cpdw356Esiste un momento nella carriera di un giocatore, dopo aver ottenuto premi individuali ed essere  riconosciuto tra i migliori del proprio periodo, in cui deve fare una scelta. Continuare sulla strada già percorsa o prenderne una nuova con l’unico obbiettivo della consacrazione finale della vittoria dell’anello.

A questa categoria appartengono Deron Williams e Chris Paul, due dei migliori playmaker contemporanei. I due hanno un presente e un passato ricco di similitudine e punti d’incontro e sono oggi entrambi ad un punto cruciale della carriera in cui devano fare l’ultimo salto di qualità e dimostrare di essere vincenti anche tra i Pro.

Due leader già al tempo del college entrambi sono entrati nella NBA nel 2005. Terza scelta assoluta degli Utah Jazz D-Will, seguito a ruota da CP3 selezionato dagli Hornets. Compagni di squadra nelle ultime due edizione di Team USA medagliato con l’oro olimpico hanno deciso di dare una nuova direzione alle loro carriere allontanandosi dalle squadre in cui avevano giocato fin da inizio carriera per tentare nuove avventure.

Le loro scelte sono ricadute su due franchigie da anni ai margini del basket che conta, due progetti che partono da fondamenta agli antipodi ma che hanno la stessa meta.

Per rilanciare le rispettive carriere Paul e Willimas hanno deciso di cambiare casacca ma hanno scelto la strada meno facile. Nonostante le offerte delle migliori squadre, Williams e Paul hanno sposato il progetto di due franchigie minori, da sempre sotto le pesanti ombre dei fratelli maggiori Lakers e Knicks.

Il progetto Nets, da quest’anno a Brooklyn, è il nuovo che avanza, con l’owner Prokhorov e i tantissimi soldi già speso per portare i Nets in alto. Una squadra competitiva già quest’anno, diventata intrigante con l’arrivo di Garnett, Pierce e Terry.

Sarà in grado Jason Kidd, alla prima esperienza da capo allenatore, di gestire un gruppo con così tante star? Gli esempi più recenti, tutti targati Lakers ci dicono che è difficilissimo far coesistere così tanti giocatori dalla personalità e dal carisma da All-Star.

Dall’altra Garnett e Pierce hanno già dimostrato di saper mettere da parte egoismi personali per puntare decisi all’anello. La strada sarà molto più dura che nel primo anno a Boston ma questi Nets hanno molto più talento.

Nessun sa come Kidd vorrà impostare il gioco ma con una squadra ricca di veterani non potrà esigere un ritmo alto. La coppia Lopez Garnett sembra perfetta per dare fastidio agli Heat, una versione del duo di Indiana West-Hibbert riveduta, corretta e migliorata.

Tutto passerà dalle mani di Deron Williams che ha la possibilità di guidare una super squadra che idealmente si sposa perfettamente con il suo stile di gioco. Garnett e Pierce sono abituati a giocare con playmaker propenso a creare gioco da iniziativa personale.

Vedremo un Deron Williams meno realizzatore, con meno tentativi dal campo ma sempre al centro del gioco. Joe Johnson e Lopez completano il quintetto e Terry dalla panchina porterà punti ed esperienza.

Come Williams anche Paul ad un anno di distanza ha lasciato scadere il contratto, quello che lo legava ai Clippers per poi non sondare il mercato dei free agent rassicurato dall’arrivo di Doc Rivers.

Se il punto debole riconosciuto da tutti della passata edizione dei Clippers era l’allenatore adesso che sono riusciti a prendere uno dei migliori in circolazione si sono assicurati anche la permanenza di Paul.

Fallito il tentativo di una squadra ricca di veterani i Clippers ripartono da Paul, Griffin, Jordan, Barnes Crawford e i nuovi arrivati Collison, Dudley e Reddick. La squadra è meno profonda dell’anno scorso ma sembra organizzata e con una gerarchia più solida.

Rivers è l’allenatore ideale, ha già allenato Rondo che come Paul ama inventare e segue molto l’ispirazione. Interessante sarà valutare come Paul si adatterà alle idee di gioco di Rivers che lascia si libertà ai suoi playmaker ma prevede anche set offensivi più classici.

Paul in carriera ha dimostrato una personalità tale da renderlo un allenatore in campo e sia con tutti gli allenatori precedenti è rimasto sempre il dubbio che sia difficile limitarlo in un sistema di gioco che non sia la sua improvvisazione.

Il suo immenso talento a volte è il suo stesso limite in campo. Abitua talmente bene i suoi compagni che tutti si aspettano che risolva sempre le partite da solo, ma con Rivers avrà la possibilità di crescere ulteriormente.

Nella sua carriera Williams è stato etichettato come “mangia allenatori” visti i rapporti difficili con Sloan e Avery Johson entrambi allontanatosi dall’incarico di capo allenatore.  Adesso Williams  ha situazione ideale, una squadra forte e un allenatore che è stato fino a pochi giorni fa un giocatore e uno dei migliori playmaker della storia.

Sono pochissimi i casi di franchigie  pronte a fare così tanto per tenere un giocatore. I Nets sull’onda del nuovo proprietario hanno investito per anni gettanndo però le basi su Williams mentre i Clippers per la prima volta nella storia sono “LA squadra” di L.A. e per non perdersi l’occasione di recitare la parte da protagonista per gli anni a venire stanno accontentando Paul in ogni modo.

Entrambi un anno fa hanno deciso che il cambiamento era l’opzione migliore per le loro carriere e hanno confermato la loro decisione in estate. Il mondo è nelle loro mani adesso tocca a loro dimostrare che valgono tanto quanto le aspettative che creano.

3 thoughts on “Vite parallele: CP3 e DWill

  1. ritengo CP3 una SuperStar mentre DWILL un gradino sotto…
    Le sue migliori stagioni lo hanno visto nel sistema Sloan..uscito da quello è diventato + normale…
    Mentre CP3 è un passo sotto le stelle..gli manca solo l’anello…sarebbe bello vederlo vincere…

  2. L’organico Nets è più forte sulla carta e Pierce e Garnett sanno fare, all’occorrenza, i gregari. Ho riserve su Kidd: speeso gli ex giocatori sono dei discreti organizzatori di attacchi, ma non altrettanto ferrati sulla difesa. Rciordiamoci che a est ci sono le difese Heat, Pacers e Bulls (soprattutto)….

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