Comincia nella notte dell’Air Canada Centre la mini-serie di 3 partite fra Toronto e Brooklyn che assegna alla vincente il ruolo di sfidante dei campioni in carica dei Miami Heat nelle semifinali di conference ad Est.
Avete presente tutto quello che è successo finora: le difficoltà sotto canestro dei Nets, le palle perse dei Raptors, la rinascita di DeRozan, il rebus Joe Johnson in post basso, l’aridità da entrambe le parti nel tiro da oltre l’arco, l’equilibrio nel punteggio, gli infortuni di Toronto, l’esperienza di Brooklyn?
Ebbene, azzerate tutto! Gara 5 in una serie al meglio delle 7 rappresenta per antonomasia il cosiddetto pivotal game, il punto che pone chi si aggiudica la sfida in una posizione di netta e forse definitiva supremazia nel confronto. In poco meno dell’86% dei casi storicamente chi si porta sul 3-2 avanza al turno successivo.
Ok c’è la Storia e poi ci sono i playoff NBA 2014>, in cui le certezze, le tendenze, i corsi e ricorsi che siamo abituati a vedere e che amiamo snocciolare con una certa presunzione al bar perdono improvvisamente di significato e tutto ciò che crediamo verosimile svanisce nell’asciutta luce cristallina di un mattino.
Stabilire cosa è lecito aspettarsi dal nuovo episodio di questa saga è pressoché impossibile, l’equilibrio che si è determinato quando si sono affrontate le due squadre ha dell’incredibile. Ma è stato solo il preludio, adesso si fa sul serio. Non c’è più tempo per sbagliare. O quasi, se è vero che la prima conclusione della partita la sbaglia Paul Pierce, uno piuttosto impeccabile su questi lidi.
Che la posta in palio sia consistente si capisce subito dalle polveri bagnate che caratterizzano l’inizio delle due squadre. Poi uno dopo l’altro Lowry, Joe Johnson, DeRozan, Livingston, Valanciunas, Garnett, Amir Johnson e infine Double-P rispondono tutti presente, come se si trattasse di un ideale appello.
Unici assenti Deron Williams a cui si è girata leggermente una caviglia in avvio e Terrence Ross che deve aver cambiato classe, viste le difficoltà incontrate nel rimanere al passo col programma.
Parità a quota 8 e primi cambi: entra Plumlee da una parte e Patterson dall’altra. Pierce piazza la tripla da posizione centrale, provando a smuovere le percentuali da 3 punti dei suoi che raccontano di un pessimo 25% nella serie.
Non che Toronto faccia meglio visto che tira col 27.4% nella stessa disciplina. Sporca finalmente il suo tabellino anche D-Will che segna col jumper dalla media, abbozzando un tentativo di allungo dei Nets (17-11), prontamente tamponato da un libero di DeRozan (ne guadagna 12.0 a partita nella serie), una rocambolesca entrata di Amir Johnson e una rubata con schiacciata dello stesso numero 10 dei Raptors.
Entra Greivis Vasquez subito mette a referto 2 punti con una conclusione nel traffico. L’ex-Kings è un fattore: ha un plus/minus di +10,3 serie e quando è in campo insieme a Lowry i Raptors segnano la bellezza di 109,2 punti per 100 possessi.
E proprio grazie a 2 triple in successione di Kyle Lowry si chiude il quarto con Toronto in vantaggio 28-25. Sono 9 i punti di Amir Johnson e confermano la facilità con cui appoggiano a canestro i lunghi di casa. Lui e Valanciunas hanno tirato con uno speculare 65.5% nelle prime quattro partite. Considerando il raddoppio sistematico che Kidd ha preparato per DeRozan è possibile persino che le migliorino certe cifre.
Il secondo quarto si apre con due triple di Teletovic ed una di Vasquez che fanno percepire ai presenti come non si tratti di una serata come le altre. Alla stregua di gara 4 invece John Salmons viene mandato sulle piste di Joe Johnson, non appena il fulcro del gioco offensivo dei Nets comincia a piantare i picchetti sulle tacche in post basso e minaccia di montarvi la consueta tenda della Lidl.
Nel pitturato di Brooklyn Valanciunas segna a piacimento mentre la panchina dei Nets si dimostra comunque all’altezza della situazione quando viene chiamata in causa. Si rivede pure Thornton in lunetta. A metà del periodo lo score dice 40-36 Nets. Poi Kyle Lowry suona la carica e guida i suoi ad un parziale di 13-0.
Quando attraversa la metà campo, raccoglie il palleggio e scaglia il tiro dalla lunghissima distanza, Williams può fermarlo solo con il fallo. Brooklyn è stordita, Ross si ricorda di essere stato un tiratore non più di due settimane fa e segna dall’angolo sullo scarico.
Il mattatore della prima frazione di gioco però ha un nome e un cognome, si chiama Kyle Lowry, è nato nella città dell’amore fraterno ma di amichevole quest’oggi non ha veramente niente.
