Lezione imparata. Gara 2 è come i New York Knicks sanno giocare e come dovrebbero sempre fare. Indiana è un’avversaria ostica, un gruppo vero, ma NY ha più talento e ieri sera c’è stata una dimostrazione inconfutabile.
Vittoria di 26 punti, ampio garbage time nel quarto periodo, pubblico di Manhattan entusiasta e per quello che più conta 1-1 nella serie.
Andiamo subito a Carmelo, inutile girarci intorno. Il 13-26 dal campo ci consegna un perfetto 50%, ottimo se comparato alla prestazione di gara 1, appena intorno al 30%.
32 punti, 9 rimbalzi, 6 assist, soluzioni offensive di maggiore qualità e con ritmo. E’ stata una di quelle gare che lo attestano lì in alto tra i migliori della lega.
Knicks subito avanti ma i Pacers non si scrollano di dosso per tutto il primo tempo. Poi nel terzo la coltellata definitiva e il quarto ultimo periodo diventa una formalità. 30 a 2 di parziale. Impressionante.
E’ il pregio e insieme il difetto dei Pacers. Sono un gruppo unito, ottimamente bilanciato in attacco e che soprattutto difende alla grande. Benissimo, con queste carte si va avanti nei playoff, a maggior ragione se si hanno due lunghi efficaci anche a rimbalzo e nel gioco in post basso.
Ma nessuno firma la gara con qualche fiammata, manca quando è necessario qualcuno che si alza e si prende le sue responsabilità, anche in solitaria.
I Bulls se la giocano con Miami anche perchè Nate Robinson è impazzito in una rimonta che sapeva di impossibile. Situazione comparabile. Grandi difese per entrambe le squadre, divisioni dei compiti in attacco (in contumacia D Rose) ma la follia di un Nate the Great può fare comodo.
NY è di tutt’altra pasta, anziani quanto basta ma con un talento debordante. Un leader indiscusso, Carmelo, e gregari con tanti punti nelle mani.
A cominciare da JR Smith, non ancora esploso in questa serie (ieri solo 8 punti ma con 6 rimbalzi), senza dimenticare un sorprendente Raymond Felton, 14 pts, 5-9 dal campo.
Ma a parte Melo il migliore è stato senza dubbio Iman Shumert. Altro pericoloso parallelo verso Chicago. Rose e Shumpert si sono infortunati lo stesso giorno, il 28 aprile 2012, entrambi al ginocchio.
Oggi Rose è ancora in panchina, e per di più tra mille polemiche, mentre Shumpert “high top fade” style ne segna 15 con 6 rimbalzi e 3 assist in gara 2 delle semifinali dei playoff della Eastern Conference.
Di più, c’è una putback dunk che fa saltare in aria il Madison Square Garden, manifesto di un atletismo ritrovato di cui sa benissimo coach Woodson quanto questa squadra di dinosauri ne abbia bisogno.
Kidd a mezzo servizio, Prigioni titolare, Novak solo in garbage time e K-Mart primo cambio dei lunghi dalla panchina. Dei lunghi oddio, di Tyson Chandler, comunque sia non l’assetto più prevedibile per i playoff.
In casa Pacers si segnala la solita ottima prova di Paul George, 20 pts, 4 reb, 8-16 dal campo, una difesa su Carmelo però non impeccabile, tanto più che coach Vogel gli ha messo addosso anche David West, con risultati ugualmente rivedibili.
E’ calato Lance Stephenson, 9 pts, 4 reb in 34 solidi minuti ma dimostrando una volta di più che sarà pure un buon giocatore e un ottimo atleta ma è un tiratore disastroso. 1-7 da tre punti, un mattone dopo l’altro.
Per gara 3 ci si sposterà nell’Indiana. Ambiente caldo, anzi rovente. New York può non cambiare nulla da quello ha mostrato in gara 2, per i Pacers invece serve solo un po’ di follia.
Il sistema è buono ma può non bastare contro i Knicks più orgogliosi da tanti (troppi) anni a questa parte.
“E qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure…”