Raddoppio dei San Antonio Spurs in nottata contro i Portland Trail Blazers. I texani giocano un’altra partita di altissimo livello, comandano dal primo all’ultimo minuto e mantengono il fattore campo dopo i primi due atti della serie. Vittoria larga (114-97), ma che è stata diversa dal blowout totale di gara.

San Antonio ha sì preso il comando sin da subito, scappando in maniera decisiva nel secondo quarto e toccando anche il +20 in apertura di terzo (79-59), ma Portland questa volta ha reagito, soprattutto in difesa, dove è passata dai 70 punti subiti nel primo tempo ai 44 concessi nella ripresa. Con un Batum positivo (21 e 9 rimbalzi) il team dell’Oregon è risalito sino al -8 a 5’37” dalla fine e ha sprecato per due volte il possesso del -7, prima di venire affondato definitivamente da una tripla di Kawhi Leonard, chirurgico e letale in attacco dove non ha sbagliato un colpo (20 punti e 8/9 al tiro), punendo la difesa avversaria con la sua taglia difficile da contenere per gli esterni rosso neri.

San Antonio, in generale, ha giocato un primo tempo celestiale, segnando sempre (58% al tiro all’intervallo con 7 triple, solo 8 palle perse in tutto l’incontro) in conseguenza di un movimento di palla rapido ed efficace (27 assists, 19 all’intervallo sui 30 canestri totali) e della pericolosità di tutti i giocatori scesi in campo. 7 uomini in doppia cifra e Danny Green a quota 8, con, ancora una volta, una prestazione molto positiva di Belinelli (13 punti con 4/5 al tiro, 11/14 nelle prime due gare), autore, assieme al sopracitato Leonard, di buona parte dei canestri che hanno aperto il solco nel secondo quarto.

Ma la difesa, ancora, è stata la chiave di volta. L’attività dei nero argento è stata impressionante in alcuni frangenti. Aggressione continua sugli esterni, ma soprattutto dentro l’area, dove ogni tiro dei Blazers è stato alterato, spesso da almeno due paia di braccia. La marcatura di Splitter su Aldridge è stata nuovamente rimarchevole (16+10, ma 6/23 al tiro per il lungo di Stotts), questa notte in particolare in single coverage, dove di fisico e con le sue lunghe leve ha reso complicato ogni tiro del numero 12 avversario.

Anche sugli esterni il lavoro di squadra ha funzionato a meraviglia, cercando di obbligare Lillard e i suoi compagni di reparto al tiro dalla media e togliendo le penetrazioni, ma sempre cercando di contestare la conclusione e senza lasciare tiri aperti. Se i Blazers contro i Rockets si erano abituati bene, con gli Spurs hanno trovato una squadra che li ha obbligati a al 65% dei propri tiri contestati sul totale dopo i primi due incontri, convertiti al 39%. E anche su tutte le hustle plays i padroni di casa hanno comandato: 21-14 i punti da seconda chance, 17-10 i punti in contropiede, 8-3 nelle stoppate.

E, di nuovo, si è vista tutta la differenza tra le panchine. Se in gara 1 il confronto era finito 50-18 per gli Spurs, gara 2 ha ricalcato lo stesso andazzo, con un parziale di 51-19 per gli uomini di Popovich. Proprio gli uomini della panchina in più occasioni hanno segnato canestri pesanti che hanno mantenuto a distanza di sicurezza gli ospiti. Un pò di esempi: l’ingresso in partita di Ginobili che ha ispirato un 7-0 di parziale per il 25-17 San Antonio; un altro 7-0 lanciato da Boris Diaw, che ha letteralmente fatto ammattire Robin Lopez, nella seconda frazione; gli 11 punti di Belinelli nel primo tempo, strumentali al parziale di 21-4 che nel secondo quarto ha aperto il divario decisivo; 7 punti quasi consecutivi di Patty Mills nel terzo quarto che hanno permesso ai suoi di finire avanti di 16 punti (87-71) alla terza sirena, nel momento in cui Portland iniziava a prendergli le misure.

I Blazers, dal canto loro, hanno provato ad allungare le rotazioni inserendo un positivissimo Will Barton, che al momento tira con il 100% dal campo dopo il 5/5 di stanotte, ma quando iniziano i giri di cambi soffrono davvero troppo. In più Aldridge continua a faticare tantissimo (gli sono stati tolti i punti in area e anche il tiro dalla media entra con meno costanza) così come Lopez, che pur catturando sempre un alto numero di rimbalzi, non ha però quel che serve per convertirli in punti facili.

Note positive, comunque, ce ne sono questa volta. Intanto la reazione dopo il primo tempo traumatico. Portland, che ha “inaugurato” la serata trovandosi un serpente velenoso in spogliatoio, è sembrata trovare una quadratura difensiva per mettere qualche granello di sabbia negli ingranaggi perfetti degli Spurs, che, va detto, hanno anche abbassato un pò le percentuali di tiro fino a quel momento irreali. Poi da sottolineare le prove di Lillard (19+5+5) e Matthews (14 punti), certo non al loro meglio, ma comunque più produttivi rispetto a due giorni fa e che hanno dato segnali di vita importanti.

Certo, se anche in una serata dove Parker (16 e 10 assists ma 8/19 al tiro) e Duncan (10 punti con 10 tiri) sono fuori giri, il divario è quello osservato risulta difficile immaginare radicali cambi di scenario.

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