Portland non poteva continuare ad essere quella vista fino a due giorni fa, e la risposta affermativa in tal senso è arrivata in gara 4, dove i Blazers, se non altro, hanno evitato lo sweep, vincendo 103-92 una gara dove hanno messo tutta l’energia che fino a questo momento era mancata loro. +7 a rimbalzo, 15-8 nei punti da seconda chance, 11 punti in contropiede (massimo nella serie), 62-44 i punti nel pitturato: tutte voci che fino ad oggi erano le principali su cui San Antonio aveva costruito il proprio confortevole 3-0 di vantaggio. E ognuna di queste singole voci è stata influenzata, in qualche modo, dalle imprevedibili giocate di Will Barton.
L’ex Memphis University è l’uomo che non ci si aspettava in questa serie, tirato fuori dalla panchina da Stotts, prima per contrastare la lunghezza del roster texano, poi per l’infortunio all’inguine di Mo Williams (out ancora stanotte, in forse per gara 5). Dopo avere per lo più scaldato la panchina per un anno, si è fatto trovare prontissimo e, dopo tre buone prestazioni nelle prime partite, stanotte è stato il fattore decisivo con 17 punti, 6 rimbalzi, 2 assists e 7/13 al tiro, il tutto giocando un basket fatto di pura follia, con penetrazioni fuori equilibrio e corse in contropiede a prima vista con poche opportunità di portare benefici, ma che invece hanno girato la partita. Per di più, il numero 5 di Portland al momento viaggia a quasi 10 punti di media col 63% al tiro. Numeri importanti per una squadra che ha bisogno come l’ossigeno di energia dalla panchina.
Il break decisivo, comunque, è arrivato nel terzo quarto, dove i Blazers sono riusciti a scappare, quando la gara, per una volta, stava procedendo in equilibrio, con i padroni di casa sempre avanti ma di poche lunghezze. Per la precisione a 5′ dal termine della terza frazione, sul 65-61 per Lillard e compagni, è partito un break di 12-2 (esteso a 20-7 fino alla fine del quarto) che ha chiuso i conti, mandando le squadre al mini riposo sull’85-68 Portland e con Popovich che, come gli capita spesso in occasioni simili, ha rinunciato a far giocare i titolari nell’ultimo periodo.
Il protagonista del parziale decisivo è stato Nicolas Batum (14 punti, 14 rimbalzi e 8 asists), che ha incendiato il Moda Center con 7 punti in 35″ (gioco da quattro più tripla) e poi ha condotto per mano la squadra giocando anche diversi buoni minuti da playmaker.
Lillard lo ha seguito e così, improvvisamente, tutta Portland ha preso fuoco, chiudendo i migliori 12′ minuti della propria serie con 35 punti, 4/6 da 3, 9 assists su 14 canestri e zero palle perse, che fino a quel momento erano state un problema (sette nel solo primo quarto).
Gli Spurs non sono riusciti a reagire sia per i meriti altrui che per i propri stenti. I nero argento, questa volta, hanno avuto meno energia in corpo, come ci si poteva attendere a questo punto della serie, ma soprattutto hanno tirato male come non mai (3/18) da dietro l’arco, sbagliando una miriade di tiri aperti che avrebbero anche potuto riaprire la gara.
Parker e Duncan hanno giocato discretamente, ma senza eccellere (26 punti combinati con 12/25 al tiro), ma in particolare la poca verve del francese (che pure aveva cominciato bene, punendo con regolarità sul jumper) ha penalizzato la squadra che non è riuscita a ricreare quel ritmo fondamentale per accendere i micidiali role player di Popovich: 4/11 per Green, 3/9 del Beli, solo 11 punti di Leonard.
Capitolo a parte per Manu Ginobili, che dopo le fatiche contro Dallas sta decisamente tirando il fiato. Anche stanotte per lui solo 2 punti con 1/6 dal campo e la netta sensazione che qualche acciacco di troppo lo stia fortemente limitando (8 punti col 26% al tiro nella serie). Ha probabilmente bisogno di un pò di riposo, e per fortuna degli Spurs non è una serie dove il suo contributo appare fondamentale.
Il passaggio del turno per San Antonio, infatti, non pare comunque in discussione. I Blazers hanno vinto d’orgoglio, mettendo in campo più l’energia che la qualità. Lillard (25 con 11/21) e Aldridge (19 con 8/16) hanno limitato un pò le proprie conclusioni e per la prima volta nella serie sono arrivati al 50% al tiro, ma è stata una partita atipica. Non certo la migliore che potesse giocare Portland, che pure è riuscita a imporre un pò di più i propri ritmi, spingendo il pallone e proponendo quintetti atipici (a un certo punto in campo insieme Barton, McCollum e Robinson).
Ma, come detto, dall’altra parte c’era una squadra che non stava mettendo in campo il proprio 100% (o almeno ha dato quest’impressione) e che, in più, è incappata in una serata nefasta al tiro. Ciò nonostante, fino a 5′ dalla fine del terzo periodo, la gara era in equilibrio e, potenzialmente, vincibile dagli uomini di Popovich.
Senza voler essere troppo disfattisti per i tifosi Blazers, è parso un pò il canto del cigno di una squadra che ha comunque voluto fare un ultimo regalo ai suoi fantastici tifosi, prima, molto probabilmente, di concedere il quarto e decisivo punto a San Antonio tra 48 ore.
Se poi gli uomini di Stotts volessero sorprenderci e regalarci una gara 6 infernale in Oregon, noi (tifosi NBA, dubito di San Antonio…) non avremo niente in contrario.
Cestista, baskettaro, appassionato della palla a spicchi, fedele adepto del parquet.
Nato a pane e Danilovic, cresciuto a tarallucci e Ginobili, ho sviluppato col tempo un’insana passione per il basket a stelle e striscie e i Denver Nuggets, aggiungendo poi con calma interesse vivo per Football Americano (San Francisco 49ers) e Baseball (San Francisco Giants). Scrivo per diletto. Parlo a volte, a sproposito, su Radio Playit.