James contro Duncan in Finale è anche un rematch...

James contro Duncan in Finale è anche un rematch…

Miami ha raggiunto San Antonio in finale. Sarebbero tonnellate le storie a contorno di queste Finals: il ritorno degli Spurs dopo anni, per consacrare la dinastia chiudendo il cerchio con il probabile ritiro di Duncan. La rivincita di LeBron che però non ha il sapore della vendetta. Sono passati troppi anni da quel 2007, il “Re” è maturato ed ha cambiato colori.

E poi ancora il sistema di Popovich da una parte e l’anarchia talentuosa di Spolestra dall’altra, una squadra di All-Star glamour dentro e fuori dal campo contro una squadra di fuoriclasse tanto normali per atteggiamenti quanto concreti quando giocano.

Analizzando quello che i play-off hanno raccontato fin’ora Miami arriva all’appuntamento finale della stagione con qualche difficoltà non prevista mentre gli Spurs saranno riposati e forti di uno “sweep” ai danni di Memphis.

Le statistiche ci possono dare una mano ad analizzare quello che la serie potrebbe essere, pronti però a cancellare tutto con una passata di bianco nel momento della prima palla a due.

Difficile confrontare due squadre che nella stagione regolare si sono affrontate solo due volte e in entrambi i casi senza schierare le formazioni migliori. Altro fattore da considerare è che la Western Conference da sempre propone un gioco a numero di possessi e punteggi più alti, mentre nella Conference orientale si predilige la fase difensiva.

San Antonio per punti a partita fatti è terza in questi play-off con 101,6 di media. Miami segna decisamente meno e soffre tremendamente a rimbalzo dove invece gli Spuri sono ancora tra le migliori squadre della post-season, quinti con 42,9 a partita.

San Antonio ha le possibilità di far valere la maggiore fisicità del reparto lunghi e la maggior propensione al rimbalzo, le due caratteristiche di Indiana che hanno messo in difficoltà gli Heat, anche se difficilmente con gli stessi risultati. Per stazza e lunghezza Indiana non ha eguali ma San Antonio ha un gioco offensivo nettamente più efficace.

La squadra di Popovich è prima per assist a partita con 20,6 ma Miami non è molto lontana con 20,3. Dati così simili però nascono da due modi di giocare completamente differenti. Miami trova canestri allargando il campo per le penetrazioni e i tagli a canestro, San Antonio preferisce il pick and roll centrale e il tiro da tre dall’angolo.

Per i texani ben il 92,3% dei canestri da oltre l’arco è assistito, segno di una circolazione di palla precisa ed efficace. Per Miami invece quasi il 15% dei canestri da tre punti non nasce da un assist ma è frutto di azioni personali.

A differenza di quello che si potrebbe pensare per ogni centro possessi la difesa di Miami concede 2 punti in più degli Spurs. Questo dato è interessante perché la fase difensiva di San Antonio è meno elogiata che in passato ma non è meno efficace. Miami è la migliore squadre difensiva per rotazioni e chiusura degli esterni ma soffre a rimbalzo e concede troppi secondi tiri.

Una delle chiavi della serie sarà quanto Spoelstra resisterà con il quintetto piccolo e quanto sarà costretto a giocare con i due lunghi. San Antonio non sta tirando particolarmente bene da tre (36,2%), statistica drogata anche dall’elevato numero di tiri presi, ma Miami potrebbe togliere una delle principali armi offensive di Popovich. Infatti gli Heat concedono solo il 32,5% agli avversari da oltre l’arco.

Dimentichiamoci ora per un attimo dei numeri e analizziamo quelli che saranno i duelli diretti.

San Antonio ha in Tony Parker il leader della squadra. Senza una serie da MVP gli Spurs non avranno possibilità di vincere la serie. La capacità del francese di trovare punti in area è unica ed è la molla che fa funzionare l’intero ingranaggio Spurs.

Chalmers avrà il compito più difficile nel marcare Parker ma non è detto che Spoelstra non ricorra a James in serate in cui il francese fosse immarcabile. L’ex Kansas deve ritrovare lo smalto dei tempi migliori, nella serie contro Indiana è sembrato troppo spesso in affanno. Nelle due stagioni precedenti il suo contributo è stato fondamentale, il migliore esclusi James, Wade e Bosh. Miami non può prescindere da una serie ad alti livelli del suo playmaker.

