LeBron James si rompe il naso nella partita vinta con i Thunder ed è costretto a rimanere in borghese nella gara successiva? Nessun problema. Chris Bosh e Dwyane Wade fanno un ottimo lavoro contro i Bulls in una “bollente” serata domenicale, portando a cinque i successi di fila degli Heat, con il mirino sempre puntato verso i Pacers.
2) Oklahoma City Thunder (43-14) (-1)
E’ folle pensare che i Thunder siano peggio con Russell Westbrook in campo. Eppure sono 0-2 da quando l’ex UCLA è tornato a solcare il parquet dopo l’intervento al ginocchio. Ci sarà da aspettarsi un periodo di assestamento in quel di OKC, almeno fino a quando Westbrook non ritornerà in piena forma.
3) Indiana Pacers (43-13) (-1)
Il vero punto debole dei Pacers era la panchina ed ecco che Larry Bird ha sfoderato due mosse niente male per rinforzare le seconde linee. Infatti, prima ha firmato Andrew Bynum che, salvo ennesimi problemi comportamentali, sarà un’ottima aggiunta al reparto lunghi. Poi, dai Sixers, ha ottenuto Evan Turner – per cui è stato sacrificato Danny Granger – ottimo giovane che regala qualità offensiva in uscita dal pino.
4) San Antonio Spurs (40-16) (=)
L’annuale serie di trasferte dovute al Rodeo – non giocano in casa dal primo febbraio! – è arrivata finalmente alla fine con la pesante sconfitta subita contro i Suns. Ma un record di 6-3 con una stella come Tony Parker fuori per gran parte del viaggio è più che accettabile.
5) Houston Rockets (39-18) (+2)
La loro corsa, durata otto partite, è stata letteralmente stoppata da Jermaine O’Neal nella sconfitta di Oakland, contro i Warriors. Sconfitta che è stata immediatamente dimenticata grazie a due vittorie che rilanciano i Razzi all’inseguimento degli Spurs.
6) Portland Trail Blazers (39-18) (-1)
Senza un giocatore fondamentale come LaMarcus Aldridge, i Blazers sono stati capaci di perdere di soli due punti contro gli Spurs, la scorsa settimana, per poi iniziare una serie di tre vittorie consecutive con un Lillard davvero in gran spolvero e un Thomas Robinson capace di far rimpiangere solo parzialmente l’assenza dell’ex Longhorn.
7) Los Angeles Clippers (39-20) (-1)
I Clippers non hanno propriamente un record in trasferta (16-15) degno di una possibile contender, ma l’impressionante vittoria di domenica ad Oklahoma City ha restituito un po’ di credibilità lontano dallo Staples Center.
8) Golden State Warriors (35-22) (+1)
I Warriors sono usciti dalla pausa per l’All-Star Game con quattro vittorie di fila, nonostante l’assenza del centro titolare Andrew Bogut. L’australiano è stato egregiamente sostituito da Jermaine O’Neal, lontano parente del giocatore che era fino a qualche anno fa, ma che, quando è in forma, riesce ancora a dare il suo notevole contributo, come dimostrano la stoppata vincente che ha regalato ai suoi il successo contro i Rockets e i 23 punti con 13 rimbalzi siglati contro i Nets.
9) Dallas Mavericks (35-23) (+1)
Le otto vittorie nelle ultime dieci partite stanno proiettando i Mavs verso una sempre più certa qualificazione ai playoff. Merito di un sistema di gioco ben collaudato che si basa prettamente sulla fase offensiva, guidata da due finalizzatori come Dirk Nowitzki e Monta Ellis, sempre più in simbiosi.
10) Phoenix Suns (33-23) (-2)
Eric Bledsoe potrebbe tornare ad allenarsi con la squadra già dalla prossima settimana. Un buon segno in vista della corsa playoff dei Suns che hanno comunque mantenuto un alto livello in tutte queste settimane senza di lui.
11) Memphis Grizzlies (31-24) (=)
Il fatto che i Grizzlies siano 6-4 in questo mese è alquanto incredibile. L’attacco ha messo a segno solo 97.5 punti ogni 100 possessi a febbraio, pareggiando il secondo peggior rating dell’intera lega. Ma quando si rallenta il ritmo del gioco, mettendo in pratica una difesa asfissiante come quella dei Grizz, allora ci sono buone probabilità di uscirne vincitori.
12) Toronto Raptors (32-25) (=)
I Raptors hanno vinto sei delle ultime sette partite, portandosi a ben sette vittorie sopra il 50% per la prima volta dal 20 febbraio 2010. Ne è passato di tempo…
13) Chicago Bulls (30-26) (=)
Dopo l’eloquente disfatta di Miami, contro degli Heat privi di LeBron James, è giunta una rocambolesca vittoria con gli Hawks, importante per scacciare l’attacco dei Wizards al quarto posto.
14) Washington Wizards (29-28) (+1)
Dopo averne messi 30, con tanto di buzzer beater, Nenè si è dovuto fermare per una distorsione del legamento del ginocchio che lo terrà fuori per almeno sei settimane. Brutta tegola per la corsa ai playoff dei Wizards che stanno cavalcando l’onda di tre vittorie consecutive.
15) Brooklyn Nets (26-28) (+2)
La notizia del contratto firmato da Jason Collins (primo giocatore gay dichiarato nella NBA) ha leggermente distolto lo sguardo verso la stagione dei Nets che stanno provando, tra frequenti alti e bassi, a raggiungere la miglior postazione possibile con cui accedere alla prossima post-season.
