Gara 2 all’At&T Center di San Antonio comincia sul punteggio di 1-0 degli Spurs nella serie. Rispetto ai quintetti della gara precendente, Bonner prende il posto di Diaw. Per i Warriors, Green prende il posto di Ezeli.
Nel primo quarto cominciano molto forte Parker e Duncan, che mettono a referto tutti i primi 8 punti degli Spurs. Dall’altra parte Curry, insolitamente, inizia attaccando subito la partita con 3 triple che tengono la gara in equilibrio. Come spesso succede quando il numero 30 si accende, tutti i Warriors alzano il livello del loro gioco e tirano abbondantemente sopra il 50% per buona parte del quarto.
Tony Parker attacca Curry con continuità e forza 2 falli che costringono il prodotto da Davidson a sedersi a metà del parziale di gioco. Gli Spurs rimangono incollati ai Warriors grazie ad un Tim Duncan che sale in cattedra e dispone di Bogut ed Ezeli a piacimento. I punti da seconda opportunità fanno il resto e, nonostante un gran primo quarto di Curry e Thompson, gli Spurs sono comunque a contatto: 28-23 Warriors.
L’inizio del secondo quarto vede il rientro in campo di Splitter dopo l’infortunio, e gli Spurs cercano di sfruttare il brasiliano esplorando diverse situazioni di pick’n’roll, ma dall’altra parte l’assenza di Duncan si fa sentire ed i Warriors hanno vita facile nel costruire tiri ad alta percentuale. Il rientro in campo del caraibico tappa la falla, almeno in un primo momento, e Parker in attacco mette 6 punti nei primi 6 minuti del quarto.
Ma i Warriors piazzano uno strepitoso parziale condotto da un Klay Thompson che già alla fine del primo tempo supera il suo record punti ai Playoff, 29. L’attacco di Golden State si spazia bene e permette a Thompson di metterne 17 nel secondo quarto, con uno strepitoso 5/6 dall’arco. Dall’altra parte gli Spurs tirano malissimo da tre, nonostante costruiscano buone opportunità, e concludono il quarto con un impietoso 0/4. Il primo tempo si chiude sul punteggio di 62-43 a favore degli ospiti.
All’inizio del terzo quarto l’inerzia è ancora per i Warriors che riescono a trovare punti in transizione e spaziature. Il quarto fallo di Bogut, subìto d’esperienza da Ginobili, induce coach Jackson a far sedere l’australiano e in difesa i Warriors perdono la presenza forte a centro area.
Un primo mini parziale condotto da Duncan, che ha vita facile su Ezeli, è poi seguito da una serie di buoni possessi per i Warriors che in transizione e con qualche bel canestro del rookie Barnes riportano la partita sui binari del secondo periodo. Ma gli Spurs tornano prepotentemente in partita grazie ad una difesa in cui Duncan fa la voce grossa e qualche tiro da 3 di Green e di Neal.
Gli Spurs riportano la partita sul -7. Alla fine del quarto, dopo un altro hack-a-Bogut ordinato da coach Pop, una tripla di Thompson riporta i Warriors oltre la doppia cifra di vantaggio ed il terzo quarto si chiude con il punteggio di 83-72.
L’ultimo quarto di gioco comincia con un Curry più aggressivo, che non si era visto nei due quarti centrali, attacca bene il ferro e tiene i suoi in vantaggio. La difesa degli Spurs, come era prevedibile, mette la marcia alta e ma la squadra di coach Pop tira male dal campo. A metà dell’ultimo quarto, Parker e Ginobili conducono un parziale che riporta San Antonio su di uno svantaggio sotto la doppia cifra.
Le percentuali basse al tiro degli Spurs danno comunque ai Warriors la possibilità di scappare nuovamente, nonostante una buona difesa che limita le soluzioni offensive alla squadra di coach Jackson. Il resto lo fanno le palle perse degli speroni, troppe per una squadra che cerca la rimonta, ed i Warriors scappano definitivamente con un bel long two di Curry che riporta i suoi in doppia cifra di vantaggio. La gara non si trascina per le lunghe, gli Spurs ammettono la sconfitta ed il punteggio finale è 100-91 a favore di Golden State.
I Warriors vincono grazie al vantaggio costruito nei primi due quarti. Coach Jackson sapeva che gli Spurs avrebbero cominciato a basso ritmo per risparmiare energie per il finale, e la squadra di Oakland ha costruito una dote che la difesa degli speroni non è riuscita a ricucire nell’ultimo quarto di gioco, come era invece successo negli ultimi minuti di gara 1. Come se non bastasse le percentuali dal campo della squadra texana sono state disastrose, 39% dal campo, 23% dall’arco.
E’ stata una serata no per tutto il cast di supporto degli Spurs ed i 20 punti di Parker e i 23 di Duncan non sono bastati nella sera che ha visto i 34 punti di Thompson. Serata solo “normale” per Curry, con 22 punti, che è partito subito forte e poi ha gestito le energie; ne serviranno molte in vista di gara 3, che si giocherà all’Oracle Arena nella notte tra venerdì e sabato.
La serie è ancora lunga, ma adesso i Warriors ci credono ancora di più.
Seguo il basket NBA dal 2000, quando Vince Carter volava sui cieli di Oakland e quando i Lakers battevano i Trail Blazers alla settima. Studio giurisprudenza presso la facoltà di Palermo, mi piace la musica e suono la chitarra. Ma soprattutto, sono NBA-dipendente… Email: big.ideas@hotmail.it Twitter: @sleepinpill87