Dopo cinque sfide combattutissime, il derby texano è arrivato al primo crocevia decisivo: il primo match point è sulla racchetta dei San Antonio Spurs, che sono intenzionati a violare per la seconda volta l’American Airlines Center per chiudere i conti e evitare una gara 7 aperta a qualsiasi pronostico. I Dallas Mavericks, invece, contano sul sostegno del proprio pubblico e sulla forza della disperazione per restare in vita e guadagnarsi la chance di giocarsi il tutto per tutto nell’eventuale bella dell’AT&T Center. I padroni di casa ritrovano DeJuan Blair, al rientro dalla sospensione per squalifica che si è fatta sentire per la panchina dei Mavs; San Antonio invece conferma tutti i suoi effettivi, e spera di riallacciare immediatamente il filo con l’ottima prestazione messa in mostra nell’ultimo atto della serie.
L’inizio di gara è a dir poco elettrico: il pubblico biancoblù ci tiene a dare il suo contributo, e la partita si gioca in una vera e propria bolgia. Il ritmo è infernale, con i primi minuti che vengono vissuti tutti d’un fiato mentre le squadre si scambiano canestri in successione. Dallas gioca con intensità e ardore, e un parzialino di 7-0 lancia i Mavs sul primo vantaggio significativo della serata (15-10). I padroni di casa vanno a segno con un attacco ben bilanciato, che vede Nowitzki come soluzione privilegiata ma che riesce a coinvolgere tutti e cinque i titolari; San Antonio, invece, si affida a sorpresa a un caldissimo Danny Green, che dopo aver segnato 17 punti complessivi nelle prime cinque gare della serie ne mette 11 nella prima metà del primo periodo grazie a un perfetto 5/5 dal campo. Gli attacchi sono scintillanti, la difesa degli Spurs fin troppo allegra: Pop si arrabbia e chiama timeout, in uscita dal quale però i suoi non riescono a trovare le misure al quintetto bonsai proposto da coach Carlisle. Blair, centro più che mai undersize per l’occasione, porta intensità a tutto campo, e l’emblema delle difficoltà degli Spurs è il secondo fallo in pochi minuti di Ginobili, che abbassa la spalla e commette sfondamento ai danni di Crowder. San Antonio è meno brillante anche in attacco, e dopo un canestro della casa firmato Nowitzki i Mavs chiudono il quarto con due liberi di Harris, che porta a casa il fischio sfruttando una grande ingenuità del nostro Belinelli (che pagherà dazio a stretto giro di posta, finendo fuori dalle rotazioni di coach Popovich). È 34-26 in favore di Dallas, al termine dei primi dodici minuti: entrambe le squadre tirano col 56% dal campo, e San Antonio si domanda dove trovare il colpevole per gli otto punti di svantaggio. Cherchez la femme, che in questo caso è la difesa pressoché inesistente degli uomini in nero, per trovare una risposta al quesito di Pop e soci.
Dallas spinge sull’acceleratore anche in avvio di secondo quarto, con Carter che vola per il tap-in a una mano e Crowder che imbuca una tripla tirando dal terrazzo di casa. Belinelli però fa l’unica giocata utile della sua partita, salvando un pallone ormai perso e recapitandolo in qualche modo nelle mani di Mills che lo trasforma in un tiro da tre punti; gli Spurs ringraziano la dea bendata, e con un parziale propiziato da un ottimo Leonard e da un’intensità offensiva finalmente consona al contesto si riportano sul -2. Tocca a Ellis salire alla ribalta, con un tiro dal palleggio che torna a muovere il punteggio per i padroni di casa seguito da una tripla in solitaria di Carter, che rifinisce così l’ennesima transizione bruciante dei Mavs. Dallas riprende così il controllo delle operazioni, in una partita che torna ad essere un continuo scambio di canestri con due signori di una certa età che, però, dimostrano di poter spiegarla ancora a tanti: Duncan e Nowitzki si sfidano da una parte all’altra del campo, col tedesco che risponde con alcune pennellate d’autore a due ottimi giri in post del caraibico. Splitter si rende protagonista con le sue ottime giocate che sono ormai uno dei leitmotiv della serie, ma Harris vola per il gioco da tre punti liberato da un blocco di granito col quale Blair livella l’ex compagno Parker. Si arriva all’intervallo con il vantaggio dei Mavs quasi invariato rispetto al primo quarto: i padroni di casa sono avanti 58-52, e la favolosa prestazione offensiva di Nowitzki e compagni permette loro di sopperire alle troppe palle perse commesse nel secondo periodo.
