Squadra che vince non si cambia. Dopo l’arrivo di James e Bosh ormai nell’estate 2010, il nucleo principale della squadra non è stato toccato. Le uniche pedine a cambiare nel tempo sono state quelle di contorno, acquisite con cura per costruire quella che ad oggi è una macchina perfettamente oliata da Spoelstra, grazie anche e soprattutto agli insegnamenti ricevuti sotto l’ala di Pat Riley.
Una sola sconfitta alle Finals è stata sufficiente a questa squadra per capire come fare a vincere l’anello. Wade e, soprattutto James, negli ultimi 2 anni non hanno di certo dimenticato la disfatta per mano dei Mavs, che li ha spinti, con una forza strepitosa, a battere i Thunder nelle Finals 2012 prima, e gli Spurs nelle Finals 2013 poi.
Pochi ritocchi insomma per la formazione di South Beach, in attesa della prossima estate, quando i contratti di tutti i Big 3 saranno in scadenza.
Conference: Eastern
Division: Southeast
Arrivi: Greg Oden (FA)
Partenze: Mike Miller (FA)
Draft: James Ennis (Long Beach State)
Probabile quintetto base
PG: Chalmes
SG: Wade
SF: Battier
PF: James
C: Bosh
ROSTER
Guards: Ray Allen, Mario Chalmers, Norris Cole, Dwayne Wade
Forwards: Shane Battier, LeBron James, James Jones, Udonis Haslem, Juwan Howard, Rashard Lewis, Chris Bosh, James Ennis, Jarvis Varnado
Centers: Joel Anthony, Chris Andersen, Greg Oden
Head-Coach: Erik Spoelstra
Stagione memorabile quella 2012/2013 per i Miami Heat. La formazione della Florida ha chiuso al primo posto della Eastern Conference, con il miglior record della NBA con un record di 66-16, con i Thunder secondi assoluti distanziati di 6 partite.
Il gioco di Spoelstra è ormai gestito quasi a memoria da LeBron e soci che, numeri alla mano, hanno ancora una volta dimostrato di essere una formazione d’elite: quinti per punti concessi (95.0), settimi per assist (23.0) e quinti per punti a partita (102.9). Queste statistiche sono una la causa dell’altra, segno che il sistema gira, funziona e vince senza soluzione di continuità.
Neanche a dirlo, le cifre di James ancora una volta mettono in mostra che è il migliore in circolazione: 26.8 PPG, 7.3 APG, 8.0 RPG, il tutto condito dal massimo in carriera per quanto riguarda doppie-doppie (36) e scoring efficiency (1.504).
Da valutare, ancora una volta, la condizione fisica di Wade, in particolare le ginocchia. Sembrano lontani i tempi in cui il #3 veniva chiamato “Flash”, e i numeri sono in ribasso rispetto alle medie in carriera (-1 assist e -3.5 punti a partita). Miami ha bisogno anche di lui, sia perché rimane un campione, sia per poter rendere più facile il compito a James e compagni, garantendo ancora una volta una valida alternativa in attacco.
Altro anno, altra title shot da giocare anche per un veterano come Allen, ancora affamato di vittorie e rimasto principalmente per questo.
Tra i movimenti, un’inatteso rilascio di Miller, dato che la schiena sembrava OK, e le sue prestazioni nella off-season hanno aiutato parecchio Miami, mentre ad infoltire la posizione di centro arriva, dopo qualche anno di inattività, Greg Oden.
A South Beach sperano che il prodotto di Ohio State non debba più vedersela con le ginocchia cristalline che lo hanno condizionato così tanto in quel di Portland, quando era considerato un grande prospetto, in grado di dominare i pitturati di tutta l’America. Vedremo se Oden avrà risolto i problemi fisici che tanto lo hanno penalizzato.
Stagione tutta da gustare alla Triple-A, dove dirigenza e tifosi desiderano conquistare il primo three-peat della loro storia.
Studente di giurisprudenza. Appassionato delle Big Four, NFL in particolare. Tifoso sfegatato Green & Gold!
E Beasley?
articolo davvero scarno e tirato via
ciao sono tifoso dei pistons dal lontano 1924…mio nonno tifava pistons, mio padre tifava pistons, io tifo pistons, siamo tutti pistoni. Odio i Miami heat, hanno contribuito a farmi svalvolare il cervello. Sapete, io guardo tante partite alle 2..alle 3…alle 4 di notte…e il fatto di non dormire mi ha fuso la testa.
Manca Beasley e, forse, la voglia di scrivere due righe.