Dal Texas al…Texas: la serie tra Spurs e Mavericks trasloca a Dallas, un viaggio di poco meno di 300 miglia che però racchiude tanti temi raccolti nei primi due atti del derby tutto texano. I padroni di casa arrivano all’American Airlines Center col petto in fuori, dopo aver espugnato l’Alamo e aver ribaltato il fattore campo; la banda Popovich, invece, ha avuto tempo di pensare a ciò che è andato (molto) storto in gara 2, e arriva al terzo capitolo della serie con delle certezze forse un po’ meno granitiche del solito.

L’inizio è in assoluta controtendenza rispetto alle prime due sfide, perché stavolta sono i Mavericks a schiacciare per primi il piede sull’acceleratore: Nowitzki apre alla sua maniera, Duncan risponde in un duello dal sapore vintage ma i padroni di casa paiono a loro agio e riescono a segnare 8 punti nei primi cinque possessi. Popovich corre subito ai ripari chiamando timeout, San Antonio esce bene con un canestro di pura caparbietà di Splitter ma i Mavs sono semplicemente chirurgici in attacco: un’altra pennellata di Dirk e una bomba di Calderon danno il 16-8 ai padroni di casa, in una partita giocata su ritmi a dir poco infernali. Gli Spurs però hanno imparato la lezione, e ne hanno già viste troppe per lasciarsi intimorire: Duncan e Parker si armano di tutto il loro talento, e in coppia firmano un parziale di 8-0 che richiude subito il precoce strappo rimettendo in corsa gli Spurs. 625x527-74Il franco-belga ha ricevuto precisi dettami dal suo coach, che gli concede carta bianca ogniqualvolta veda il canestro giocando il pick&roll; Tony risponde che è una meraviglia, lasciando andare parabole che sono una sentenza e portano il tavolo a scrivere due punti appena l’arancia esce dalle sue mani. San Antonio prende così l’inerzia del match, e prova addirittura un contrattacco con una tripla di Diaw e un canestri di Leonard che coi suoi tentacoli da piovra ruba palla e vola al bersaglio grosso. Dallas ha però dalla sua un Calderon bollente come il suo cognome, che va a bersaglio dal palleggio in automatico e tiene i suoi a contatto con gli ospiti. Gli Spurs però sembrano averne di più, e completano l’opera di un primo quarto che è un vero e proprio clinic offensivo: Parker è incontenibile, Leonard è un cleptomane di palloni sulle linee di passaggio e i nero-argento chiudono i primi dodici minuti avanti 34-27.

Popovich mostra la sua soddisfazione per il cambio di atteggiamento dei suoi, che lo ripagano ulteriormente toccando il +9 (che rappresenterà il massimo vantaggio della serata per entrambe le squadre) grazie al primo canestro di Belinelli, che va segno dopo aver mandato per aria Carter con una finta. La strana coppia Nowitzki-Ellis riesce però a rimettere in carreggiata i Mavs in un amen, firmando un break di 8-0 che riapre nuovamente i giochi. La partita è splendida, con le altissime percentuali al tiro che fotografano la pallacanestro offensiva ai limiti della perfezione giocata da entrambe le squadre; San Antonio resta con la testa avanti, ma è ancora Ellis che con una zingarata circense trasforma un gioco da tre punti che permette ai suoi di riacciuffare gli uomini venuti dall’Alamo. Dallas va addirittura al sorpasso, con un’inedita chiusura in transizione di Dalembert e una tripla di un Ellis davvero in versione extralusso; San Antonio non ci sta e si affida di nuovo al collaudato duo Parker-Duncan con Tony nel doppio ruolo di stoccatore e rifinitore, ma un insospettato cecchino di nome Shawn Marion imbuca due triple in fila che mandano i Mavs avanti 59-54 all’intervallo. Va in archivio un primo tempo che ha offerto uno spettacolo offensivo alla massima potenza: Parker (17 punti e 6 assist) e Duncan (12 punti) guidano gli Spurs, che provano a dare la spallata ma si trovano di fronte una Dallas che incassa e risponde con la doppia cifra di Ellis (13 punti) e Calderon (12) e con una vena balistica dall’arco (6/14) che porta in dote un meritato vantaggio a metà gara.

