Toronto Raptors
Ultimo record positivo: 2006-2007 (47-35)
Ultima apparizione ai playoff: 2007-2008 (eliminati al primo turno dagli Orlando Magic)
Best case scenario: Lotta per l’ottavo posto ad est. (Non si nega a nessuno).
Worst case scenario: Essere ancora i Toronto Raptors delle ultime tre stagioni.
Essere una squadra canadese in una lega di americani, non è cosa facile. Se poi la lega è quella del massimo basket mondiale, i tuoi risultati sono deludenti e il tuo roster sembra da Eurolega, allora qualcuno, quelli che si ricordano che esisti, potrebbe azzardare che tu sia i Toronto Raptors.
Chiusa la terza stagione senza Chris Bosh, chiusa la terza stagione senza play off, è diventato evidente come, nonostante tutte le critiche piovute negli anni, senza Chris la post season a Toronto l’abbiano vista solo in tv.
Già nel corso della scorsa stagione però si è cercato di spegnere la televisione e invertire la tendenza perdente con l’acquisizione di un Rudy Gay in fuga Memphis.
I canadesi si sono così assicurati un go to guy e soprattutto un nuovo franchise player. L’arrivo dell’ala classe ’86, però è stato qualcosa di più di un semplice rinforzo, un segnale, un messaggio di cambiamento.
Non ci potrebbe essere un giocatore migliore di Gay per rappresentare questa svolta, dato che l’ex Grizzlies fu selezionato all’ottava assoluta da Houston nell’anno della prima volta di una prima scelta europea, italiana e romana… insomma nell’anno della scelta di Bargnani.
Quella dei Raptors è sembrata dunque un “abiura di me” e dopo anni di fiducia in picchiata nei confronti di Bargnani, nessuno si è stupito quando in Canada si è deciso di impacchettare il Mago e spedirlo a New York.
I Raptors, con l’addio a Bargnani, hanno continuato un processo di de-europeizzazione, iniziato con l’arrivo il 31 maggio scorso del nuovo GM Masai Ujiri, che ha sostituito Bryan Colangelo. Un processo di americanizzazione che ha comportato inoltre l’amnesty di Linas Kleiza, colpito l’anno scorso da diversi problemi fisici.
A non essere coinvolto in questo processo ovviamente il sophomore lituano Valančiūnas, primo Raptors dal ’95 a far registrare una doppia doppia nella stagione da rookie. Un punto saldo da cui ripartire perchè il lituano ha dimostrato la solidità per far bene anche nella lega dei duri più duri. Proprio da lui e dalle sue 17 ragioni per fare nuovamente l’abbonamento vogliono ripartire anche sul sito ufficiale dei Raptors.
Con Rudy Gay dalla prima partita dell’anno, un Valanciuscas in crescita, anche a giudicare dalla sua summer league dominante, Terence Ross in rampa di lancio e un DeMar Derozan atteso dalla stagione della verità, i Raptors hanno un roster giovane, di prospettiva, anche se non talentuoso all’eccesso.
Ad aggiungere solidità ci penserà poi coach Casey, che ha affermato di poter finalmente allenare alla sua maniera. Lanciando una frecciatina all’ex GM (Colangelo) e indicando la strada per i suoi Raptors. Una strada che in campo si tradurrà in un Berzoatiano “primo: non prenderle” che in americano Casey ha tradotto così: “I’m going to coach the way that fits our team and it’s going to be defence-first”.
Nella sfera di cristallo si intravedono ancora alcuni problemi di compatibilità tra DeRozan (che partirà da guardia), Gay e Ross.
Sulla linea della mano di questi Raptors persistono difficoltà strutturali nell’uso del tiro da tre. Difficile fare i tarocchi ai Raptors dunque, anche perchè come già detto da qualche parte, la prima scelta del prossimo anno dovrebbe essere canadese…
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