I risultati sportivi sicuramente non esaltanti dei Brooklyn Nets sono stati eclissati dai rumors che vogliono la prima e finora unica franchigia NBA in mano ad un proprietario non americano in vendita. Notizia sorprendente e nettamente in contrasto con le dichiarazioni che seguirono l’accordo del 2010 che consegnò a Mikhail Prokhorov le squadra che a breve si sarebbe spostata dal New Jersey a Brooklyn.
Il magnate russo promise il titolo in tre anni. Con poca programmazione ma molta determinazione il G.M. King ebbe carta bianca sul mercato e nessun vincolo riguardante la luxury tax. Non sembrava importante quanti soldi si sarebbero spesi pur di arrivare al titolo in tempi brevissimi.
Il risultato fu poca programmazione e una squadra ricca di campioni da Garnett a Pierce, da Joe Johnson a Deron Williams fino all’emergente Brook Lopez. Una squadra assemblata nel corso di due stagioni durò una sola stagione arrivando al secondo turno dei play-off. Una squadra con la data di scadenza ben precisa, le troppe stagioni sulle spalle dei loro veterani avrebbero concesso un solo tentativo.
Poi il via alla smobilitazione. Cambio in panchina con l’esperto Hollins a sostituire Kidd, via Pierce e sul mercato tutti i giocatori con contratti pesanti. Williams e Lopez sono quelli da cui si possono ottenere le contropartite migliori, Garnett è all’ultimo anno di carriera e Joe Johnson ha un contratto talmente ingombrante che difficilmente qualcuno se lo accollerà.
L’intento è quello di abbassare il monte ingaggi per rendere la franchigia ancora più appetibile. Prokhorov ha acquistato per una cifra attorno ai 200 milioni l’80% delle azioni dei Nets chiudendo l’accordo anche per il 45% delle quote di partecipazione del futuro Barclays Center, una struttura da 800 milioni. Nell’accordo era prevista anche un’opzione del circa 20% di una società che aveva il compito si sviluppare un progetto residenziale e commerciale nell’area di Brooklyn.
A conti fatti un operazione più che vantaggiosa già di per sé con la prospettiva di spostare la franchia dal New Jersey a New York, un palazzetto da oltre 32.000 posti nuovo e all’avanguardia e un investimento in un’area residenziale che sta vivendo una fortissima rinascita.
Perché allora vendere la franchigia proprio in questo momento? Se pensiamo che i Clippers, i fratelli minori dei Lakers proprio come i Nets lo sono dei Knicks, sono stati venduto all’ex amministratore delegato di Microsoft Steve Ballmer per 2 miliardi di dollari, la cifra che Prokhorov potrebbe ricavarne sarebbe a nove zeri.
Nella classifica di Forbes sul valore delle franchigie NBA di gennaio 2014 i Nets occupavano il quinti posto assoluto con un valore stimato di 780 milioni, con un incremento in un anno di quasi il 50%, tendenza che se confermata anche solo in parte ad un anno di distanza alzerà il valore complessiva oltre il miliardo.
Se fosse vero che Prokhorov non vuole mettere in vendita le sue quote della Barclays area l’investimento fatto nel 2010 non può che considerarsi meramente speculativo. Ancora sotto questa luce gli scambi che si prospettano per abbassare il monte salari vanno a tamponare la perdita dovuta agli ingaggi troppo alti e alle tasse che di conseguenza devono essere pagate. Tra le squadre NBA sono pochissime quelle che sono in perdita ma solo i Nets sono in passivo ampiamente in doppia cifra.
Se facessimo una proporzione tra il valore dei Clippers per e post cambio di proprietà, da 580 milioni a 2 miliardi, e il valore dei Brooklyn Nets questo passerebbe da 780 a 2,7 miliardi. Naturalmente il prezzo a cui Prokhorov potrà vendere la franchigia dipenderà da una serie di fattori e variabili alcuni continuamente in evoluzione ma la vendita dei Clippers ha alzato l’asticella e non di poco.
Altra variabile che sta per entrare in gioco è il nuovo contratto che la NBA ha firmato con le TV sportive che dalla stagione 2016-17 farà entrare molti più soldi nelle tasche di tutti. Non a caso LeBron James ha firmato un biennale che gli permetterà d’incassare con gli interessi anche quello a cui aveva rinunciato a Miami.
Fatte queste considerazioni nell’ottica di rivendere la squadra nel breve periodo il tentativo di portare l’anello a Brooklyn con una squadra a tempo e poca programmazione oggi può essere rivalutata.
Qualsiasi considerazione sportiva in questo momento della stagione invece ha poco valore, il roster difficilmente sarà questo fra un mese e la squadra viaggia a velocità di crociera il tanto che le basta per raggiungere i play-off senza troppe difficoltà e senza troppe aspettative.
In pochi anni i Nets si sono rifatti il look cambiando città, colori e entrando in una casa nuova e accogliente ed ora sono pronti a cambiare anche proprietà, di acquirenti interessati ce ne saranno diversi e non avranno problemi a spendere milioni di dollari per accaparrarsi la squadra di Brooklyn.