16) Minnesota Timberwolves (28-29) (+2)
Kevin Love ha segnato almeno 30 punti in cinque partite consecutive, ma Minnesota ha bisogno di molto di più per poter ridurre il distacco di cinque lunghezze e mezzo dalla zona playoff. Impresa non facile, considerando, soprattutto, che Kevin Martin e Nikola Pekovic non torneranno così presto.
17) Charlotte Bobcats (27-30) (+2)
I Bobcats stanno continuando nel loro tentativo di riportare i playoff a Charlotte dove mancano dal 2010. Sono reduci da quattro vittorie di fila e hanno aggiunto, nel frattempo, un ottimo bench scorer come Gary Neal che potrà rendersi utile alla causa. Sfortuna vuole, però, che le prossime quattro partite siano contro le migliori quattro squadre della lega: Oklahoma City, Miami, San Antonio e Indiana, con le prime tre fuori casa.
18) Atlanta Hawks (26-30) (-4)
Se c’è una squadra che può uscire dalla corsa playoff ad Est, nelle prossime settimane, è proprio Atlanta. Gli Hawks hanno interrotto una striscia di otto sconfitte consecutive nella vittoria in rimonta di sabato contro i Knicks, ma sono subito tornati a perdere contro i Bulls, nell’ultima partita casalinga prima di sei trasferte, di cui la maggior parte, alquanto proibitive, specialmente se non dovesse esserci Paul Millsap a dar man forte.
19) Denver Nuggets (25-31) (-3)
Con le speranze di playoff ormai ridotte ad un ossicino minuscolo, i Nuggets stanno già inevitabilmente pensando alla prossima stagione che si spera possa essere un po’ più fortunata di questa.
20) Detroit Pistons (23-34) (=)
I Pistons, che non fanno i playoff dal 2009, sono a tre lunghezze e mezzo dall’ottavo posto ad Est. Non sarà facile, però, ridurre il gap in questa settimana, partita male con la sconfitta casalinga contro Golden State e che potrebbe proseguire ancora peggio date le due trasferte terribili in quel di San Antonio e Houston.
21) New Orleans Pelicans (23-33) (=)
Come se i recenti capitomboli non fossero già abbastanza, i Pelicans non sono stati in grado di effettuare nessuna mossa significativa prima della trade deadline. Un esempio? Scaricare il contrattone del deludente Eric Gordon.
22) Cleveland Cavaliers (22-36) (+1)
Le recenti sei vittorie di fila avevano fornito un po’ di linfa vitale ad una stagione sinora buia da parte dei Cavs. Purtroppo, però, sono giunte tre sconfitte – di cui due contro i Raptors – che hanno nuovamente ridimensionato le ambizioni di Irving e compagni.
23) Utah Jazz (20-36) (+1)
Nella sicuramente non brillante stagione dei Jazz sono pochi i lati positivi. Uno di questi è Enes Kanter che sta finalmente entrando nelle grazie di coach Corbin, ripagando la fiducia con ottime prestazione, come accaduto la scorsa settimana in cui ha tenuto una media di 22.7 punti (64.6% al tiro) e 9 rimbalzi, nonostante le tre sconfitte.
24) Sacramento Kings (20-37) (+3)
Tre vittorie nelle ultime quattro uscite hanno ridato un po’ di colore alla stagione dei Kings che possono guardare al futuro con maggiore serenità grazie anche al trio Thomas-Gay-Cousins, autore di 92 punti nel successo di domenica contro i Nuggets.
25) New York Knicks (21-36) (-3)
Nessuna mossa di mercato degna di nota (buyout di Metta World Peace e Beno Udrih a parte), ma almeno non è stata peggiorata una situazione che già di per sé non è delle più semplici, considerata la stagione disputata fin qui e ciò che li attende quest’estate.
26) Los Angeles Lakers (19-38) (=)
I Lakers hanno usato sei differenti quintetti nelle ultime sei partite e ben 29 nel corso dell’intera regular season. Quest’inconsistenza – vuoi un po’ per gli infortuni, vuoi un po’per le decisioni del coaching staff, vuoi un po’ per la noia – la dice la lunga sul fatto che siano la peggior squadra ad Ovest.
27) Boston Celtics (19-39) (-2)
Quattro sconfitte in altrettante partite da dopo la pausa per l’All-Star Game. Ormai a Boston si pensa a costruire per il futuro e perdere non fa più notizia.
28) Orlando Magic (17-42) (=)
Scaricare Glen Davis ha significato due cose per i Magic: liberare minuti per i lunghi emergenti della squadra (Big Baby giocava 30.1 minuti di media) e abbassare il livello medio per aumentare le chance di ottenere una delle prime scelte al Draft.
29) Milwaukee Bucks (11-45) (+1)
Riusciranno a mantenere il peggior record della lega visto il folle tanking dei Sixers?
30) Philadelphia 76ers (15-42) (-1)
Cosa c’è di peggio di perdere undici partite di fila? Cedere il proprio miglior marcatore (Evan Turner) e il miglior rimbalzista (Spencer Hawes). La ricostruzione è ufficialmente partita.
Personal trainer e grande appassionato di sport americani. Talmente tanto che ho deciso di scrivere a riguardo.
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