I Mavs scattano bene dai blocchi anche nella ripresa, portandosi subito sul +7 grazie a una grande transizione condotta da Calderon e ad un paio di buoni break difensivi. San Antonio ricade nel vizietto di gara 2 e inizia a buttare via troppi palloni, anche se Danny Green prova a entrare nella serie andando a bersaglio con la prima (e unica) tripla della sua serata. Leonard continua a catturare tutto ciò che si muove e, se prima si perde proprio sul più bello, nel possesso successivo non fa sconti e muove il punteggio sfruttando l’accoppiamento con Ellis e andando a segno con un bel movimento in post. San Antonio si affida ancora una volta alle riserve per prendere l’onda giusta per rimettersi in corsa: Belinelli è perfetto dal campo e va a bersaglio con uno scoop mancino, Ginobili è sagace come pochi e perfetto dalla linea della carità ed ecco che gli ineffabili ospiti si riportano in vantaggio. Il mancino di Bahia Blanca incanta con due canestri dei suoi, ma Dallas non perde occasione per rispondere e sfruttare al meglio un paio di errori non forzati degli avversari. Harris, in ombra rispetto alle scintillanti prove di inizio serie, arma Wright per la schiacciata in alley-oop, Crowder porta a casa due punti battendo in velocità la difesa avversaria prima che una feroce difesa dei padroni di casa costringa gli ospiti all’ennesima persa. È 77-74 Dallas all’ultimo intervallo: i Mavs spingono il piede sull’acceleratore e giocano la loro pallacanestro fatta di ritmi alti e sapiente uso della transizione offensiva, ma San Antonio resta ad un’incollatura grazie alla consueta miniera d’oro proveniente dalla lunga e talentuosa panchina, spalla perfetta per un Duncan come sempre principesco.

La tavola è apparecchiata per un quarto periodo che profuma di duello rusticano: due pesi massimi al centro del ring, che se le sono date senza esclusione di colpi per undici riprese (tre, un po’ più lunghe, nel nostro caso) e che sono pronti a darsi battaglia nell’ultimo round della serata. Dallas sfoggia il quintetto piccolo, replicato in maniera speculare dagli Spurs: si parte, e dopo una rubata alla Arsenio Lupin del vecchio pirata argentino (Ginobili è diabolico e sfila la rimessa iniziale ai padroni di casa, rifinendola con un salvataggio miracoloso che permette a Parker di mettere a referto i suoi unici due punti della ripresa) è gara di liberi in un avvio inusuale che permette anche agli spettatori di tirare un po’ il fiato dopo 36 minuti vissuti in apnea. Leonard mostra una volta di più di essere un leader fatto e finito, replicando il giro in post del terzo periodo e imbucando una tripla che richiede sangue antartico nelle vene; Dallas non sta certo a guardare, e dopo il sorpasso ospite firmato da Splitter si rimette immediatamente in controllo grazie alle sensazionali giocate di Monta Ellis. 625x527-75Mississipi Bullet incanta con una maturità mai mostrata sui 28 metri di campo: la difesa ospite non trova le contromisure, e viene punita alternativamente coi jumper dall’arco o dal mid range oppure è trafitta dalla velocità delle penetrazioni dell’ex Bucks, che segna e fa segnare Nowitzki. I Mavs scrivono 17 punti consecutivi firmati dal duo, ma gli Spurs rispondono con una coppia quanto mai atipica: Argentina e Brasile parlano la stessa lingua sull’asse Ginobili-Splitter, con Manu che orchestra sapientemente il pick&roll con l’ex Vitoria. Tiago do Brasil è in grande serata, come testimoniato dalla sua ottima doppia doppia, e il vantaggio ospite viene immediatamente rimpinguato da un Leonard straordinario almeno quanto la circolazione di palla degli uomini di coach Popovich. Diaw firma il +5 (100-95) con un tiro in corsa a due giri di lancette dal termine del match; l’inerzia sembra essere tutta dalla parte degli Spurs, ma stasera non è possibile fare i conti senza l’uomo del giorno: Ellis va a bersaglio dalla media, prima di inventarsi un gioco da tre punti con un tiro alla Dwyane Wade che vale il 102 pari. Le ultime azioni sono un condensato di emozioni e adrenalina: San Antonio esegue come un’orchestra, seguendo alla lettera lo spartito; Dallas si affida invece alla vena jazzistica di Ellis. Con gli ospiti avanti di due punti, Monta riceve in punta e mette la quarta per battere Duncan in entrata; il caraibico lo contiene, ed ecco che l’uomo dal Mississipi si inventa un gancio in corsa degno di un Miles Davis dei canestri. 106 pari con 24 secondi da giocare, e chi pensa che lo spettacolo sia finito qua si sbaglia di grosso, perché è proprio adesso che urge allacciare le cinture per un finale da infarto.140426_ginobili_670x377 San Antonio sfrutta quasi tutto il cronometro a sua disposizione, Ginobili si butta dentro sul blocco di Duncan e va a canestro: un giro, due giri sul ferro, e pallone che muore sul fondo della retina per il +2 Spurs. Manca un secondo e sette decimi, e Dallas è pronta a rimettere in gioco dopo due timeout: stavolta Popovich lascia Duncan in campo, forse memore di quella notte dello scorso giugno che ancora brucia (e probabilmente brucerà per sempre) in fondo all’anima degli Spurs. Dallas disegna la rimessa che liberò Ellis per il tiro vincente in quel di Portland, ma stavolta Calderon si affida a Carter che si apposta nell’angolo più vicino: Vince riceve, esita per mandare fuori tempo Ginobili e si alza dall’arco. Il respiro trattenuto dai 20mila abbondanti dell’American Airlines Center si trasforma in ruggito, quando il pallone lanciato da Vinsanity muove ineluttabilmente la retina per il sorpasso di Dallas. È l’ultimo per questa sera, quello che vale il punto del 2-1: i Mavericks proteggono casa, ricacciando il primo assalto degli Spurs e vincendo 109-108 al termine di una partita mozzafiato.

