Non si può dire che sia stato un Draft noioso. Sorprese più o meno ad ogni scelta, mock draft di chiunque saltati per aria e Stern che si conferma una Superstar.
Una delle mosse più importanti della serata è stata quella che ha portato Nerlens Noel ed una prima scelta 2014 da New Orleans a Philadelphia, in cambio di Jrue Holiday.
Nerlens Noel è un classe ’94, che fino alla vigilia del draft era la più accreditata prima scelta assoluta.
L’infortunio al legamento crociato anteriore occorsogli durante l’ultima stagione al College, che lo terrà fuori per diversi mesi ancora, potrebbe essere la ragione che ha spaventato diversi staff NBA, permettendo ai Pelicans di averlo ancora disponibile alla numero 6.
Le reazioni per la pick sono state discordanti tra loro. Da una parte, seppur in minoranza, c’era chi sosteneva che Noel-Davis potesse essere una coppia molto interessante. Qualcuno esagerava a dir poco, dicendo che fosse la miglior coppia di stoppatori della storia della Lega.
In gran numero invece concordavano sulla difficile compatibilità tra i due giocatori, soprattutto guardando l’evoluzione che sta avendo il gioco, che ormai permette di giocare con due lunghi solamente in casi molto particolari. Per queste ragioni e per il fatto che i need dei Pelicans fossero in tutt’altri reparti, si è subito pensato ad una probabile trade, che girasse Noel altrove.
Non son passati troppi minuti prima che la previsione si avverasse. Philadelphia cedeva quindi il suo miglior giocatore e sostanzialmente rinunciava in maniera ufficiale ad ogni interesse sul rinnovo di Andrew Bynum.
La mossa dei Sixers ha perfettamente senso, come lo aveva quella che portò il centro ex Lakers nella Città dell’Amore Fraterno. Non bisogna infatti valutare semplicemente l’esito di una scelta, ma la filosofia che c’è dietro, e nel caso dei Sixers entrambe le scelte fatte negli ultimi 12 mesi hanno un minimo denominatore: non stare nel limbo.
La cosa più sbagliata, e dannosa, per una Franchigia NBA è quella infatti di trovarsi a metà strada tra l’essere una grande squadra ed una pessima squadra. Essere un good team può portarti la simpatia del pubblico neutrale magari, ma ti condanna ad anni di nulla, dove la massima soddisfazione può essere un primo turno superato, quando va bene.
Nel caso di Bynum si era cercato di fare il salto di qualità definitivo, anche rinunciando ad una pedina fondamentale come Andre Iguodala. E’ andata male, ma in quanti al momento della trade pensavano che sarebbe andata così tanto male?
Con la trade Noel si è deciso di fare il procedimento opposto e cominciare subito a ricostruire, prendendo una pedina fondamentale per il futuro, una scelta che ha buone possibilità di essere da lottery e perdendo il proprio giocatore migliore immediatamente prima che questo entri nel nuovo contratto.
Philadelphia con ogni probabilità vincerà circa 25 partite l’anno prossimo, potendosi permettere di gestire con tutta calma il rientro di Noel dall’infortunio, verificare Evan Turner con più responsabilità che mai (ultimissima chance per lui, a meno di trade imminenti) e valutare un interessantissimo prospetto come Carter-Williams, chiamato a non far rimpiangere Jrue nei prossimi anni.
Ci sarà anche tempo per lavorare meglio sulla struttura di Noel, che necessita assolutamente di mettere su massa muscolare per poter giocare stabilmente da 5 al piano di sopra.
Tutto questo nell’anno in cui si avrà un Draft dal talento immenso, dove pescare in top10 sarebbe ottimo e farlo in top5 grandioso. Proprio in virtù di questa necessità di “tankare”, dubito che i Sixers siano interessati a qualche tipo di sign&trade con Bynum coinvolto e che quindi si limiteranno a lasciare che il suo contratto scada, cercando di dimenticare il più in fretta possibile lui ed i suoi tagli di capelli.
