecnica come di schiacciate nel traffico del pitturato, notevole intimidatore difensivo.
Magari non diventerà Duncan, ma molto difficilmente sarà un bust: se viene paragonato ad un giocatore del passato, e non del presente, è perchè oggi come oggi un atleta come lui in NBA non c’è, forse Aldridge che però in attacco è più perimetrale e in difesa è meno efficace…
Willie Cauley-Stein: lo specialista difensivo
Rimaniamo in casa Kentucky per parlare dell’altra torre gemella: Willie Cauley-Stein pare praticamente fatto dal sarto per entrare in NBA e provare a dominarla nel ruolo di centro difensivo.
Il fisico, le attitudini tecniche e anche la personalità portano tutte in quella direzione: un 7 piedi atletico con braccia lunghissime, mentalità difensiva e piedi veloci per stare con gli esterni gli permetteranno, nella migliore delle ipotesi, di diventare il nuovo Tyson Chandler, o comunque quel 5 difensivo che mezza NBA sta cercando da affiancare allo stretch-4, capace non solo di portare intimidazione e rimbalzi ma al tempo stesso in grado di non farsi prendere d’infilata dai pick and roll avversari.
Certo, in attacco siamo ancora alle aste… ma crederete mica che Rudy Gobert sia Kareem Abdul Jabbar, vero? Nell’era delle statistiche avanzate, della rim protecion e delle percentuali concesse al ferro con o senza di te, questo giocatore vale tanto ora quanto pesa.
Frank Kaminsky: la grande speranza bianca
Frank “The Tank” a livello di college ha rappresentato perfettamente, nei suoi 4 anni a Wisconsin, il più classico dei paradossi del calabrone: in teoria, in base alle leggi della fisica, con quella conformazione non si potrebbe volare, ma lui non lo sa e vola, altrochè se vola.
Kaminsky, partito come uno dei tanti 7 piedi bianchi collegiali che non saltano un foglio di giornale, a forza di crederci, nel suo anno da senior, è stato eletto All American e Player of the Year, si proprio lui davanti a gente come Okafor e Towns.
Come ha ampiamente dimostrato nella semifinale contro i Wildcats, i suoi movimenti offensivi non sono inferiori a quelli di un Town, pur supportati da un fisico molto meno esplosivo, ma viceversa accompagnati da un’arma in più da non sottovalutare: un tiro da fuori dotato di notevole range, che potrà essergli molto utile in NBA.
Si, perchè mentre ad inizio stagione i più pronosticavano per lui un tardo primo giro, al massimo dalla 15 in giù, ora si parla di “The Tank” in lottery, e scusate se è poco.
Con tutto l’amore che si può avere per un giocatore del genere, tuttavia, una scelta del genere è ad alto rischio bust: per tutta la sua carriera da Pro dovrà sudarsi con le unghie e con i denti ogni singolo canestro nel verniciato, spesso giocando in squadre alquanto più disfunzionali, e che lo serviranno con tempi e modi molto meno consoni, della sua splendida Wisconsin.
Menzioni onorevoli
Questi i 4 giocatori più pronti per il grande salto: ma non sono gli unici. Con la vetrina garantita dal Torneo NCAA in questi giorni si parla anche di alcune new entry nei discorsi di primo giro o addirittura di lotteria.
Uno dei più chiacchierati è senza dubbio Justise Winslow, effettivamente autore di prestazioni notevolissime in questo ultimo mese, ma che sinceramente pare al momento un filino distantino dalla sua più diffusa comparison: James Harden. Se considerate che parliamo di un’ala piccola di 198 centimetri, quindi non altissimo, e anche senza tiro da fuori, verrebbe da chiedersi che vino hanno bevuto i vari esperti che ne decantano le doti.
Giocatore utilissimo e versatile, atleticamente pronto per il piano di sopra, in NBA dovrebbe scalare nel ruolo di guardia, ma senza un tiro da fuori affidabile, che spazio potrebbe mai ritagliarsi?
Altro beneficiato del Torneo è il compare di Kaminsky, quel Sam Dekker col cuore che fa provincia e che sostanzialmente è il vero centro dei Badgers, quello che prende a calci nel sedere tutti coloro che si aggirano nell’area verniciata.
Volendo essere generosi: un Tyler Hansbrough un filo più simpatico e con un po’ più di tecnica e di tiro da fuori. Basterà per avere una carriera decente in NBA?
Max Giordan
segue l’NBA dal 1989, naviga in Internet dal 1996.
Play.it USA nasce dalla voglia di unire le 2 passioni e riunire in un’unico luogo “virtuale” i tanti appassionati di Sport Americani in Italia.
Email: giordan@playitusa.com
Dekker è l’outsider di lusso. Potrà diventare anche uomo franchigia e non andrà oltre la 5. Per chi lo prende sarà un affare.
Frank in una squadra perimetrale e in un contesto difensivo decente potrà avere un ottimo impatto.
Okafor gran punto di domanda. Potrebbe diventare un Jefferson più forte in difesa come un Kome Brown..