I tifosi neutrali gioiscono, perché avere una Gara 7 di finale é sempre speciale. Quelli degli Spurs, invece, si mangiano le mani perché gara 7 é bella sí, l’atmosfera e tutto, ma vuoi mettere chiudere i conti e vincere il titolo senza patemi una partita prima?
E gli Spurs li hanno illusi per bene i loro tifosi in Gara 6, in un partita dove erano sopra di dieci nel terzo quarto, poi sono stati recuperati, poi sono arrivati di nuovo a +5 a 28.2 secondi dalla fine. In situazioni comparabili, negli ultimi quindici anni nella NBA, il 98.6% delle squadra ha poi vinto la partita.
Non gli Spurs che, con un mix di errori e sfortuna (ed il tiro di Ray Allen), si sono visti rimontare, sono stati costretti al supplementare ed hanno poi perso la partita.
Le ultime azioni dei regolamentari hanno scatenato non poche domande per le decisioni di Popovich, che si é visto chiedere per quale motivo Duncan non fosse in campo nelle due azioni nelle quali gli Heat hanno preso i rimbalzi d’attacco: “Sul rimbalzo offensivo, accoppiarsi é una delle cose piu difficili. Sull’ultima azione, avevamo Boris in campo, perché é piú veloce di Duncan, ed abbiamo cambiato sul perimetro. Sfortunatamente siamo andati in due su Lebron e nessuno ha cambiato su Bosh, e lui ha sfruttato l’errore. E’ lui che ha preso il rimbalzo, non ha niente a che vedere con Duncan”.
Altra domanda alla quale hanno dovuto rispondere gli Spurs (in particoalre dalla stampa internazionale), riguardava la possibilitá di spendere un fallo per non esporsi al tiro da tre sul finale. Ecco la risposta di Boris Diaw: “Non é facile, devi fare fallo al momento giusto, sennó diventano tre liberi e ti senti scemo. Ci sono molti modi di fare le cose in campo ma, fino ad ora, le decisioni e la filosofia di Pop ci hanno portati fino a qua. Crediamo sempre in lui”.
La presenza in campo negli ultimi 5.2 secondi di Duncan, tra l’altro, avrebbe potuto scatenare un serio problema a livello regolamentare. La NBA infatti ha confermato che Duncan é entrato in campo durante l’official review, che tecnicamente non é considerata come una situazione di palla morta e nella quale, di conseguenza, non possono essere effettuati cambi. Quindi il ventuno degli Spurs era in campo senza potere e, se gli Spurs avessero vinto, Miami avrebbe probabilmente fatto ricorso.
Se in molti avevano domande per Popovich, anche il coach dei neroargento ha avuto da ridire, in particolare con gli arbitri che, dopo il canestro di Allen, sono andati a rivederlo all’Istant Replay, togliendo ritmo alla partita e un’occasione importante per i suoi: ”É uno di quei momenti perfetti per spingere la palla, perché loro non vogliono fare fallo, si é in paritá e non é raro che qualcuno riesca ad arrivare al ferro. E questa possiblitá ci é stata tolta con la review, noi avremmo preferito andare”.
Le difficoltà ora saranno notevoli dal punto di vista psicologico per San Antonio. Perché quello che tutti si chiedevano (e chiedevano a loro), a fine partita, era come sia possibile riprendersi dopo una sconfitta cosí bruciante come questa.
Gli Spurs hanno iniziato il loro processo di auto guarigione giá la sera stessa della partita. Invece di andare tutti nelle proprie stanze a deprimersi, hanno scelto di andare tutti insieme a mangiare in un ristorante italiano vicino Downtown Miami.
Hanno parlato della sconfitta ma soprattutto della Gara 7 dietro l’angolo. Parker ha anche citato gli Europei del 2005, quando dopo aver perso la semifinale contro la Grecia con un canestro allo scadere, la Francia ha dovuto reagire per giocare due giorni dopo per il bronzo contro la Spagna.
E la parola fondamentale é proprio quella, bounce back, reagire. Ancora Parker: “La cena ha aiutato, ovviamente nello spogliatoio eravamo tutti delusi, sapevamo di aver buttato via una grande possibilità di vincere il titolo. É stato importante parlare tra di noi e fare in modo che nessuno rimanga triste per troppo tempo. E’ fondamentale reagire e dimenticarsi questa partita.”
E se é vero come dice Duncan che “Se fossimo ad inizio stagione e qualcuno ci stesse chiedendo “Vuoi giocare gara 7 per il titolo” avremmo risposto di sí”, altrettanto vero é che gli Spurs avrebbero di gran lunga preferito preoccuparsi della parata sul Riverwalk che di come limitare Leborn James.
Parker e Duncan cercano quindi l’approccio zen, e sin dal dopo gara si sono rivelati piú tranquilli di un Ginobili autodefinitosi “devastato” per la sconfitta ed il modo in cui é maturata. Alla fine Manu sapeva che, dopo la stellare Gara 5, in Gara 6 ha di nuovo dato meno di quello che ci si aspettava, con otto sanguinose palle perse.
La cosa positiva é che, comunque vada, manca solo una partita alla fine di questa stagione: si possono definitivamente sparare tutte le cartucce rimaste.
Quella negativa, invece, é che ci sono state diciassette Gare 7 nella storia delle Finali NBA, e in quattordici occasioni é stata la squadra di casa a prevalere. L’ultima vittoria d una squadra in trasferta risale al 1978.
Ma, come dice Lebron anche scaramanticamente: “La storia é fatta per essere cambiata o riscritta”. Ora sta agli Spurs.
Ma questi discorsi sono prematuri, quantomeno perché gli Spurs non solo non hanno ancora vinto questa serie, ma oltretutto adesso devono tornare in Florida e portare a casa almeno una partita.