Se c’è un giocatore che può essere decisivo per l’esito finale è sicuramente Wade. Non si ragiona né di tecnica né di tenuta mentale ma solamente di tenuta fisica. Se il ginocchio di Wade reggerà ancora per sette partite Miami potrà confermarsi campione.

Difficilmente “Flash” ha la possibilità di giocare ogni partita al massimo del potenziale, dovrà centellinare gli sforzi e decidere i momenti delle partite in cui sforzare le ginocchia.

Dall’altra parte Green è chiamato a giocare le prime Finals della carriera. Buone percentuali al tiro e difesa è tutto quello che gli si può chiedere. Il vantaggio di Miami nello scontro diretto sarebbe netto, ginocchia di Wade permettendo.

Quella che in partenza sarebbe la sfida tra le due ali piccole titolari, James e Leonard, si potrebbe riproporre anche in ruoli solo nominalmente differenti. Quando Miami schiera il quintetto piccolo con James da ala grande è probabile che San Antonio risponda con Bonner o Diaw come lunghi perimetrali ma difficilmente potranno tenerne la marcatura in difesa.

Leonard è per caratteristiche fisiche il più adatto a marcare James e dovrà fare gli straordinari perché a roster gli Spurs non hanno altri in grado di marcarlo.

Tra i lunghi Bosh avrà vita più facile rispetto a quella contro Hibbert di Indiana. Splitter e Ducan sono una delle migliori coppie di lunghe della lega ma non hanno sicuramente la fisicità del duo di Indiana. Bosh avrà a disposizione più palloni e la sua capacità di aprire il campo con il tiro da fuori sarà fondamentale.

Probabilmente Haslem dovrà marcare Duncan per proteggere Bosh in difesa, anche perché più adatto ad allontanarsi dall’area e seguire il caraibico sul pick and roll. Gli Spurs hanno un vantaggio complessivo nel reparto lunghi e con un Duncan che sembra rinato possono segnare la serie proprio in area pitturata.

Se i due quintetti sono nel complessivo equilibrati, con Miami più talentuosa tra gli esterni e San Antonio tra i lunghi, le panchine giocheranno un ruolo fondamentale nella serie.

Spoelstra ha disposizione una serie quasi infinita di tiratori e potrà scegliere chi schierare d volta in volta a seconda del momento. Battier ritroverà lo spazio perduto con Indiana anche perché è adatto a marcare i lunghi atipici Spurs. Mike Miller sembra aver ritrovato la forma migliore e potrà dare un ottimo contributo. Specialmente in un quintetto con James da falso lungo Miller può dare una grossa mano a rimbalzo.

Entrambe le squadre non hanno un vero e proprio playmaker di riserva. Joseph ha troppo poco minutaggio per essere incisivo e Cole per Miami in realtà è l’ennesimo tiratore perimetrale che lascia l’incarico di impostare il gioco a James.

Popovich avrà la possibilità di variare più quintetti, Bonner se avrà necessità di tiro perimetrale o Diaw se serve un creatore di gioco aggiuntivo. Miami ha sostanzialmente solo Andersen come cambio dei lunghi ma la sua energia in area è essenziale per una squadra come Miami improntata sugli esterni.

La sfida principale tra i panchinari però sarà tra i veterani Ginobili e Allen. Chi dei due saprà dare più continuità sarà decisivo. Allen è reduce da prestazioni altalenanti al tiro ma l’esperienza di anni di gioco gli ha permesso di giocare le partite decisive al massimo.

Ginobili in questi play off si è amministrato alla grande senza forzare il minutaggio anche perché in nessuna serie San Antonio è stata realmente in pericolo d’eliminazione. Allen avrà il compito di punire i raddoppi sui compagni, Ginobili di creare per il secondo quintetto Spurs.

Chi sarà decisivo? Manca poco alla prima palla a due, le statistiche sono già il passato, ora il campo ci dirà che è veramente il migliore.

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4 thoughts on “NBA Finals 2013: Preview

  1. San Antonio può vincere solo in 6 o meno, perchè alla 7a gli arbitri devono mantenere la “merdastia” Heat.
    Quindi per la simpatia che ispira Travelling James, se non si infortuna nessuno, Spurs in 5.

  2. “Sparo” la mia previsione: San Antonio vincerà la serie 4-1 per almeno cinque o sei motivi che non vale la pena elencare.

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