37936ee06f575213340f6a7067001e2fCome al solito, Manu Ginobili ha fatto la fotografia perfetta della situazione degli Spurs dopo le due gare di Miami: “Se prima di venire qui mi avessero detto che saremmo tornati a San Antonio sull’ 1-1, vincendo Gara 1 e perdendo, anche se di venti, Gara 2, sarei stato soddisfatto. Ovviamente, vincere gara 1 ti fa completamente scordare di queste considerazioni logiche, e vuoi vincerle entrambe”.

Perché in fondo é vero, San Antonio torna a casa consapevole di aver fatto quello che doveva, ottenere almeno uno split in Florida per arrivare nella miglior situazione possibile alle tre gare in Texas, ribaltando il fattore campo.

Ma l’amaro in bocca rimane e non tanto per la sconfitta in sé, quanto per il modo in cui é maturata, con quel parziale di 33-5 a cavallo del terzo e quarto periodo che li ha letteralmente distrutti e ha allungato un’ombra funesta sul resto della serie.

In quei nove minuti gli Spurs sono sembrati non aver nessun tipo di risposta contro gli Heat, che li hanno bucati in ogni modo, facendo pagare la scelta difensiva di concentrarsi su Lebron e concedere qualche tiro sul perimetro. Fino a quando gli Heat hanno sbagliato quei tiri, San Antonio é rimasta a contatto. Appena Miami ha iniziato a segnarli, in particolare con Chalmers e Miller, la partita é finita.

Ma é possibile vedere il bicchiere mezzo pieno da svariati punti di vista: la serie é 1-1, quindi assolutamente aperta; gli Spurs sono riuscita a tenere Lebron sotto i venti punti in entrambe le gare; difficilmente Parker, Duncan e Ginobili giocheranno cosí male a San Antonio, e sicuramente anche il supporting cast salirá di livello in casa.

Alla fine, per quanto nessuno dei Big Three di San Antonio abbia giocato bene, la differenza l’hanno fatta proprio le prestazioni dei due supporting cast: quello degli Spurs, a parte Danny Green, ha deluso, mentre invece quello di Miami ha fatto furore, compensando quello che Lebron non ha portato in termini di realizzazione.

E la differenza é stata proprio lí: se San Antonio si concentra principalmente su Lebron, lasciando cosí tanto spazio ai tiratori sul perimetro, é inevitabile che prima o poi quei tiri, soprattutto alla Triple A di Miami, inizino ad entrare.

Anche Ginobli ha confermato come gli “altri”di Miami abbiano fatto la differenza: “Non succede spesso che Lebron segni meno di venti punti. E’ stato Mario a segnare, mentre noi perdevamo palloni. Non é stato solo Lebron ad attaccarci, ma tutti i Miami Heat”.

Popovich, in una conferenza stampa posta gara 2 nella quale non era esattamente di buon umore, ha riassunto i problemi della squadra in palle perse e tiri sbagliati. Dopo una Gara 1 al limite della perfezione, nella quale tutta la squadra aveva perso solo quattro palloni, in Gara 2 gli Spurs si sono sbizzarriti.

Alla fine hanno totalizzato diciassette palle perse, che hanno pagato con diciannove punti e, piú in generale, dando ritmo e fiducia agli Heat: gli Spurs avevano raggiunto il totale di palle perse della gara precedente (4) giá dopo meno di nove minuti di gioco.

Ancora una volta andiamo da Ginobili a cercare una spiegazione: “Nel secondo tempo ci hanno semplicemente asfaltati, non abbiamo mosso per niente la palla, la loro pressione ci ha mandato in tilt”.

Alla fine ha pagato la strategia di Miami di mettere piú pressione possibile sui portatori di palla, in particolare su quel Tony Parker che (indipendentemente dal tiro finale) li aveva distrutti nella prima gara della serie.

Anche le percentuali di tiro sono state decisamente terribili: se si toglie il 5/5 da tre di Danny Green, il quintetto degli Spurs ha tirato con il 31% dal campo, con Parker e Duncan che si sono “distinti” in modo particolare (rispettivamente 5/14 e 3/13 alla fine).

In conclusione, la vera buona notizia per gli Spurs é che giá stasera si gioca, e lo si fa a San Antonio: la situazione non é tragica anzi, nonostante l’amaro in bocca lasciato dalla sconfitta di domenica.

Gli Spurs devono semplicemente tornare a giocare come sanno, come sostiene Tim Duncan: ”Bisogna fare loro i complimenti, abbiamo giocato male. So di aver giocato malissimo. Dobbiamo riorganizzarci e giocare una partita molto migliore, sperando di avere migliori percentuali di tiro.”

Gara 3 si preannuncia essere una partita fondamentale per questa serie finale, e gli Spurs hanno adesso ancora piú pressione addosso. Appuntamento a stanotte.

 

One thought on “Dopo Gara 2: gli Spurs devono riprendere la serie in mano in Texas

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