Uno slogan è messo in evidenza nel sito ufficiale degli Indiana Pacers: “56 wins,#1 seed in the EST , two NBA all-stars, two all-defensive team selection, BUT WE’RE STILL NOT SATISFIED” .
Già, i Pacers non sono ancora soddisfatti, e come promette Larry Bird ai tifosi, l’anno prossimo cercheranno di fare ancora meglio per portare in città, per la prima volta, il Larry O’Brien Trophy.
Il general manager ha fatto anche capire recentemente che non intende compiere sostanziali modifiche al roster, dando quindi fiducia a coach Vogel che quest’anno aveva svolto un lavoro eccezionale fino allo scambio Granger-Turner (42W-13L) per poi entrare in crisi coi suoi Pacers prima dei playoff (14W-13L); cosa sia successo di preciso nessuno lo sa.
Molti dicono che l’arrivo di Turner non abbia fatto piacere a Stephenson e questo abbia creato discordie negli spogliatoi, ma sicuramente non è l’unica cosa che ha condizionato il calo finale.
Si sa che soprattutto nell’NBA, con regular season da 82 partite, ogni squadra deve riuscire ad arrivare ai playoff con un gruppo solido, senza infortuni e con una condizione fisica più fresca possibile, ovvero quello che è mancato a Indiana.
Le conseguenze si sono viste subito: i Pacers hanno superato fra mille difficoltà Atlanta in 7 partite e Washington in 6 per poi arrivare allo scontro al vertice con Miami dove, giocando non bene, si sono arresi in 6 gare a Lebron e compagni.
Nell’ultima serie hanno deluso soprattutto Hibbert e Stephenson; il primo, dopo un ottima regular season, sporcata solo da qualche brutta prestazione nel finale, nei playoff è stato incostante alternando ottime prestazioni ad altre pessime.
Stephenson, partito molto bene nelle prime due serie dei playoff, si è perso nella finale di conference pensando più a distrarre Lebron che a giocare a basket.
Cosa cambiare?
In vista della prossima stagione qualche cambiamento va sicuramente fatto; Stephenson è in scadenza di contratto e non è detto che i Pacers lo tratterranno ad Indiana, soprattutto per un discorso economico ma anche perché “Born ready” è stato protagonista di qualche tensione negli spogliatoi.
Bird invece ha avuto belle parole per Turner, anche lui free agent, e quindi se dovesse partire Lance, sarebbe un possibile sostituto. Quasi sicuramente uno tra Stephenson e Turner lascerà i Pacers prima dell’inizio della prossima stagione quindi Indiana dovrà pensare ad un’altra guardia di talento per rinforzare il suo roster.
Per quanto riguarda il reparto lunghi, Bynum non rimarrà, quindi bisognerà affiancare qualcuno ad Hibbert che dopo la passata stagione con tanti alti e bassi deve ritrovare continuità di rendimento.
Alcune voci riguardanti il lungo di Indiana, dicono che potrebbe essere ceduto o scambiato: si è fatto il nome di Pekovic di Minnesota ma Larry potrebbe giustamente fidarsi del suo centro sperando che trovi la serenità per far meglio nella prossima stagione.
Con questi aggiustamenti al roster, Indiana dovrà provare a ripartire nella prossima stagione come ha fatto prima dell’All Star Week-end dell’anno scorso e cercare di arrivare alla post season più in forma possibile.
La scelta di Larry Bird di non cambiare troppo le carte in tavola e continuare il progetto intrapreso nei due anni precedenti potrebbe essere quella giusta visto che Indiana di talento ne ha tanto e la voglia per arrivare fino in fondo c’è, quindi prepariamoci a questi Pacers che hanno tanta voglia di rifarsi.