Memphis vincendo la quinta partita della serie contro Oklahoma ha scritto la storia della franchigia arrivando per la prima volta alla finale della Western Conference. I Thunder non sono riusciti a trovare le energie per allungare la serie.
Oklahoma parte forte sospinta dell’energia del pubblico di casa ma Memphis rientra subito e condotta da un’immarcabile Randolph prende la testa e chiude il primo tempo avanti di 12 punti. Durant fatica tantissimo, chiuderà con 21 punti ma con 21 tiri, l’ultimo dei quali poteva dare l’inaspettato pareggio per portare le squadre al supplementare.
Infatti con orgoglio Oklahoma rientra nel finale fino a soli due punti di distacco, grazie anche a due liberi sanguinosamente sbagliati da Randolph. Durant però non regala l’ennesima giocata da campione e Allen chiude con i liberi dopo il rimbalzo.
Per Memphis la solita partita di sostanza, tutta difesa e organizzazione. Se c’è un difetto è la loro incapacità di chiudere la partite. Ancora una volta non sono riusciti a lascire indietro Oklahoma che ha comunque avuto la possibilità di giocarsela fino alla fine.
Durant ha pagato l’eccessivo utilizzo dovuto all’assenza di Westbrook e nella serie con Memphis ha gradualmente perso d’efficacia. Merito di una difesa come quella dei Grizzlies che è organizzatissima ed ha dei veri fuori classe difensivi, uno su tutti Tony Allen.
Per Oklahoma si chiude la stagione prima del previsto. La squadra sarà competitiva anche l’anno prossimo con un Reggie Jackson in più ma con molti dubbi su chi possa giocare nei momenti decisivi della stagione.
Il gioco tutto velocità è letale se a impostarlo è Westbrook, ma restano grandissime perplessità sul gioco a metà campo. Brooks avrà tempo per implementare un sistema che per ora è minimale e che si affida all’immenso talento del duo Durant-Westbrook.
Il gioco ad alto ritmo voluto da Brooks serve anche per mascherare con l’atletismo alcuni limiti che giocatori importanti come Sefolosha e Perkins hanno in attacco. Ibaka ha costruito un ottimo tiro piazzato ma anche lui come gli altri due fatica tantissimo a crearsi tiri nll’uno contro uno. La coperta in qualche modo deve essere corta. Se la difesa è così efficiente si deve rinunciare a qualcosa in attacco.
Per Memphis invece continua la corsa. Questa squadra nasce dallo scambio che nel 2008 portò Pau Gasol ai Lakers in cambio del Fratello Marc e da una serie di azzardi che hanno pagato nel tempo. Pochi avrebbero scommesso su Conley che è cresciuto esponenzialmente nelle ultime due stagioni.
Lo stesso scambio di Gay nel mezzo della stagione era sembrato un segnale di resa, con la nuova proprietà attenta più al bilancio che alla competitività della squadra. I risultati invece hanno dato ragione a Hollins che ha creduto nel gruppo che ha aiutato a crescere negli anni.
Randolph sembra aver ritrovato la magia dei play-off di due anni fa come dice a fine gara i Grizzlies sono gli “underdog” di tutta America.
Memphis è già riuscita e ribaltare il fattore campo due volte su due in questi play-off e non avranno problemi ad iniziare ancora una volta fuori casa nel caso gli Spurs passino il turno.