Le finali della Eastern Conference cominciano col botto. LeBron James segna il canestro decisivo sulla sirena in overtime, 103-102 Miami e 1-0 nella serie.
Dire che è stato un finale incredibile è poco. Dopo quattro periodi di puro basket da playoff ad Est, l’overtime si infiamma. Oddio, vale la pena anche spendere due parole su come a questo overtime ci siano arrivati.
Il protagonista assoluto è Paul George. Dopo un errore ai liberi di Ray Allen, che probabilmente ha sbagliato l’ultimo quando era freshman alla high school, si va sul +3 Heat all’ultimo possesso.
Paul George spara da tre sulla sirena, ben al di là dell’arco. Canestro del pareggio. Incredibile. Si va all’overtime.
Anche qui è protagonista, prima dell’atto finale dell’MVP. Wade fa fallo su un tiro da 8 metri abbondanti dopo mischia furibonda a metà campo. Per lo meno dubbio, tutti i replay del mondo lasciano seri dubbi sulla cattiveria intenzionale di Wade.
Tant’è, George dalla lunetta fa 3 su 3. Una freddezza glaciale che gli va riconosciuta. Vantaggio di un punto per i Pacers, mancano due secondi.
Qui si scrive un altro capitolo della storia leggendaria di LeBron James. Un instant classic. Rimessa laterale dopo timeout nella metà campo offensiva, palla subito a lui, che con un movimento solo lascia sul posto George e va fino in fondo.
Layup non contestato nell’area vuota, la sirena suona. Tutto regolare, Miami vince e LeBron ne è l’eroe. Non passa un secondo che tutti noi ci domandiamo, d’impeto, sì, grande LeBron, ma Hibbert dov’era ?
Come ha ammesso lui stesso in conferenza stampa coach Vogel ha perso la gara di scacchi nel finale contro Spoelstra. Ha dichiarato che è difficile accoppiare Hibbert a Bosh da “5” in questi finali tirati, preferendo la difesa sul perimetro per contestare il tiro.
LeBron lo ha fulminato e con un palleggio e due passi è arrivato a depositarla docilmente appoggiandola al tabellone.
E George, che fino ha quel momento aveva diritto ad una statua nella piazza centrale di Indianapolis, non solo per la doppia tripla (una sul campo l’altra ai liberi) ma anche per la difesa su LeBron si lascia sorprendere in due secondi.
Primo basso bruciante e canestro. Nel quarto periodo lo aveva parecchio infastidito, sembrava la partita perfetta per immortalarlo definitamente tra i grandissimi del gioco.
LeBron però ha scritto una pagina che non si farà mai a meno di leggere nella storia dei playoff NBA. Mette lì in un angolo una tripla doppia, 30 punti, 10 rimbalzi, 10 assist, 12-24 dal campo, la nona in carriera in primavera, e firma l’1-0 di suo pugno. Di suo sottomano.
Ci ricorderemo del suo canestro vincente e dell’errore tattico di Vogel con Hibbert in panchina, ci ricorderemo di un Paul George che è arrivato davvero ad un centimetro dall’immortalità.
27 punti, 5 rimbalzi, 4 assist, 7-16 dal campo, una difesa su LeBron perfetta fino alla fine. Quasi, tranne gli ultimi due secondi che ancora separano un campione da una leggenda.
Gara 1 probabilmente è stata lo specchio di quello che vedremo fino in fondo in questa serie. Partite a basso punteggio dominate dalla difese e decise nel finale da spunti individuali.
Magari, anzi, certamente, anche dalla maggiore lucidità ed esperienza, che senza dubbio premia finora i campioni in carica.
Tanti i numeri da incidere sul marmo o le semplici curiosità statistiche. LeBron è il primo nella storia dei playoff con una tripla doppia e un tiro vincente, ha il 43.8% sui clutch shot, il migliore da quando è nella NBA.
