I Raptors stanno cercando di cambiare rotta dopo anni di mediocrità e di record sempre perdenti: per fare questo hanno deciso di sacrificare Andrea Bargnani e di provare a dare le chiavi della franchigia a Rudy Gay. Nel contempo, sperano che i giovani scelti nel corso degli ultimi anni completino il loro processo di maturazione e portino un effettivo contributo alla causa dei Raptors.
Conference: Estern
Division: Atalntic
Arrivi: D.J. Agustin (f.a.), Tyler Hansbrough (f.a.), Steve Novak (f, Knicks)
Partenze: Quentin Richardson(f.a.), Linas Kleiza (f.a.), Marcus Cambiy (f.a.), Andrea Bargnani (Knicks)
Draft: nessuna scelta
Probabile quintetto base:
PG: Lowry
SG: DeRozan
SF: Gay
PF: Johnson
C: Valanciunas
Roster
Guard: Carlos Morais, DeMar DeRozan, Landry Field, Terrence Ross, Julyan Stone, D.J. Augustin, Dwight Buycks, Kyle Lowry
Forward: Austin Daye, Rudy Gay, Steve Novak, Chris Wright, Tyler Hansbrough, Amir Johnson, Quincy Acy
Center: Aaron Gray, Jonas Valanciunas
Head-Coach: Dwane Casey
A Toronto volevano cambiare le cose, volevano una squadra diversa, facce diverse in campo, e così nel giro di pochi mesi l’orizzonte in Canada è cambiato.
Masai Ujiri è il nuovo GM dei Raptors, torna dopo l’esperienza a Denver, nella franchigia che gli aveva fatto mettere piede nell’NBA e sostituisce Colangelo, che non è stato in grado di fare diventare stabilmente i Raptors una squadra da play off.
Ad onor del vero già Colangelo aveva iniziato a smontare la squadra portando ai Raptors Rudy Gay e lasciando partire Calderon, poi Ujiri è andato avanti nel percorso di cambiamento mandando Bargnani a New York, sponda Knicks, in cambio di Novak, Richardson e Camby; dei tre solo Novak è rimasto a Toronto, Richardson e Camby sono stati tagliati subito dopo la loro acquisizione, probabilmente i due non si sono nemmeno presi la briga di prendere l’aereo per andare in Canada: davvero un po’ poco come contropartita tecnica per la prima scelta assoluta del 2006.
L’arrivo di Gay nella passata stagione aveva dato una prima scossa alla squadra, visto che dopo la trade il record dei canadesi è stato di 18 vinte e 18 perse, non sufficiente a cambiare radicalmente gli orizzonti della squadra, ma sicuramente interessanti visti nella prospettiva di una intera stagione giocata da Gay con i Raptors.
L’addio di Bargnani, in definitiva partito per Novak, ha ulteriormente cambiato la geografia tecnica della squadra che nella stagione 2013/2014 vedrà la posizione di centro titolare affidata a Valanciunas, fresco vice campione d’Europa con la Lituania e MVP della Summer League di Las Vegas, con Aaron Gray come primo cambio, certamente un quadro tecnico diverso da quello con l’italiano in campo come centro titolare.
La dirigenza Raptors ha chiaramente deciso che l’esperimento di costruire una squadra “europea” è fallito e hanno iniziato un massiccio percorso di ristrutturazione che ha cambiato in fretta gli uomini e con loro lo stile della franchigia, si è passati da Calderon – Keleiza – Bargnani a Lowry – Gay – DeRozan, un “discreto” cambio d’orizzonte…
Adesso Toronto è una squadra giovane, il più esperto è il ventiseienne Amir Johnson, che guarda tutti dall’alto delle sue 8 stagioni di esperienza NBA, piena di giocatori atletici ed esplosivi con i soli Valanciunas e l’angolano Morais di provenienza non statunitense.
La presenza di Rudy Gay ha sicuramente dato ai Raptors un giocatore dietro fisico, in grado di difendere sui grandi della lega, se ne ha voglia, come Lebron James e Durant, e con sufficiente talento per crearsi i propri tiri da solo senza dover aspettare gli scarichi dietro la linea da tre punti come faceva Bargnani.
