La scorsa stagione dei Portland Trail Blazers, come peraltro già detto qualche mese fa, si è rivelata quella della svolta. La squadra della Rip City è riuscita ad agguantare i playoff dopo molti anni e si è anche comportata piuttosto bene, eliminata soltanto dagli Spurs in semifinale di Conference.

La franchigia dell’Oregon riparte quindi dall’esperienza dello scorso anno, cercando di limare ulteriormente alcune evidenti problematiche. Nonostante l’assoluta mancanza di scelte all’ultimo Draft, la dirigenza sembra aver operato bene, nella direzione di incrementare la profondità della panchina, per dare respiro all’eccellente quintetto titolare, rimasto invariato rispetto allo scorso anno.

Primo quintetto: Lillard, Matthews, Batum, Aldridge, Lopez

Secondo quintetto: Blake, Burton, Wright, Robinson, Kaman

Altri: McCollum, Claver, Freeland, Crabbe, Leonard

Guardie

Nel reparto guardie si riparte soprattutto da Damien Lillard. Il prodotto da Weber State è riuscito a migliorare le già ottime prestazioni del suo primo anno NBA, prendendo in mano il gioco dei suoi con una inaspettata maturità.

Il canestro allo scadere contro Houston ha suggellato la scorsa stagione e quest’anno è atteso ad un ulteriore salto di qualità. Anche Wes Matthews costituisce ormai una certezza, negli anni continua ad affinare il suo gioco offensivo, ritagliandosi un ruolo da solido comprimario.

In estate è arrivato anche Steve Blake, che sostanzialmente va ad occupare il posto lasciato vacante da Mo William. I Blazers sanno perfettamente cosa aspettarsi da uno come l’ex Lakers: esperienza e gestione oculata dei possessi in un secondo quintetto ancora un po’ povero di talento generale. Sarà poi importante vedere come i due sophomore, Burton e McCullom, riusciranno a dare un contributo significativo alla causa.

Ali

Anche nel reparto ali i Blazers ripartono da due certezze. Nicolas Batum è reduce da un ottimo mondiale e la sua completezza e straordinaria mobilità (è il giocatore che ha macinato più miglia in assoluto nella scorsa stagione, 216) ne fanno un elemento insostituibile su i due lati del campo.

Rimane ancora qualche problematica, derivante dalla tendenza ad estraniarsi in alcune fasi di gioco e ci si attende da lui un ulteriore passo in avanti nella direzione di una maggiore continuità nel ritmo di gara.

LaMarcus Aldridge invece non ha più nula da dimostrare ed è ormai il faro di questa squadra. Nella scorsa stagione si è del tutto consacrato come una delle migliori ali grandi della lega, e la sua straordinaria continuità realizzativa ne fa l’assoluto centro di gravità dell’attacco.

Nella posizione di ala piccola i due rincalzi, Wright e Claver, dovranno sgomitare per avere minuti di qualità, con il primo in vantaggio sul secondo.

Ci si aspetta qualcosa in più da Thomas Robinson, che al suo terzo anno di NBA ha l’obbligo di dimostrare continuità e affiancare a delle indubbie qualità atletiche anche maggiore costrutto tecnico.

Centri

Robin Lopez si è dimostrato lo scorso anno un ottimo comprimario nel ruolo di centro. A lui si chiedono rimbalzi e presenza difensiva, ma i suoi limiti realizzativi sono lampanti. Anche per questo, la dirigenza ha portato nell’Oregon Chris Kaman.

Il lungo ex Lakers avrà certamente tanti minuti di qualità fornendo alla causa un’ottima tecnica sotto canestro ed una buona vena realizzativa che andrebbe a compensare le carenze di Lopez.

Ad una prima analisi del roster, si potrebbe dire che i Blazers si siano rinforzati: il quintetto base, la vera forza di questa squadra, è ovviamente rimasto invariato, con un anno di esperienza in più per Lillard. Nella scorsa stagione, il vero punto debole di Portland, aldilà di una difesa certamente migliorabile, è stata la panchina: poco profonda e povera di talento.

Non per caso i Blazers ai playoff sono stati spazzati via dal secondo quintetto di San Antonio, forse il migliore in assoluto nella Lega. Ad ogni modo, da questo punto di vista qualche miglioramento si intravede: Blake è certamente più affidabile di Mo Williams e Kaman completa il comparto lunghi con importanti qualità.

L’impressione però è che potrebbe non bastare, il resto della panchina ha infatti dimostrato di non essere pienamente all’altezza di una squadra che punta ad andare avanti nei playoff.

Volendo azzardare un pronostico, dando per molto probabile una tranquilla qualificazione alla post-season, la squadra sembra destinata ad una regular season piuttosto simile a quella passata ed è improbabile che superi le 55 vittorie stagionali.

Da lì, è difficile dire cosa succederà, soprattutto in una Conference agguerrita come da qualche anno è la Western. Volendo essere realisti, questa squadra non sembra ancora pronta per andare oltre le Semifinals.

Tuttavia, se Lillard e Batum crescono ancora ed un Burton o un McCullom maturano in fretta e forniscono un significativo contributo dalla panchina, la squadra di coach Stotts potrebbe anche stupire.

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