Difficile parlare degli Atlanta Hawks senza tenere conto di quanto successo nelle ultime settimane, lontano dal parquet. Ma è altrettanto vero che risulta impossibile farlo in maniera superficiale.
Le vicende che hanno coinvolto il proprietario di maggioranza della franchigia Bruce Levenson ed il general manager Danny Ferry, infatti, vanno a toccare tematiche oltremodo delicate, e per questo meriterebbero un’analisi approfondita e accurata, che non può appartenere a questa preview.
Nelle righe che seguono, pertanto, proveremo a prendere in analisi le prospettive esclusivamente tecniche della stagione 2014/2015 degli Atlanta Hawks, mettendo sul piatto della bilancia arrivi e partenze, risorse e necessità, partendo dalle fondamenta della stagione conclusasi lo scorso Giugno, la prima da head coach per Mike Budenholzer.
Conference: Eastern
Division: Southeast
Arrivi: Kent Bazemore (G, free agent); Adreian Payne (F, Michigan State); Thabo Sefolosha (G, free agent), Walter Tavares (C, Gran Canaria).
Partenze: Gustavo Ayon (C, free agent); Cartier Martin (F, free agent); Louis Williams (G, Toronto Raptors).
Probabile quintetto:
PG – Jeff Teague;
SG – Thabo Sefolosha;
SF – Kyle Korver;
PF – Paul Millsap;
C – Al Horford.
Guardie: Kent Bazemore, John Jenkins, Shelvin Mack, Dennis Schröder, Thabo Sefolosha, Jeff Teague.
Ali: DeMarre Carroll, Kyle Korver, Paul Millsap, Adreian Payne, Mike Scott.
Centri: Pero Antic, Elton Brand, Al Horford, Mike Muscala, Walter Tavares.
Head coach: Mike Budenholzer.
Se l’addizione più eccitante degli ultimi mesi è stato il Pac-Man logo, a dispetto dei molti nomi accostati ad Atlanta nel corso della off-season, qualcosa nel processo di attrazione dei free agent non deve aver funzionato al meglio.
Per la seconda stagione consecutiva, infatti, l’aggiunta di maggior valore al roster degli Atlanta Hawks uscirà dall’infermeria, e per la seconda stagione consecutiva risponderà al nome di Al Horford. Il dominicano, fermo dallo scorso Dicembre a causa di uno strappo al muscolo pettorale destro, tornerà ad essere la prima opzione offensiva del ben bilanciato attacco dell’ex assistente di Gregg Popovich, dove il gioco perimetrale di lunghi versatili come lo stesso Horford, come Paul Millsap e come il rookie da Michigan State Adreian Payne, aprirà l’area alle scorribande di Jeff Teague.
Appostati sul perimetro, e provenienti da una stagione con percentuali dall’arco di 47.2% e 36.2%, Kyle Korver e DeMarre Carroll contribuiranno a creare grattacapi alle difese NBA, con il secondo che potrebbe scendere di un gradino nelle gerarchie di Budenholzer, partendo dal pino in favore di un Thabo Sefolosha cui verranno spesso assegnate le piste dell’avversario più temuto.
L’approdo in Georgia dell’ex Warriors e Lakers Kent Bazemore, poi, dovrebbe portare maggior solidità difensiva sugli esterni, dove anche John Jenkins proverà a guadagnarsi minuti significativi. Il prodotto di Vanderbilt è reduce da un’intera stagione di stop a causa di un intervento chirurgico alla schiena, e dovrà sgomitare non poco in un backcourt dove, alle spalle del (quasi) intoccabile Teague, si è guadagnato i gradi di point guard di riserva Shelvin Mack, approdato ad Atlanta con un contratto decadale e guadagnatosi prima la conferma per l’intera stagione scorsa, e successivamente un triennale da oltre 7 milioni complessivi.
A pagare per l’inaspettata crescita di Mack è stata la diciassettesima scelta del draft 2013, il tedesco Dennis Schröder, che salvo infortuni o ammutinamenti vedrà presto aprirsi le porte della D-League.
Una menzione d’onore la merita Paul Millsap, autentico trascinatore dei Falchi una volta infortunatosi Horford. Giunto al suo secondo e ultimo anno di contratto con gli Hawks, Millsap cercherà di mettersi in luce per guadagnarsi quell’adeguamento al rialzo a cui i nuovi parametri del cap gli consentiranno di ambire, consapevole del fatto che i suoi 9 milioni abbondanti in scadenza potranno diventare un asset appetitoso con l’avvicinarsi della trade deadline.
Alle spalle di Horford, i restanti minuti da 5 se li giocheranno Pero Antic ed Elton Brand, entrambi reduci da una stagione 2013/2014 positiva. Il primo, memore di quanto successo al primo turno di playoff contro Indiana e contro Roy Hibbert, verrà spesso utilizzato come arma tattica in grado di portare i lunghi avversari lontano dal pitturato; Brand, invece, 36 primavere a Marzo e 15 stagioni NBA a curriculum, porterà solidità e rimbalzi, prendendosi magari la responsabilità di catechizzare Mike Muscala, promettente secondo anno con una prima stagione trascorsa a metà tra la Spagna e la Georgia.
In conclusione: se di valore aggiunto si vuole parlare, per questi Atlanta Hawks, conviene distogliere lo sguardo dal campo e rivolgerlo verso la poltrona di head coach, da dove Mike Budenholzer ha saputo costruire una squadra con molti crismi in comune con i San Antonio Spurs del suo mentore: uno fra tutti, il dato sulla percentuale di canestri realizzati a seguito di un assist. 66.7%, il migliore di tutta la NBA nel corso della regular season passata.
La strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa per gli Atlanta Hawks, ma per la prima volta da diverse stagioni si intravede un senso di continuità tra una stagione e l’altra. E non è poco.
Atlanta Hawks/BVB/Inter/ManCity/Reyer fan. Mangio M&Ms un colore alla volta.