Segna pure il buzzer beater (21 punti per lui alla fine del primo tempo) che manda Toronto al riposo avanti 62-44.
Fino a questo momento il terzo quarto ha rappresentato per i Raptors un ostacolo quasi insormontabile. Nella serie i ragazzi di Coach Casey viaggiano a 18,0 punti col 29% dal campo e il 15% da 3 in questo periodo di gioco.
La dote di stasera è però abbastanza cospicua e ben presto il margine di vantaggio assume le tinte di un ventello. In una sfida in cui il peso della bilancia si è modificato per il passaggio di qualche granellino di sabbia da una parte all’altra, il +23 Raptors a 6:58 dall’ultima pausa rappresenta un autentico macigno sulle speranze di recupero di Brooklyn.
Johnson non ci sta e segna 7 punti in fila. Deve però frenare il suo ardore quando, tornato in difesa, commette il quarto fallo della sua partita. Pierce prima frana al suolo e dopo commette infrazione di passi. Ross segna di nuovo da 3.
Lo stesso fa Lowry e la sconfitta inizia ad assumere i contorni della disfatta: 83-57. Le espressioni sconcertate di Williams, Garnett, Pierce e Kidd (quattro che qualche partita di playoff l’hanno vista in carriera) in panchina la dicono lunga sull’andamento del match.
Joe Johnson non si arrende e continua a crederci, martellando la retina. A 11:23 dalla fine della partita Toronto è ancora saldamente in vantaggio per 94-72 e già si pensa a gara 6 sul lago Ontario ma, come detto in apertura, non esiste esito scontato in questi pazzi playoff 2014: Brooklyn, sedata solo in apparenza, segna 15 arrembanti punti (nel tempo in cui gli avversari ne realizzano soltanto 3), compreso un gioco da 4 punti di Anderson, ancora scientemente imbeccato nell’angolo dal passaggio in uscita di Joe Johnson.
Il tabellone dice ora 97-87 per la squadra di casa. Toronto non segna praticamente più mentre l’indemoniato Johnson, che fra le altre cose porta a spasso per il campo anche 5 falli personali, converte un gioco da 3 punti e con 3:16 da giocare sul cronometro manda a bersaglio la tripla del pareggio a quota 101
Rimonta completata e 30 punti (27 nel secondo tempo) per il 7 nero. D-Will, ridestato dal torpore iniziale, in questo frangente si cala alla perfezione nella parte del fido aiutante del più accreditato supereore, suo compagno di squadra, e contribuisce a rintuzzare il bottino degli ospiti con un paio di giocate.
Tutto da rifare per i Raptors che però non si perdono d’animo, si rimboccano le maniche e grazie alle triple di Vasquez e di Lowry (sanguinosa quella del 109-106 a 1 minuto e spiccioli dalla sirena) provano in un paio di circostanze a riguadagnare alcune lunghezze di vantaggio sugli avversari.
Blatche e Teletovic riescono a ricucire il gap ma sul -3 a 20 secondi dal termine l’eroe di Brooklyn, dopo aver letteralmente gelato per quasi due quarti interi i conterranei di Dan Aykroyd, sbaglia, da vicino e marcato da Salmons, il tiro più importante.
DeRozan segna 2 liberi. Dopodiché Alan Anderson ripete la giocata da 4 punti di qualche minuto prima per il 113-112. Ancora due liberi di DeRozan e, nell’azione seguente, fallo su Blatche a 4.9 secondi dalla fine.
Il lungo segna il primo e sbaglia il secondo, la fase di rimbalzo che ne segue è concitata e la palla finisce ancora nelle mani di Blatche che, braccato dagli avversari, lancia il pallone troppo lontano dal canestro, commettendo infrazione.
Vince Toronto 115-113 con 36 punti (6-9 da 3) per Kyle Lowry (career-high nei playoff). A questi si aggiungono i 23 di DeRozan (12-13 ai liberi), i 16 in 25 minuti di Valanciunas e i 15 di un sempre più decisivo Vasquez.
Per i Nets, detto dei 30 punti di Joe Johnson, davvero ultimo dei suoi ad arrendersi, ottimo il contributo della panchina con 17 punti di Teletovic (4-8 da 3) e 13 di Mr. Four-point Play Alan Anderson (3-4 da oltre l’arco).
Proprio il ritrovato tiro dalla lunga distanza rappresenta sicuramente la nota lieta di gara 5 per entrambe le squadre: 11-23 Brooklyn (47.8%), 12-26 Toronto (46.2%).
Venerdì notte si ritorna al Barclays Center per un’altra emozionante sfida all’ultimo canestro. Per i Nets potrebbe anche essere l’ultima.
grande amante del basket, del vino e della scrittura, segue l’NBA dal 1994, quando i suoi occhi furono accecati dal fulgido bagliore emanato dal talento irripetibile di Penny Hardaway. Nutre un’adorazione incondizionata per l’Avv. Federico Buffa e non perde occasione di leggere i pezzi mai banali di Zach Lowe.