Inizia la finale delle Western Conference tra Memphis e Spurs riproponendo la serie che due anni fa ha messo sulla cartina delle squadre che contano la franchigia del Tennessee.
I due roster in queste due stagioni non sono cambiati tantissimo, le ossature delle due squadre sono rimaste le stesse ma cambiamenti importanti sono occorsi nei giocatori di contorno.
Chi ha cambiato di più è sicuramente Memphis che ha perso Gay, Mayo e Battier sostituiti da giocatori meno talentuosi ma più funzionali al progetto. Addizione per sottrazione?
In realtà Pondexter e Bayless però possono ricoprire meglio di Mayo e Gay il ruolo di comprimario in una squadra che ha in Conley-Gasol-Randolph l’asse portante. La crescita di Conley e Gasol, assieme alla maturità raggiunta Randolph, sono i segreti del successo dei Grizzlies di queste ultime stagioni.
San Antonio rispetto a due anni fa non schiera McDyess e Jefferson, due veterani a fine carriera, e George Hill. I loro sostituti sono giocatori ancora da formare ma dalle ottime potenzialità come Leonard, Splitter e Green, quest’ultimi già a roster nel 2011 ma poco utilizzati da Popovich perché ancora non pronti.
Chi vincerà? Memphis deve reggere il gioco allargato degli Spurs che fingono una strutturazione iniziale con i due lunghi classici ma chiudono sempre con il quintetto piccolo. Dall’altra parte San Antonio dovrà reggere l’urto della miglior front line della lega.
Per il duo di Memphis la sfida con i pari ruolo avversari è un confronto nuovo in questa post-season. Sia i Clippers che i Thunder, affrontati nelle prime due serie, schieravano una coppia di lunghi d’area ma se DeAndre Jordan e Perkins potevano essere lasciati liberi in quanto poco pericolosi lo stesso non si può dire di Splitter, abilissimo a farsi trovare in movimento e abile anche in post basso dove ha costruito col tempo un paio di movimenti dal rendimento sicuro.
Il vero rebus per Hollins sarà come affrontare Duncan e il pick and roll centrale con Parker. Il pick and roll dei Clippers tra Paul e Griffin non è efficace quanto quello degli Spurs perché Blake non ha ancora un tiro affidabile dalla media.
La forza del gioco di Popovich sono le spaziature e quando Parker sfrutta il blocco centrale di Duncan può scegliere se tirare, penetrare, cercare Duncan in lunetta o uno dei tiratori esterni, sapendo esattamente dove sono.
Tutti c’aspettavamo una partita equilibrata invece San Antonio parte fortissimo e segna un solco nel punteggio già nei primi dodici minuti. Memphis fatica a reagire e vede scappare la partita senza una vera reazione.
Il primo quarto degli Spurs è perfetto. Segnano praticamente sempre e Gasol fatica tantissimo non abituato a lasciare l’area per marcare Duncan concede troppa libertà a Parker che giocando di sole letture confeziona con Green e Leonard il vantaggio in doppia cifra che segnerà la partita.
Memphis parte contratta, fatica in attacco anche perché Randolph stecca completamente la partita. San Antonio scappa subito e Memphis invece di cercare di recuperare punto dopo punto per la prima volta in questi play-off si fa prendere dalla frenesia e nel tentativo di restare a contatto forza più del dovuto snaturando il suo gioco.
Altro aspetto che può segnare la serie sarà il contributo delle panchine. Ginobili guida il secondo quintetto Spurs che con Diaw e Neal ha qualità ed esperienza superiore a quello di Memphis. Pondexter prova a tenere i suoi a galla e Memphis vince il parziale del secondo quarto ma sarà l’unico della partita.
La scelta di Popovich è di far marcare Gasol a Splitter mentre Duncan può restare in area su Randolph. Il vantaggio per il caraibico è notevole perché può stazionare sotto canestro contro un avversario poco mobile lasciandogli la possibilità di aiutare su chiunque provi a penetrare.
La serata per Randolph è pessima tanto che Hollins prova tutti i lunghi a roster pur di trovare qualche soluzione ma senza riuscirci.
San Antonio ha vinto con una prova impressionante di forza gara 1 con il vantaggio di aver fatto anche riposare i titolari nel finale avendo acquisito un vantaggio sicuro già nel primo tempo. Non deve però ingannare la prova opaca di Memphis.
Gli Spurs hanno giocato una gara rasente la perfezione in attacco e non è detto che sia così anche gara 2. Se poi aggiungiamo che Randolph è mancato completamente i venti punti di distacco sono recuperabili.
Memphis ha già dimostrato di poter ribaltare il fattore campo sia con i Clippers che con Oklahoma e di saper reagire dopo una gara persa nettamente come la prima contro la squadra californiana.
Martedì gara 2 ci dirà come Hollins ha preparato le contromosse e di come reagirà la sua squadra.