0.9.
E’ questo il numero che resterà nella memoria di tutti quelli che hanno visto almeno qualcosa della serie, meravigliosa, tra Portland Trail Balzers e Houston Rockets. E’ in quel momento che si consuma il destino in positivo dei Blazers e in negativo dei Rockets. E’ a quel punto che Damian Lillard (25, 6 rimbalzi, 3 asissts e altrettanti recuperi, 6 triple a segno) iscrive per sempre il suo nome nella storia della franchigia, ma anche della Lega.
98-96 Houston. Chandler Parsons da rimbalzo offensivo ha appena segnato quello che sembra l’appoggio che sancisce la sesta gara 7 su 8 serie di primo turno. Mancano 9 decimi di secondo. Time out Stotts. Palla nella metà campo offensivo. Il gioco è chiaro. Lillard parte dall’angolo destro per sfruttare un doppio blocco di Mo Williams e Wes Matthews. Obiettivo: ricezione sua in punta per un tiro da tre, o palla uno dei bloccanti in caso di aiuto. Beverley all’ultimo secondo cambia marcatura proprio con Parsons e va su Williams. Lillard parte. Parsons resta attardato, Harden non aiuta, spaventato dalla possibile ricezione del suo uomo (Matthews). Così Lillard ha la “luce” necessaria per scagliare il tiro che manda in paradiso il Moda Center e permette a Portland di passare un turno di playoff per la prima volta da un decennio. Nel caso vi foste persi il tiro…
Finisce, insomma, una serie davvero incredibile. Con quattro punti totali di scarto tra le due squadre, tre supplementari, equilibrio perenne, parziali, contro parziali, buzzer beater e prestazioni eccezionali. E lo fa con una partita così. Con 16 cambi di leadership, 14 parità e quel tiro di Lillard. Onestamente dispiace che non ci sia una gara 7 anche qui.
Ma, in fin dei conti, passa la squadra che ha fatto un pò meglio nell’arco di queste 6 gare. Houston è parsa ritrovarsi dopo l’inizio da incubo, ma i Blazers sono sempre riusciti a trovare quel qualcosa in più necessario per avere la meglio. Una volta è stato Aldridge, una Lillard, una la panchina, una i lunghi. E questa volta hanno trovato il guizzo quando ormai tutto sembrava perso. In una gara che, per una volta, ha rispettato i crismi di una gara playoff, con le stelle che hanno brillato (Howard 26+11, Harden 34, Aldridge 30, Lillard 25) prendendo il proscenio senza lasciare troppo spazio ai comprimari, che comunque non hanno fatto mancare il loro supporto.
Una gara iniziata con uno strappo Blazer (7-0 al pronti via), rintuzzato da un successivo 27-10 Rockets, pareggiato quasi in solitaria dalle triple di Lillard. E da lì si è andati a braccetto fino alla fine, in una gara ad intensità selvaggia. Dwight Howard è stato protagonista di canestri pesanti (ma anche di uno 0/4 ai liberi) negli ultimi 3′, mentre Harden aveva fatto perdere un pò le sue tracce, dopo aver dominato in lungo e in largo (zero punti negli ultimi 8’50”). I Rockets che hanno sprecato un paio di ghiotte occasioni per chiudere i conti, in particolare su un fallo in attacco di Asik mentre Lin si accingeve a scoccare la tripla che avrebbe chiuso i giochi a 48″ dalla fine. Lì è arrivato il pareggio di Batum (forse viziato da passi). Poi il canestro di Parsons. E il miracolo di Lillard.
Rimpianti enormi, insomma, per Houston, che sentiva di aver portato a termine la rimonta e di potersi giocare la bella in casa da favorita. Ma la difesa ha di nuovo tradito, sul più bello. Il mancato aiuto difensivo di Harden, rivisto più volte, è difficile da spiegare, ma anche in linea con le brutte prestazioni difensive del numero 13 in questa serie. Forse non doveva proprio stare in campo a quel punto. Errore di McHale (imputato non secondario per la sconfitta)? Probabile. Con un altro al suo posto sarebbe cambiato qualcosa? Non lo sapremo mai.
Quello che sappiamo è che Lillard quel tiro, in ogni caso, lo ha messo. Sono bastate sei partite per vedere nascere una stella. 9 decimi di secondi per godere di tutta la sua luce.
Cestista, baskettaro, appassionato della palla a spicchi, fedele adepto del parquet.
Nato a pane e Danilovic, cresciuto a tarallucci e Ginobili, ho sviluppato col tempo un’insana passione per il basket a stelle e striscie e i Denver Nuggets, aggiungendo poi con calma interesse vivo per Football Americano (San Francisco 49ers) e Baseball (San Francisco Giants). Scrivo per diletto. Parlo a volte, a sproposito, su Radio Playit.
“E’ a quel punto che Damian Lillard (25, 6 rimbalzi, 3 asissts e altrettanti recuperi, 6 triple a segno) iscrive per sempre il suo nome nella storia della franchigia, ma anche della Lega” ehh adesso non esageriamo..giocata molto bella e emozionante ma di qui a entrare nella storia ce ne passa, trattasi pur sempre di un primo turno..tra qualche anno se vorrò rivedermi un tiro che ha fatto la storia mi guardo ray allen…
Beh, dillo ai tifosi di Portland che non passavano un turno da mille mila anni! :D