klov464“Love is in the air, every sight and every sound”. Così cantava nel 1978 John Paul Young. A Minneapolis, a distanza di 25 anni, va di moda la versione rivisitata del brano che è divenuto un vero e proprio successo: “Love is in the air, every point and every rebound”.

E a giudicare dalle cifre messe insieme dal numero 42 in questo inizio di stagione, al Target Center non si fa altro che cantare.

Kevin Love e i Minnesota Timberwolves sono la vera sorpresa di queste prime settimane di regular season. Dopo anni sfortunati in cui gli infortuni l’hanno fatta da padrone sembra finalmente arrivata la definitiva consacrazione per una squadra piena zeppa di talento.

E non a caso il tutto è coinciso con il ritorno di Love, assente gran parte della scorsa stagione per una frattura alla mano, capace di battere record su record grazie ai suoi 26,8 punti di media, 13,6 rimbalzi e 4,5 assist. Cifre incredibili che lo hanno portato ad entrare nel libro dei record dell’NBA:

  • 4° giocatore dalla stagione ’54/’55 ad avere più di 30 punti, più di 15 rimbalzi e più di 8 assists in una gara giocando meno di 35 minuti.
  • 1° nella storia ad avere 27,14 e 5 assists di media nelle prime 6 partite di regular season.
  • 1° ad avere 30 o + punti e 15 o + rimbalzi in 3 delle prime 6 partite dopo Olajuwon.
  • 1° nella storia della NBA con 30 punti 15 rimbalzi 8 assists e 3 triple segnate in una partita.
  • E’ il primo giocatore non guardia per tocchi di palla di media in una partita nelle prime 6 partite di regular season nelle prime 15 posizioni (5°).
  • 1° nella storia della NBA ad aver realizzato in una partita 4 tiri da 3 punti, 19 rimbalzi e 7 assists.
  • 1° nella storia della NBA con 240 punti, 125 rimbalzi e 45 assists nelle prime 9 partite di regular season.

Se dovesse continuare così per tutte le 82 partite di stagione regolare rischierebbe di chiudere ogni singola partita in doppia doppia. Impossibile non parlare di MVP. Kevin Love è, al momento, il più serio candidato alla vittoria del premio anche per le prestazioni della squadra. Minnesota, infatti, è al 8° posto all’Ovest con un bilancio di 7 vittorie e 5 sconfitte. Ruolino di marcia frutto di un percorso quasi impeccabile al Target Center dove sono arrivate 5 vittorie ed 1 sola sconfitta contro gli Warriors.

Ma mai come quest’anno i Timberwolves non sono solo Love. A Minneapolis possono godere di un quintetto base di tutto rispetto a partire dalla visione di gioco di Ricky Rubio che garantisce assists e spettacolo.

E’ poi arrivato Kevin Martin che, dopo la stagione da sesto uomo ad Oklahoma, è tornato a segnare con continuità: 24,4 punti di media con un fantascientifico 47,4% da 3. Avere 2 dei primi 6 marcatori della Lega non è poi così male. Completano il quintetto Corey Brewer, in attesa del rientro di Chase Budinger, e Nikola Pekovic, che fresco di rinnovo viaggia a quasi 14 punti di media e 9 rimbalzi.

Detto del quintetto si arriva alle dolenti note. Minnesota è una squadra che vive e muore con i suoi primi 5 giocatori, non ci sono cambi all’altezza e questo può limitarla pesantemente da qui alla fine della stagione. La società lo sa e sa anche che nel 2015 il contratto di Love scadrà e le voci provenienti da Los Angeles e New York suonano alle orecchie del 42 come il canto delle sirene.

Milt Newton, il nuovo gm, avrà l’arduo compito di costruirgli attorno una squadra competitiva che lo spinga a rinnovare con i Wolves. Sono già con le valigie in mano la seconda scelta assoluta del 2011 Derrick Williams ed il russo Alexey Shved, messi alla porta per ottenere in cambio un giocatore che faccia fare il definitivo salto di qualità alla squadra.

Perdere Love significherebbe dare il via ad una nuova ricostruzione. Sarebbe un peccato per la città di Minneapolis, proprio ora che s’iniziava ad intravedere la luce spentasi nella stagione 2003/04, la Minny di Kevin Garnett. Ora che si era tornati a respirare basket d’alta quota. A respirare quell’aria. Love is in the air.

 

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