Duncan imita il futuro collega di Hall of Fame teutonico e scollina subito in doppia cifra in avvio di ripresa. Dirk la prende sul personale, andando a bersaglio con un canestro splendido sopra i tentacoli di Leonard, che però replica con la tripla che propizia una combinazione immaginifica sull’asse Parker-Duncan. Dirk risponde ancora, ma Green continua a essere perfetto prima che Duncan si confermi meraviglioso appoggiandosi al vetro per chiudere una delle sue lezioni di post. Spurs in vantaggio per la prima volta a partire dall’alba dell’incontro, la scossa decisiva per far saltare definitivamente il tappo e liberare tutte le bollicine di una partita che diventa splendida. Nowitzki timbra ancora il cartellino, prima che Ellis decida che tocca anche a lui scrivere la firma in calce sul match: Monta è imprendibile nelle sue penetrazioni e implacabile quando viene sfidato al tiro da fuori. San Antonio potrebbe accusare il colpo, vista la contemporanea notizia del quarto fallo personale commesso da Duncan, ma Ginobili inizia a carburare dopo un primo tempo che ha mutilato il suo ritmo a causa dei precoci problemi di falli. Manu ispira l’attacco ospite, permettendo agli Spurs di portarsi su un +5 che dà l’impressione che gli ospiti siano in procinto di allungare le mani sulla partita. Dallas prova a resistere con le unghie e con i denti, ma qualche persa di troppo e uno Splitter sempre più uomo ovunque permettono agli Spurs di prendere in mano le redini dell’incontro: 81-76 al termine del terzo quarto, con Duncan che apre le danze e passa il testimone a Splitter e al professor Ginobili per chiudere dodici minuti di basket praticamente perfetto.
Il cuore di Dallas lo abbiamo imparato a conoscere nel corso dei primi cinque atti della serie, e anche stasera non può mancare: Splitter metti altri due liberi nella sua ottima serata, ma i Mavs trovano le triple di Carter e Calderon che riaprono prepotentemente i giochi, riportando i padroni di casa sul -1. La partita, da splendida che era, diventa fantastica: Parker, dopo un avvio di ripresa passato ai margini della scena, esplode prendendosi la squadra sulle spalle, con due canestri in fila che valgono il nuovo +5. Nowitzki enuncia e dimostra la sua personalissima teoria della relatività, mettendo a segno un canestro impossibile per qualsiasi altro essere vivente e battendo la difesa di uno Splitter che praticamente gli entra sotto la maglietta senza tuttavia riuscire a fermarlo. Parker segna ancora, con la terza tripla della sua serie, ma Dallas un po’ con la forza della disperazione e un po’ perché Carter e Nowitzki sono troppo fuoriclasse per poter circolare liberamente, resta incollata nel punteggio. Carter riesce anche a vendere bene un contatto veniale che si trasforma nel quarto fallo di un silenziosamente contrariato Leonard. Vi ricordate quell’inerzia che pareva essere tutta per gli Spurs, che avevano allungato le mani sul match? Bene, cancellate tutto e dimenticatelo, perché i padroni di casa hanno ribaltato qualsiasi scenario logico e adesso, con poco più di quattro minuti da giocare, comandano con cinque punti di margine grazie a una tripla di Ellis e a un gioco da tre punti di un indemoniato Blair. L’energia nel palazzetto è tanta da poter illuminare il Texas per una settimana, e due canestri in fila di uno scatenato Ellis valgono il +8 (102-94) mentre il pubblico sembra debordare dagli spalti e poter entrare in campo da un momento all’altro. 14-2 di parziale e momentum tutto biancoblù: la logica vorrebbe che la partita sia decisamente indirizzata verso un successo dei padroni di casa, ma questa serie ci ha insegnato che, spesso, la logica non è poi così puntuale nelle sue valutazioni. San Antonio torna infatti sul -3 nel giro di due soli possessi, apparecchiando la tavola ad un finale da vivere col cuore in gola. Al centro del palcoscenico si sfidano due attori da oscar: Ellis e Parker danno vita a un duello rusticano a suon di sfide alle leggi della fisica, con l’uomo del Mississipi che vola con le sue penetrazioni al ferro e il franco-belga che risponde con trucchi da prestigiatore, tra i quali spicca un’azione che non può davvero appartenere a questo mondo. Penetrazione, spin e strada sbarrata da Nowitzki; finta col passo di lato e palla appoggiata al vetro; due punti, per una giocata che ne varrebbe almeno il doppio con tanto di bacio accademico. -1 Spurs, Carter mette a segno due liberi prima che Blair piazzi una giocata difensiva potenzialmente decisiva: l’elettrico ex, che ormai urla ad ogni rimbalzo catturato, intuisce il passaggio di Parker e scippa il pallone, mandando poi a segno uno dei due liberi disponibili. Timeout Spurs, errore di Leonard e altro rimbalzo dell’uomo senza crociati, che ancora una volta splitta i due liberi ma trova la collaborazione di Marion, che vola a rimbalzo e si guadagna a sua volta un giro dalla linea della carità. +6 Mavs con 21 secondi sul cronometro: in una partita normale i giochi sarebbero ampiamente chiusi, ma la normalità non ha giurisdizione nello stato della stella solitaria. Green prima e Mills poi si lanciano per due triple a rotta di collo che riportano gli ospiti sul -2, con 7 secondi sul cronometro. Dallas mette il pallone in mano a Ellis che, nei panni del cervo inseguito da una muta di cani, riesce a eludere l’inseguimento degli avversari mangiando quasi tutto il tempo rimanente sul cronometro. Monta, però, si lascia forse annebbiare dallo sforzo e, con un secondo e tre decimi da giocare, lancia inspiegabilmente via il pallone, regalando la rimessa agli Spurs. Popovich non ha più timeout, e in un’atmosfera a dir poco convulsa Diaw rimette in gioco il pallone da sotto il proprio canestro con San Antonio che schiera…sei giocatori! Fortunatamente il possesso non si concretizza, perché lo stesso Ellis si redime e devia in rimessa laterale quando mancano 4 decimi: Mills ci prova, ma la sua conclusione (apparentemente fuori tempo massimo) finisce corta. Si chiude così una gara 6 pazzesca, che vede i Mavericks vincitori col punteggio di 113-111.