hi-res-a3677d174d365c08dc79f2926be2ba96_crop_northHalf Man, Half Amzing: Vince Carter sembrava aver messo uno dei suoi tanti soprannomi in soffitta, in un tramonto di carriera comunque luminoso ma ormai privo dei bagliori di un tempo. Ma stanotte Vincredible è tornato lui, regalandosi un tiro che entra di diritto nella storia dei playoff Nba. La sua magia vale il 2-1 in favore dei Mavs, che trionfano in una partita più incerta che mai come testimoniato dai 18 avvicendamenti nel punteggio. Dallas, oltre al tiro decisivo di Carter, vince grazie a un Ellis strepitoso che ritocca il suo career high nei playoff (29 punti) al termine di una partita di qualità e quantità; la sua prestazione monstre ruba la scena alla serata di Nowitzki, che è ottimo attore non protagonista con i suoi 18 punti e 7 rimbalzi. A completare il quadro ci sono la doppia doppia di Dalembert (13 punti e 10 rimbalzi) e l’ennesima serata di grazia di Calderon che chiude con 16 punti e 9 assist. San Antonio corregge gli errori che hanno portato alla disfatta in gara 2, me non è sufficiente per imporsi in trasferta: Parker è magistrale nel primo tempo ma si eclissa nella ripresa, e un Duncan strepitoso, che guida i suoi con 22 punti, non basta a compensare il brutto secondo tempo del franco-belga. Leonard è pressoché perfetto, chiudendo con 17 punti (7/8 al tiro), 5 rimbalzi e 5 rubate, e Splitter porta un mattone consistente alla causa con una doppia doppia da 14 punti e 13 rimbalzi. L’efficacia della panchina, trascinata da un Ginobiili impreciso ma decisamente clutch nel finale, non basta ad avere la meglio sui padroni di casa, che mostrano come il successo esterno in gara 2 sia stato tutt’altro che una coincidenza. Lunedì notte è in programma un match che potrebbe svelare un indizio importante per la risoluzione del giallo: Dallas va a caccia della chance del match point, e vuol volare sull’onda dell’entusiasmo. Riusciranno gli Spurs e rialzarsi dal doppio K.O. e a prendersi la rivincita prima del ritorno sotto l’Alamo? Lo scopriremo presto, e se cercate una serie dalle mille emozioni date un’occhiata in terra texana: troverete due squadrette niente male che fanno proprio al caso vostro.

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