Gara 2 sarà un’altra battaglia, questo sicuro, un altro classico? Venerdì notte sapremo se stiamo assistendo ad un lungo poema omerico a puntate.
Per ora è una lirica struggente, un assolo con la maglia numero 6.
“E qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure…”
Pazzesco come un giocatore immenso ma privo della cosiddetta clutchness fino all’anno scorso, ora abbia dominato i propri fantasmi interiori e giochi per il puro gusto di manifestare la sua evidente superiorità cestistica.
Non deve più inseguire il famigerato first ring e proprio per questo ne vincerà molti altri.
Il fatto che abbia la miglior percentuale di clutch shoot da quando è in NBA non è un caso…ci sarebbero trattati di psicologia sportiva da scrivere sul punto.
Cmq complimenti ad Indiana, forse non giocherà le finals, ma solo perchè Indiana si trova nell’Est degli States.. serie cmq non scontata.
Se passa Miami però, non vedo come Spurs o Memphis possano pensare di battere gli Heat.
veramente tra overtime e 4°QT ha fatto schifo, esculendo le due penetrazioni fatte contro un avversario che non poteva tenerlo e uno che non ha difeso, le partite dove Lebron ha mostrato la sua maturità sono altre.
Ieri notte l’ha vinta da solo praticamente. A parte il Birdman, il supporting cast non è stato assolutamente un fattore.
Vogel in versione Babbo Natale e va bene che infrazioni del genere non vengono quasi mai fischiate oltre oceano…ma rimane il fatto che LBJ: passi sul layup del 101-99 e passi in partenza sul buzzer beater. E potrebbe essere già girata la serie.
D’accordo coi ragazzi: partita buttata nel cesso da Indiana, peraltro splendida squadra, vanificando la magnificenza di George nel finale. Puttanata galattica di Vogel: LeBron nemmeno doveva prenderla, la palla sulla rimessa. A costo di triplicarlo. Perdere per perdere almeno provale tutte: George evita il fallo ma l’area è vuota…Ovvio che la serie è finita qui. I Pacers l’occasione l’hanno avuta. Succede.
Comunque a James i passi non li fischiano nemmeno sotto tortura, eh.
Vogel ha commesso il classico errore del coach che non si è mai trovato in un palcoscenico così importante: ha voluto allenarla troppo (overcoaching) ed è caduto nelle trappole di Miami. Io se sono sopra di uno con due secondi da giocare voglio il mio intimidatore d’area piazzato in mezzo, poi al limite concedo un tiro piedi per terra da 6 metri, ma mai un appoggio libero da sotto.
Detto questo, trovo frustrante le infrazioni di passi che vengono concesse nell’NBA. LBJ nell’ultima azione ne ha fatta una in partenza CLAMOROSA per prendere un vantaggio decisivo, poi si è coordinato male andando su di sinistro e ne ha fatta un’altra sul terzo tempo. Trovo che lo spirito del gioco venga meno lasciando correre su questi aspetti.
LBJ sembrava un running back che andava in meta e se voglio vedere del bel football ho già l’NFL…
Ragazzi, io scrivo poco ma non potevo non associarmi al commento di Mattia; ho rivisto ora il canestro del 101 a 99 per Miami: passi clamorosi di LBJ!!!!! mai vista una cosa del genere! ma non vi sembra eccessivo questo permissivismo? mi sembra che davvero si sia arrivati al limite.
Comunque, bella partita e suicidio di porporzioni bibliche di Indiana.
Ma ammirate le giocate di un fenomeno e nn lamentatevi dei passi che se dovessimo andare a vedere lebron subisce due falli sul layup del 101 a 99!! Quindi nn siate frustrati se questo è il migliore al mondo, anzi godetevelo ke uno così passa ogni 30 anni!!!
Eh bè un lay up regalato da un allenatore “pirla” è senza dubbio una giocata da fenomeno.
Fa nulla poi se gli Heat giocano una pallacanestro da quartiere, tanto c’è “il fenomeno”.