Dall’altro lato ci sono i Pelicans, che vanno ad affiancare un Playmaker molto forte e con margini di crescita ancora elevati ad Eric Gordon (anche se continuano le voci di trade) ed Anthony Davis. Tre starter ottimi, in una organizzazione giovane e promettente e sotto la guida di un abilissimo coach come Monty Williams.
Si rincorrono intanto le voci che vogliono un forte interessamento di New Orleans verso Tyreke Evans, fresco Restricted Free Agent dei Sacramento Kings.
La sua squadra ha presentato la qualifying offer da 6.9 milioni per la prossima stagione, quindi Tyreke ha libertà di incontrare e trattare con altri team e firmare una offer sheet. Sacramento avrà tempo fino al 10 luglio per pareggiare eventualmente l’offerta accettata da Tyreke e trattenere il giocatore in California. Il giocatore dovrebbe aver ricevuto un’offerta di 40 milioni in 4 anni da parte dei Pelicans, che non è chiaro se sarà o meno pareggiata dai Kings.
Si parla anche di una possibile trade per arrivare ad Evans, che coinvolgerebbe proprio Eric Gordon o Greivis Vasquez.
Proprio il Venezuelano potrebbe ricoprire un ruolo fondamentale nel resto dell’estate dei Pellicani, in quanto la sua ottima annata 12/13 e l’arrivo di Jrue Holiday cozzano pesantemente con la sua permanenza a New Orleans. Le statistiche (anche e soprattutto quelle avanzate) parlano di un ottimo Playmaker, adatto anche a fare lo starter in contesti importanti e quindi il ragazzo potrebbe avere parecchio mercato.
Fondamentalmente agli Hornets cercheranno una tra queste tre cose: prima scelta, centro, small forward.
Una prima scelta servirebbe proprio in virtù del fatto che il draft dell’anno prossimo è ottimo e NO ha appena ceduto la sua scelta nell’affare Holiday. Centro ed ala piccola sono invece i need che potrebbero trasformare gli Hornets da interessante realtà a candidata ai Playoff.
Di tutti i rumours (da prendere con le pinze), quello che ho trovato più interessante è quello che coinvolge Wilson Chandler. Giocatore che sta ottenendo molto meno spazio di quello che probabilmente meriterebbe, perché coperto dal “nostro” Danilo Gallinari. Inoltre a Denver le acque son mosse a dir poco e non vedo Chandler adattissimo ad una eventuale TPO (o concetti di TPO) che verrà impiantata ad opera del nuovo coach Brian Shaw.
Inoltre l’età avanza per Andre Miller e Greivis potrebbe essere ottimo per ereditare le chiavi della squadra. Certo c’è da valutare la trade dal punto di vista salariale e non solo, e per ora semplicemente di -remota- ipotesi si tratta. Anche perché pare che Andre Iguodala potrebbe riunirsi al suo ex-compagno Jrue Holiday e firmare proprio per la Franchigia di New Orleans. Insomma la situazione per la squadra di Monty si fa ogni giorno più rosea.
In conclusione la trade è veramente interessante ed apre molteplici scenari soprattutto in ottica futura per entrambe le squadre. Entrambe si son mosse per crescere ed essere protagoniste nei prossimi anni, con la differenza che Philadelphia è ora al primissimo gradino, mentre l’ottima dirigenza dei Pelicans sta pian piano cercando di far quadrare il cerchio.
Studente di Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, la pallacanestro fa parte della sua vita praticamente da sempre. Da bambino infatti si innamora dei Chicago Bulls e della Fortitudo Bologna, oltre a consumare la cassetta di Space Jam fino a conoscerne le battute a memoria. Si diletta anche nella pallacanestro giocata, ma gli alti livelli li ha guardati solo da -molto- lontano.
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