Altra foto, altra angolazione, per il tiro che  ha deciso Gara 1

Altra foto, altra angolazione, per il tiro che ha deciso Gara 1

Difficile iniziare qualsiasi discorso sul post partita di gara 1 della Finale NBA, senza fermarsi un attimo a parlare dell’incredibile tiro di Tony Parker: spendere parole per descriverlo serve a poco.

E’impossibile, se si segue il basket NBA anche solo da lontano, non averlo visto durante la partita o negli highlights, in milioni di angolazioni diverse e addirittura in super slow motion, in modo da poter assaporare al meglio ogni dettaglio. Un tiro che ha avuto un’eco incredibile nel mondo dello sport americano e non solo, e che ha fatto arrivare a Parker complimenti da ogni parte, inclusi dalla ex moglie Eva Longoria.

Tutti sono ovviamente andati a chiedere a Parker dettagli su quell’incredibile possesso, che lui ha descritto quasi con semplicitá: “Non sono mai andato in panico; quando ero in  terra, ho avuto modo di controllare il cronometro e vedere che mancavano 1.7 secondi, quindi avevo tempo per fare una finta e tirare. Un po’ di fortuna e mantenere la mente fredda, questo é il segreto”.

Ovviamente Tony Parker é l’uomo del giorno in casa Spurs e non solo: dopo gara 1 ha raccolto i complimenti di tutti, da Lebron James a Manu Ginobili. Tutti, in un modo o nell’altro, si chiedevano come avesse fatto Tony a segnare un tiro che definire improbabile é poco e che entra di diritto nella storia della Finali NBA.

Al di lá del tiro di Parker nel finale, é evidente come gli Spurs escano rafforzati dalla prima gara all’American Airlines Arena: rafforzati non solo per la vittoria, che li ha portati sul 1-0, ma soprattutto perché la stessa é stata ottenuta in una partita nella quale San Antonio ha sì giocato bene, ma non al suo massimo.

A dimostrazione di ció si possono analizzare le percentuali dal campo degli Spurs: in gara 1 hanno tirato con il 41.7% dal campo e il 30.4% da tre, contro il 48.1% (37.6% da tre) della regular season e il 46.5% ( e 35.8% da tre) de playoffs.

A contribuire non poco alla vittoria finale é stato anche il rendimento di Kawhi Leonard, il quale ha il non invidiabile compito di prendersi cura di Lebron. E anche lui si é preso non pochi complimenti dopo la partita, essendo riuscito a limitare, per quanto possibile, The King.

Kawhi alla fine faceva il modesto “Ha giocato comunque una grande partita, devo rendergli la vita il piú difficile possibile. Credo di essere andato bene, abbiamo vinto, ma comunque lui ha fatto una grande partita”

E anche se Leonard ha ragione, e Lebron ha comunque messo a segno una tripla doppia (18 punti 18 rimbalzi e 10 assist) mostruosa, era dalla finale del 2011 che James non segnava cosí poco nei playoffs. Qualche merito San Antonio dovrá pur averlo.

Oltretutto al momento, gli Spurs sono 5-0 nelle partite di finale contro James: é vero che tutto é diverso, rispetto alla finale del 2007, ma il dato comunque resta.

Perché, come ha bene riassunto James :”Gli Spurs sono gli Spurs. Riescono sempre a metterti in una posizione scomoda. Sono riusciti bene a mettere due giocatori sulla palla. Quando avevo la palla in mano riuscivano a restringere il campo e forzarmi a passare. So che i miei compagni saranno pronti a segnare quei tiri dalla prossima partita.”

Alla fine ieri a San Antonio si é parlato tanto del tiro di Parker, ma si é anche sottolineato come per gli Spurs, storicamente, il gruppo conti piú degli individui. Probabilmente i giornalisti texani sono rimasti colpiti dall’enorme cartellone con la faccia di Lebron all’esterno dell’ American Airlines Arena, e non hanno mancato di sottolineare come invece, a San Antonio, non ci siano divi.

Il tutto é possibile anche se non sopratutto perché il giocatore che piú di tutti potrebbe fare la star, Tim Duncan, é invece il piú pacato e tranquillo. “Alla sua etá, 50 anni” ha detto scherzando Parker “é incredibile quello che riesce a fare. Non so come ci riesca, é un gradissimo esempio da seguire. Qusta sará sempre la franchigia di Timmy. Sempre. Dovrebbero costruirgli una statua fuori dall’AT&T Center”.

Tornando alla serie, a guardare le statistiche, gli Spurs sembrerebbero favoriti: chi ha vinto gara 1 ha poi vinto anche le Fianli nel 70% dei casi. Allo stesso tempo, peró, gli Heat hanno vinto entrambi i loro titoli dopo aver perso gara 1, e sono 5-0 in questa situazione dall’arrivo di Lebron.

Ora pure Charles Barkely, che giá li aveva indicati (uno trai pochi commentatori americani) come vincenti in sei gare, ha dichiarato che gli Spurs sono pronti allo sweep.

Alla fine, né le statistiche storiche é i commentatori contano niente. Conta solo quello che succede in campo e l’eroe del giorno, Parker, sottolinea come la finale sia solo iniziata: “Questo tiro significherá qualcosa solo se vinceremo il titolo. Tutti i miei amici e la famiglia sono impazziti, erano contentissimi e io ho detto loro che non conta niente, abbiamo solo vinto una partita. Ë solo una partita”. E cosí la si deve vedere, una partita alla volta, a cominciare da domenica.

3 thoughts on “Dopo Gara 1: il tiro di Parker e le prime impressioni

  1. Giusto, gli Spurs hanno tirato malino, se tirassero meglio la loro strada per il successo è più vicina…

  2. Una squadra che esegue con nervi d’acciaio, testa, cuore e fuoriclasse unici e una squadra che alla fine (isolamenti e ancora isolamenti, Bosh che non si avvicina al ferro nenche morto e Wade che scompare) finisce per essere prigioniera dei suoi fuoriclasse. Il tiro che passerà alla storia ha garantito il + 4, fosse uscito LeBron sarebbe entrato in area (col trattore) per due “facili” e sarebbero stati supplamentari … si, ma anche no. Gli Spurs non sono mica i Pacers, avrebbero lasciato un’autostrada al panzer e si sarebbero fatti infinochiare facilmente? Potevano essere tranquillamente + 5 senza il tiro di Parker fosse entrata almeno una delle 5 triple comone comode dall’angolo invece uscite…

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