Tutto sbagliato, tutto da rifare per gli Spurs. I piani di un successo corsaro vengono spazzati via da una Dallas commovente, che si gioca il tutto per tutto con un cuore e una classe che stanno contribuendo a far entrare questa serie nella leggenda. San Antonio aveva l’inerzia del match dalla sua, ma i Mavs hanno saputo ribaltarla con un quarto periodo da antologia, che ha visto i padroni di casa spuntarla al termine di uno show condotto da grandissimi campioni. Ellis e Blair sono gli uomini della svolta: Monta conferma una maturazione che lo ha portato da ingordo e impreciso fromboliere a giocatore di attributi e sostanza, capace di mettersi al servizio della squadra e di ergersi a protagonista quando la palla inizia a pesare davvero. I suoi 29 punti, 22 dei quali nella ripresa, trascinano Dallas e esaltano il pubblico, ma forse sarebbero valsi a poco senza il fondamentale apporto dell’ex dal dente avvelenato. DeJuan Blair diventa l’anima nel quarto periodo, mettendo assieme una partita da 10 punti, 14 rimbalzi e 4 rubate, una delle quali (quella su Parker nel finale) può essere considerata come la giocata chiave del match. I 22 punti di Nowitzki raccontano la grandezza di un campionissimo che sa fare un passo indietro e cedere le luci della ribalta al rampante compagno di squadra: WunderDirk è comunque magnifico, e c’è molto del suo nell’incredibile successo dei Mavs. I 12 punti di Calderon e le doppie cifre di Carter e Harris (rispettivamente autori di 13 e 11 punti) contribuiscono a rifinire una notte che rischia di diventare storica. San Antonio rimane con un pugno di mosche, dopo aver accarezzato l’idea di chiudere il conto alla sesta ripresa: gli Spurs si affidano prima a Duncan, che scrive 16 punti, 9 rimbalzi e 4 assist prima di essere condizionato dal quarto fallo commesso nel terzo periodo. Il caraibico passa idealmente il testimone a Parker, che con un quarto periodo magico (nel quale segna 13 dei suoi 22 punti totali) porta i suoi ad un passo dal punto decisivo. Splitter non smette di stupire, risultando ancora una volta uno dei migliori dei suoi con 19 punti e 8 rimbalzi raccontano di un giocatore ormai imprescindibile per le sorti degli Spurs; San Antonio ritrova anche Green, che con un perfetto 7/7 dal campo segna 17 punti che pareggiano il totale realizzato nelle cinque gare precedenti. A conti fatti, agli Spurs è mancato un signore tutto mancino di nazionalità argentina: Ginobili, sempre tra i migliori fino a qui, ha pagato la precoce uscita dopo il secondo fallo commesso nel primo quarto, perdendo ritmo e riuscendo a incidere soltanto a tratti (6 punti con 1/8 dal campo e 5 assist). La solida prova di Diaw e un buon Mills non si sono rivelati sufficienti, mentre Belinelli sembra aver perso molto terreno uscendo dalle rotazioni di coach Popovich.
Una serie che, molto presto, rivedremo tra i playoffs moments sulle reti Nba, si avvia a una gara 7 che promette di essere memorabile: entrambe le squadre hanno colpito forte, tirando bordate che avrebbero atterrato qualsiasi avversario, ma sono ancora al centro del ring pronti per il round decisivo. Per scrivere il finale si torna all’Alamo, una location che ha già vissuto una consistente fetta di storia. Che la spuntino i favoriti Spurs o che i Mavs riescano a piazzare l’upset ci sarà da esultare: il derby texano ci sta regalando una pagina di basket memorabile e, sembra impossibile ma è davvero così, il meglio deve ancora venire.
Studente in giurisprudenza, amo ogni genere di sport e il suo lato più romantico. Seguace di Federico Buffa, l’Avvocato per eccellenza, perché se non vi piacciono le finali NBA non voglio nemmeno conoscervi.
“Ricordati di osare sempre”.