“Dynasty or Done?”
Così titolava il Miami Herald alla vigilia della prima gara di Playoffs dei campioni in carica degli Heat.
Seppur apparisse decisamente esagerato definire “done”, finita, una squadra che ha disputato tre finali nelle ultime tre stagioni, portandosi a casa due Larry O’Brien e chiudendo l’ultima regular season con 54 vittorie all’attivo (secondo miglior fatturato ad Est alle spalle dei Pacers), il titolo scelto da Greg Cote per aprire le pagine del giornale più in voga a South Beach e dintorni era sicuramente sintomatico del momento e dello stato di forma vissuto dai due volte campioni NBA a poche ore di distanza dall’esordio nella postseason 2014.
11-14 il record nelle ultime 25 gare disputate da Lebron e compagni; 28 le partite saltate da Dwyane Wade lungo la stagione regolare, con più di un dubbio sulle sue condizioni fisiche per la durata dei playoffs; una squadra mai sembrata così vulnerabile e fragile strutturalmente da quando il Re e Bosh hanno scelto di portare i loro talenti verso la Florida.
Dall’altra parte i Bobcats, inaspettatamente ai Playoffs dopo diverse campagne passate ai confini (più bassi) della classifica (record della stagione passata, 21-61), con il settimo seed a Est (43-39, 52% di vittorie) e tanta voglia di far bene, soprattutto al cospetto dei (bi)campioni in carica.
Pressioni praticamente nulle, tantissima energia e incoscienza, trattandosi per molti dei componenti del roster della prima postseason della loro carriera.
RECAP
Con queste premesse, si è aperta ieri all’American Airlines Arena la serie tra Bobcats e Heat.
Guidati da uno straripante Al Jefferson (4/4 dopo pochi minuti), Charlotte ha da subito messo in difficoltà i padroni di casa, approfittando dell’accoppiamento con Udonis Haslem optato da Spoelstra per arginare l’uomo chiave dei Cats.
Gli uomini di Clifford scappano infatti sul +9, costringendo il coach di Miami a chiamare la prima sospensione della gara e ad operare alcuni aggiustamenti tattici.
Proprio una scelta di coach Spo, quella di tornare sul parquet con il quintetto piccolo scongelando dalla panchina James Jones, e l’infortunio patito negli ultimi momenti del primo quarto da Big Al, con problemi di fascite plantare al piede, cambiano totalmente l’inerzia della partita.
Miami chiude infatti la prima frazione sotto di 4 lunghezze, ma al ritorno dalla pausa piazza un parziale di 17-0 che spezza le gambe agli avversari.
Le chiavi del gioco vengono affidate a Wade, che sale decisamente di livello e guida i suoi verso la doppia cifra di vantaggio, ben coadiuvato da role players come Norris Cole e l’inatteso James Jones. Le conclusioni in sequenza di Gary Neal e Kemba Walker servono solo ad arginare l’emorragia e a chiudere il primo tempo sul -7.
Al ritorno dal riposo lungo, Miami pensa di poter gestire senza patemi la situazione, ma Charlotte ha ben pochi timori reverenziali e con uno scatenato Kemba Walker (8 punti nel quarto) segna i primi 10 punti della terza frazione.
Gli Heat capiscono allora che è arrivato il momento di dare una svolta alla partita, soprattutto in virtù degli evidenti limiti di Al Jefferson derivanti dal problema al piede. Lebron James piazza un paio di triple che si lasciano guardare volentieri, Wade continua a mettere in difficoltà il sistema difensivo dei Bobcats sfruttando soprattutto il miss-match spalle a canestro e James Jones si erge a terzo violino della squadra.
Il risultato? Heat che si riportano avanti di 7, annullando di fatto gli sforzi profusi dai ragazzi di Clifford.
L’ultimo quarto è ordinaria amministrazione. Miami gestisce bene il vantaggio, allungando fino al +17 a metà periodo. McRoberts inchioda in faccia a Chris Andersen una schiacciata da Top 3 della notte, ma a nulla servono i canestri in chiusura di quarto di Neal e Walker.
Gli Heat chiudono col punteggio di 88-99 portandosi avanti 1-0 nella serie.
ANALISI E CURIOSITA’ DAL CAMPO
– Lebron James, dopo aver regalato una prestazione da 61 punti nell’ultima uscita contro Charlotte, apre i playoffs numero nove della sua carriera mettendo a referto 27 punti, frutto di un perfetto 50% dal campo con 8/16, 4/8 da tre punti e raccogliendo 9 rimbalzi. Performance che gli vale l’ottavo posto assoluto nella speciale classifica dedicata ai punti segnati nella postseason (3.898, superata una leggenda come Larry Bird ferma a 3.897).
– Dwyane Wade, come già detto più sopra nell’articolo, si presentava ai nastri di partenza con 28 partite saltate in stagione e parecchie incertezze sul suo stato di forma. Il capitano degli Heat, con una prestazione davvero solida, sia in attacco (23 punti con 10/16 dal campo, 5 assist) che in difesa (Gerald Henderson tenuto a 6 punti e 3/9 dal campo), ha zittito gli scettici rispedendo al mittente tutte le critiche sul suo conto.
– L’infortunio al piede di Al Jefferson potrebbe rivelarsi il turning point oltre che di Gara 1,dell’intera serie tra Bobcats e Heat. Il big man di Charlotte infatti, faro indiscusso dei suoi, se non sarà al 100% sarà sicuramente un fattore in negativo per le sorti della propria squadra, dato che le flebilissime speranze dei Cats di portarsi a casa almeno una partita nella serie risiedevano tutte sulle sue spalle.
– I 4 falli fischiati prematuramente a Kidd-Gilchrist e la prestazione decisamente sottotono di Douglas-Roberts, hanno permesso a Lebron James di salire di colpi nel corso della partita. Il matchup con l’ex Virtus Bologna ha prodotto infatti un eloquente 5/6 per 15 punti da parte del Prescelto, mentre l’accoppiamento con gli altri difensori lo aveva limitato a 12 punti con 3/10 dal campo.
– Miami ha tirato 26 tiri liberi, Charlotte 12 di cui 6 nel solo ultimo quarto. I Bobcats hanno bisogno di attaccare maggiormente il ferro se vogliono sperare di trarre qualche spunto positivo da questa serie. Gli Heat, d’altro canto, hanno sfruttato magistralmente la maggior fisicità dei propri effettivi, soprattutto negli accoppiamenti tra James – Douglas-Roberts e Wade-Henderson.
WHAT’S NEXT?
Se qualcuno poteva aspettarsi un exploit da parte di Charlotte in questa serie, ora che Al Jefferson sarà limitato dalla fascite plantare questo scenario appare più che remoto.
Gli Heat sembrano essere già in pieno controllo delle operazioni e ora come ora non sembra così lontano il profilarsi di un 4-0 in favore degli uomini di Spoelstra.
Prossimo appuntamento, mercoledì notte all’1.00, sempre all’AAA per Gara 2.
Appassionato di basket americano e di calcio, soprattutto quello inglese da qualche tempo, è laureato triennale in Scienze Politiche presso la LUISS di Roma e studia Marketing presso lo stesso ateneo. Gioca agonisticamente a basket. Conta diverse collaborazioni sul web come redattore sportivo, specializzato in basket NBA. E’ regolarmente iscritto all’ODG del Lazio come pubblicista.