A Dallas quest’anno i regali di Natale sono arrivati in anticipo. I tifosi dei Mavs non hanno dovuto aspettare il 25 per gustarsi la sorpresa che Mark Cuban aveva in serbo per la franchigia texana materializzatasi acquisendo dai Boston Celtics il miglio assist-man della Lega Rajon Rondo.
La trattativa si è chiusa in poche ore dopo che gli stessi Celtics avevano confermato la volontà di cercare un acquirente per il loro giocatore di riferimento. Che Cuban avesse provato anche in tempi recenti un assalto al ex-Kentucky è risaputo ma l’affondo decisivo è andato a segno anche perché quella dei Mavs era ritenuta la migliore.
Dallas cambia prospettive nell’immediato, passa da ottima squadra che avrebbe lottato per passare il primo turno dei play-off a Contender. L’arrivo di Rondo non mette automaticamente i Mavs in cima alla lista delle protendenti al titolo ma diminuisce se non azzera il gap tra i texani e le altre squadre da titolo.
L’arrivo di Rondo, non ancora trentenne, è anche una mossa che pone ottime basi per il futuro. In coppia con Ellis potrà formare una coppia di esterni tra le più elettrizzanti e competitive per i prossimi anni. Dallas si è assicurata l’ennesima annata ad altissimi livelli dopo una paio di stagioni di transizione.
Infatti sono passati poco più tre anni da quando i Dallas Mavericks alzarono il loro primo e finora unico anello della storia della franchigia. Una vittoria a cui fece seguito un’estate di decisioni radicali che portarono alla non riconferma di due dei protagonisti del titolo, Tyson Chandler e J.J. Barea.
Cuban aveva valutato eccessive le pretese dei due giocatori che nell’anno dell’anello avevano giocato la loro miglior stagione della carriera ed avrebbero voluto monetizzare al massimo il nuovo contratto. I due rinnovi avrebbero reso poco fluido un roster ricco di veterani che avrebbe avuto bisogno di vari ritocchi a breve.
Della squadra campione 2011 a roster è rimasto solo Nowitzki [NDR: a parte proprio Chandler e Barea, tornati quest’anno!] e non è un mistero che Cuban abbia provato a portare i free agent più ambiti a Dallas da James a Howard, da Deron Williams a Bosh senza riuscirci.
Cuban ha dovuto ripiegare, se così si può dire, su giocatori con potenzialità da All-Star ma ancora con poca esperienza nei momenti della stagione decisivi e, come pochi anni fa con l’arrivo di Jason Kidd, spera con Rondo di aver trovato il tassello mancante per rendere la squadra completa o meglio ancora vincente come accadde con i Pistons che acquisirono Rasheed Wallace a metà stagione per poi chiuderla alzando il trofeo di campioni.
Quello che può portare Rondo alla causa Mavs è la sua difesa sugli esterni, uno dei punti deboli della squadra in questa stagione. Se per punti segnati su cento possessi Dallas è la squadra migliore della Lega nella metà campo difensiva non è a livello delle migliori.
Rondo, grandissimo difensore sulle linee di passaggio con le sue braccia infinite, è anche in difesa un giocatore istintivo che ama rischiare pur di recuperare un possesso a volte sbilanciando l’intera squadra ma risulta un upgrade notevole rispetto a Nelson e Harris sia per doti fisiche che per potenzialità difensive assolute.
Per la fase offensiva l’inserimento del miglior assist-man non può che giovare ulteriormente ad una vera e propria macchina da canestri come è oggi Dallas. Ci sono però un paio di aspetti del gioco di Rajon Rondo che vale la pena valutare ancora prima di vederlo giocare con la nuova maglia.
Il primo aspetto riguarda gli adeguamenti che le difese avversarie possono fare nei confronti di Rondo.
Se esiste un limite tecnico nel gioco di Rondo è il suo tiro. Spesso viene “battezzato” dagli avversari che preferiscono concedergli un tiro piazzato che non una penetrazione. Con giocatori come Chandler e Nowitzki abili dopo aver portato il blocco a tagliare a canestro, il primo, o ad aprirsi per il tiro, il secondo, la presenza di Rondo potrebbe aiutare le difese facendole fare scelte molto più conservative lasciandogli il tiro.
Sarà compito di coach Carlisle trovare le soluzioni migliori per inserire Rondo nel sistema Mavs.
L’altro aspetto da valutare è l’impatto che avrà il gioco istintivo di Rondo sull’attacco di Dallas. Se da un lato può essere un facilitatore come pochi specialmente in situazioni di transizione, dall’altro è spesso portato a cercare il passaggio risolutore anche in situazioni difficili a scapito dell’equilibrio.
Tornado al paragone Kidd-Rondo, Carlisle ha dimostrato di saper gestire la squadra come strategia lasciando libertà di dettare i ritmi e le scelte offensive a Kidd, vero e proprio allenatore in campo. Da Rondo non ci si aspetta un playmaking come quello di Kidd ma un contributo difensivo da primo quintetto, come già dimostrato in passato, e un gioco offensivo che si possa integrare con i compagni.
Da un punto di vista statistico la partenza di Nelson è ampiamente sostituita da Rondo che porterà più assist e rimbalzi ma a cui non sarà chiesto di essere un finalizzatore più che in passato.
Carlisle ha impostato il gioco di Dallas con due guardie intercambiabili, che siano Rondo-Ellis o Harris-Barea. A roster la scelta è stata quella di avere esterni abili nel pick-and-roll e nelle penetrazioni ma non guardi tiratrici, ruolo ricoperto dall’ala piccola o dall’ala grande perimetrale come Parsons o Jefferosn.
I ruoli nei Mavs sono ben definiti e le strategie di gioco molto chiare. Pick-and-roll come opzione primaria, gioco in post-basso quasi assente, se non per qualche caso sporadico, e lunghi tiratori che aprono il campo.
L’arrivo di Rondo ha però significato la rinuncia ad un paio di giocatori di ruolo inseritisi perfettamente. Se la partenza di Nelson è ampiamente sostituita dall’arrivo di Rondo e quella di Crowder da Jefferson-Aminu già in rosa, la dirigenza Mavs dovrà coprire il vuoto lasciato da Brandan Wright come cambio del centro.
Si compie così un percorso di ricostruzione durato circa tre anni in cui sono arrivati in Texas Ellis, Parsons e ritornati Chandler, Harris e Barea per ricomporre un roster competitivo ai massimi livelli. Tra i nuovi l’ex Celtics è quello che ha più esperienza con le sue due finali giocate e anni di playoff alle spalle.
Quello che manca a Dallas per essere competitiva in ogni fase del gioco è un difensore in grado di marcare le ali piccole avversarie più pericolose. Con Rondo sulle guardie e Chandler sui lunghi sono scoperti sui giocatori che giocano le due dimensioni interno-esterno.
Cuban ha regalato a Nowitzki una fine carriera in cui il tedesco potrà ancora lottare per il titolo anche se non è detto che l’anno prossimo il roster possa essere riconfermato in toto. Chandler, Rondo e Barea sono in scadenza e la loro conferma potrebbe realizzarsi solo se a completare il roster saranno poi firmati veterani al minimo salariale.
Anche se c’è la possibilità che Rondo in estate cambi nuovamente casacca Dallas farà di tutto per convincerlo a restare ed il modo migliore è quello di allestire una squadra competitiva o meglio ancora vincere l’anello già in questa stagione.