Gay ha mostrato talento fisco e tecnico notevole a Memphis dove però a sofferto la presenza divenuta via via sempre più ingombrante di Conley, Randolph e Gasol, che gli hanno tolto tiri ed importanza nel sistema offensivo dei Grizzlies.
Adesso a Toronto ha la possibilità di tornare ad essere il go-to-guy della squadra e cercare di dare il suo tono fisico alla partita. Può essere un giocatore che incide sia fisicamente sia tecnicamente ai due estremi del campo, dovrà però avere la voglia ed il carattere di essere “quel” giocatore, dimostrando una intensità che non sempre ha accompagnato le sue evoluzioni a Memphis.
Certo l’arrivo di Gay potrà dare sicuramente una spinta ai Raptors, ma non una spinta tale da cambiare radicalmente i destini della squadra canadese: con Gay l’anno passato i Raptors hanno avuto un record del 50% tra vinte e perse, ed è quello probabilmente il tipo di record che possono pensare di tenere nella prossima stagione, record che nella Eastern Conference 2013-2014 molto probabilmente vuol dire play off con annessa dignitosa uscita al primo turno contro la Miami di turno.
Che speranza hanno i Raptors di cambiare il loro destino?
Con questo roster non molte, nel senso che la squadra al momento non è da lotteria ma allo stesso tempo che non può ambire a nessun traguardo di rilievo, la speranza per i canadesi è che i giocatori scelti negli ultimi anni facciano finalmente il passo in avanti che ci si aspetta da loro, detto che aspettarsi che improvvisamente “clicchino” assieme DeRozan, Terrence Ross, Valancinuas e Johnson, sembra davvero difficile.
Valanciunas ha dimostrato sia all’Europeo sia alla Summer League di Las Vegas di continuare quel processo di maturazione che potrà portarlo ad essere un lungo decisivo nella NBA dei prossimi anni.
DeRozan anche nella passata stagione ha mostrato ulteriori progressi nel suo gioco, ma ad oggi la tremenda componente atletica che mette in campo è ancora predominante nel suo gioco, non avendo ancora sviluppato un tiro da fuori consistente nè una serie di movimenti offensivi credibili, solo il suo estremo talento fisico gli fa avere un vantaggio in attacco, mentre nella metà campo difensiva non è divenuto ancora un difensore incisivo come i suoi mezzi atletici gli permetterebbero di essere.
Terrence Ross entra nella sua seconda stagione NBA e con la nuova struttura di squadra che hanno i Raptors potrà trovare più spazio rispetto ai 17 minuti di media giocati nella scorsa stagione, minuti in più che potranno permettere a Toronto di capire che cosa hanno in mano, se una una vera Big Guard NBA o un altro grande atleta a cui hanno messo in mano un pallone da basket.
In questo panorama di giocatori “scommessa” Amir Johnson sembra davvero uno dei giocatori più consistenti del roster di Toronto, con tutti i suoi limiti, insieme al playmaker Kyle Lowry acquisito nella passata stagione dai Rocket e pur non essendo un playmaker tradizionale ha portato la sua attitudine e la sua grinta immutata in Canada, anche se non è stato in grado di incidere come invece si aspettava la dirigenza dei Raptors quando lo ha acquisito, questa stagione dovrà essere quella decisiva per Lowry, se essere il play titolare di una franchigia NBA oppure se portare altrove i suoi talenti (cit.).
L’innesto di due free agent d’esperienza ma di relativo impatto come Tyler “Psyco” Hansbrough e D.J. Agustin servirà ai Raptors dei giocatori di rotazione NBA in grado di portare il loro contributo nelle 82 partite di regular season, ma certamente nessuno dei due potrà cambiare i destini della franchigia canadese.
Molto probabilmente questa sarà una sorta di stagione del giudizio per i Raptors: l’allenatore è nell’ultimo anno del suo contratto, tanti giocatori devono dare delle risposte sul loro futuro NBA, ovvero far capire che tipo di giocatori potranno essere nei prossimi anni, Gay potrebbe decidere di esercitare la player option presente nel suo contratto e esplorare la freeagency nell’estate del 2014, il nuovo GM Masai Ujiri potrebbe voler ulteriormente proseguire nella sua opera di restailing del roster della squadra, anche se i contratti e lo spazio salariale attuali non sembrano dargli molto spazio di manovra. Insomma ci sono tanti punti interrogativi nella prossima stagione dei Raptors.
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