I Toronto Raptors atterrano a Brooklyn a caccia della prima vittoria in trasferta in gare di playoff dal 6 maggio del 2001, giorno di apertura della semifinale della Eastern Conference al First Union Center di Philadelphia.
In quell’occasione Iverson e Carter incrociarono le spade in uno dei duelli in singolar tenzone più spettacolari e appassionanti che la lega ricordi. Oggi si affrontano due collettivi fra le fila dei quali è difficile isolare singole individualità.
Negli episodi precedenti l’equilibrio ha regnato sovrano, tanto che il divario totale, sommando gli esiti delle due sfide andate in archivio, parla di un misero +2 in favore dei Nets. Se nelle due gare precedenti i cosiddetti lead changes sono stati ben 15 (9 solo in gara 2 più 9 parità), al Barclays Center sono addirittura 7 le circostanze in cui nell’arco della prima frazione di gioco le due squadre si alternano nella conduzione del punteggio.
Alla vigilia del match la banda di Kidd ha ben chiare le proprie certezze e, viceversa, le innegabili criticità. Fra le prime vi è indubbiamente il dato della percentuale nel tiro da 3 punti (all’Air Canada Centre si è tirato con 11-48) dal primo gennaio in poi, ovvero da quando a sud dell’Est River si gioca lo Small Ball: 34.4% fuori casa, 39.2% fra le mura amiche.
Se prendiamo come riferimento le quattro gare di regular season in cui si sono affrontate le due compagini siamo sul 22-44 al Barclays Center e sul 12-39 in Canada. Il problema principale che Brooklyn è chiamata a fronteggiare, alla luce di quanto si è visto finora, riguarda invece l’inferiorità sotto le plance.
In gara 2 infatti Toronto ha segnato 50 punti nel pitturato (a fronte dei soli 34 di gara 1) con 24-42 al tiro. Il conto dei rimbalzi invece recita un complessivo 97-67 in favore dei giovani Raptors (52-30 in gara 2). La percentuale dei rimbalzi d’attacco disponibili catturati in totale dalla squadra dice 35.5% Raptors, 20.5% Nets.
È piuttosto evidente che il mismatch Amir Johnson – Paul Pierce non è del tutto indifferente nel produrre questo tipo di esito. Per ovviare a questa situazione si richiede a gran voce un incremento nell’impiego di KG che, all’ultimo controllo, risultava pur sempre il migliore dei suoi per defensive rating (100.5 punti subiti dai Nets per 100 possessi, quando lui è in campo) e che in Canada ha visto il parquet in 39 minuti complessivi.
Dalla parte dei Raptors invece, vi è un’assoluta necessità di contenere le palle perse (40-19 il totale delle squadre a sfavore di Toronto nei primi due atti).
Comincia la partita e i Raptors fanno l’andatura di testa. DeRozan, Valanciunas e Lowry non sembrano affatto intimoriti dal cambio di scenario e portano Toronto al primo mini-riposo in vantaggio di 4 lunghezze, sul 23-19.
Nel secondo quarto la panchina dei Nets riesce a ricucire lo svantaggio consegnando a Deron Williams la possibilità di sancire la parità realizzando il layup del 35-35.
La partita si riassume in sostanza in due giocate che si dipanano in rapida successione sul finire del secondo periodo.
Prima Pierce incrocia il palleggio sulla linea dei 3 punti lasciando sul posto il povero Hansbrough ed affonda la schiacciata del 45-41. Poi Garnett, un paio di azioni dopo, si tuffa su una palla vagante sporcata da D-Will e colpita da Ross con un piede, conquistando il possesso e mostrando orgogliosamente al pubblico la scritta Brooklyn che porta sul petto.
Come fa da anni sui parquet NBA, il Bigliettone riesce ancora una volta ad infiammare il pubblico investendo l’ambiente di una scarica elettrica in grado di tracciare la via per i beniamini di casa.
Il terzo quarto è infatti appannaggio dei bianco-neri che con due triple di Johnson (29 punti alla fine) e 6 punti in fila di Pierce cercano di prendere il largo.
Greivis Vasquez, che nelle partite di Toronto era stato un fattore segnando 14.5 punti e 8.0 rimbalzi di media (in più era ottavo nei playoff per percentuale nell’impatto di un singolo giocatore sugli eventi della squadra fra chi gioca più di 20 minuti dietro solo a grandissimi del calibro di Aldridge, George, Griffin, James e Durant, per dirne alcuni) è un po’ meno incisivo per i suoi: chiuderà con 7 punti e 6 assist.
Molto meglio di lui fa l’altro enfant terrible della panchina dei Raptors, Patrick Patterson che segna 17 punti con 3-4 dalla lunga distanza. Finisce il terzo quarto sul 77-66 Nets.
Negli ultimi 12 minuti il vantaggio di Brooklyn arriva persino a toccare le 15 lunghezze, quando a 5:01 dalla fine Joe Johnson infila la tripla dal vertice alto di sinistra.
Nel finale tuttavia i Raptors si rifanno sotto grazie alle affondate di Lowry e DeRozan (altro trentello per il numero 10). Il primo però finisce fuori per falli, con 15 punti segnati.
Sul 98-96 per Brooklyn a 19 secondi dalla sirena, Patterson ha l’occasione per pareggiare dalla linea della carità, ma la palla pesa e nemmeno un autentico protagonista della serata come lui riesce a convertire alcuno dei due liberi.
Paul Pierce nell’altra metà campo fa vedere che di personali decisivi ne ha tirati qualcheduno in carriera: non si fa pregare e realizza il +4 che Brooklyn porta fino in fondo. Vincono i Nets 102-98 e guadagnano nuovamente il vantaggio nella serie.
Deron Williams finisce con 22 punti e 8 assist. Valanciunas (16 pts e 16 reb di media all’Air Canada Centre) chiude con 10+10 ma questa volta non basta.
La sfida è comunque equilibrata, gli scarti nel punteggio delle singole partite sono irrisori e i Raptors avranno tempo e modo per rifarsi, già a partire da gara 4, domenica ancora al Barclays Center.
grande amante del basket, del vino e della scrittura, segue l’NBA dal 1994, quando i suoi occhi furono accecati dal fulgido bagliore emanato dal talento irripetibile di Penny Hardaway. Nutre un’adorazione incondizionata per l’Avv. Federico Buffa e non perde occasione di leggere i pezzi mai banali di Zach Lowe.