Gara 1 all’At&T Center di San Antonio vede affrontarsi gli Spurs, che vengono dallo sweep ai danni dei Lakers, ed i Golden State Warriors che al primo turno se la sono dovuti vedere contro i Denver Nuggets, battendoli per 4-2. I Warriors non vincono una partita di playoff a San Antonio dal 1997.
Quintetto piccolo per gli Spurs, che partono con Parker, Green, Leonard, Diaw e Duncan. I Warriors partono con Curry, Thompson, Barnes, Ezeli e Bogut. Comincia meglio la squadra di Oakland, che piazza subito un parziale, gli Spurs hanno difficoltà a tenere le accelerazioni dei Warriors, che quando possono la mettono sul piano della corsa.
Alla metà del quarto gli Spurs concedono già 15 punti e i Warriors trovano soluzioni di tiro ad alte percentuali soprattutto con Curry e Thompson, quest’ultimo è autore di 7 punti del primo parziale.
Gli Spurs rinvengono nella seconda metà del quarto grazie soprattutto ai 6 punti di Duncan. Il caraibico ha vita facile con Bogut, che non si trova a suo agio a marcare un giocatore che riesce a portarlo così lontano dall’area pitturata. Buono anche l’impatto di Ginobili, che entra dalla panchina e trova bene i tiratori negli angoli. Il quarto si chiude in sostanziale parità, con gli attacchi che hanno avuto la meglio sulle difese: 28-25 il parziale a favore dei Warriors.
Secondi quintetti in campo all’inizio del secondo quarto, e con Tim Duncan in panchina gli Spurs concedono tantissimo a centro area ed i Warriors hanno vita facile nel piazzare un parziale che li porta sul +9, lo scarto negativo più alto che gli Spurs hanno subito dall’inizio di questi Playoff. Anche difensivamente i Warriors tengono bene e rendono difficile agli Spurs far girare la palla e spaziarsi bene in attacco.
Stephen Curry comincia a scaldarsi e piazza due triple che spaccano la partita. Gli Spurs cominciano pian piano a rientrare, grazie ad un buon supporto dalla panchina ed a Tony Parker e Tim Duncan che attaccano il ferro e vengono mandati continuativamente in lunetta.
Alla fine del quarto coach Pop rispolvera anche un vecchio tormentone e ordina ai suoi di far fallo su Bogut che dalla lunetta piazza un indecoroso 2/6 che permette agli Spurs di ricucire lo svantaggio. Il primo tempo si conclude con un parziale di 53-49 per i Warriors.
L’inizio del terzo quarto vede gli Spurs più aggressivi in difesa, la squadra di coach Pop trova così punti in transizione che permettono di ridurre lo svantaggio. Ma Golden State non sta a guardare e Thompson è autore di un’ottima prestazione nella prima parte del parziale. Il terzo quarto però ha un nome ed un cognome: Stephen Curry.
Il numero 30 è autore di un quarto irreale, 22 punti, 75% dal campo e 4/6 da tre. Il vantaggio dei Warriors arriva anche ad un massimo di 18, ma l’esperienza degli Spurs non permette a Golden State di scappare definitivamente, gli speroni trovano buoni tiri perimetrali che fruttano 4 triple. San Antonio resta aggrappata alla partita sul -12 ed il terzo parziale si chiude sul 92-80.
Il quarto quarto non decolla, gli Spurs concedono di meno in difesa ma tirano male ed il vantaggio dei Warriors rimane invariato per buona parte del parziale di gioco. Klay Thompson, autore di una buona partita da 19 punti, va fuori per falli a 3 minuti dalla fine del quarto.
Ed è qui che inizia una incredibile rimonta degli Spurs, propiziata da una difensa che alza il volume dell’intensità (Diaw e Duncan su tutti) e da un Tony Parker che piazza 8 punti negli ultimi quattro minuti sfruttando i contropiedi che la difesa di San Antonio gli regala. La ciliegina la mette Danny Green, che esce dai blocchi e piazza una tripla che porta la partita in parità a 20 secondi dal termine del quarto quarto.
L’ultimo tiro è di Curry che lavora sul cronometro e tira sulla sirena, ma non va. Il tempo regolamentare finisce in parità a 106.
L’overtime comincia meglio per i Warriors che trovano spaziature e tiri ad alte percentuali, ma una tripla di Diaw ed un canestro di Leonard portano gli Spurs sul +2. Una grande penetrazione di Jarret Jack riporta la partita in parità. L’ultimo tiro è di Ginobili che però non trova neanche il ferro. Parità alla fine del primo supplementare: 115-115.
Nel secondo overtime nessuna delle due squadre riesce e piazzare un parziale e Stephen Curry da un lato e Tony Parker dall’altro tengono la partita in sostanziale equilibrio. A tre secondi dalla fine Bazemore trova un layup in contropiede che dà ai Warriors un vantaggio di +1.
L’ultimo tiro è per Ginobili che viene imbeccato benissimo da Leonard, sfruttando una rimessa disegnata magistralmente da coach Pop. La tripla di Ginobili va a segno, l’ultimo diperato tentativo di Jarret Jack non trova il canestro e gli Spurs vincono una partita soffertissima con il punteggio di 129-127.
San Antonio rischia seriamente di regalare il fattore campo ai Warriors con una partita giocata a basso ritmo e che è stata portata a casa grazie ai tre minuti finali del quarto quarto, quando gli Spurs hanno cambiato marcia in difesa ed hanno trovato un Parker ispiratissimo.
Ginobili ha fatto il resto con la freddezza che lo contraddistingue. Brutta sconfitta per i Warriors, che hanno per larghi tratti dominato la partita con un Curry spaziale da 44 punti e 11 assist. Buona anche la partita di Thompson e Barnes, entrambi con 19 punti.
Per gli Spurs oltre al già citato Parker (28 punti, 8 rimbalzi e 8 assist), ci sono i 22 punti di Danny Green con 6/9 dall’arco; doppia doppia da 19 punti e 11 rimbalzi per Tim Duncan, notevole come sempre il suo impatto difensivo.
Se, nel prosieguo della serie, gli Spurs dovessero continuare a voler giocare sotto ritmo per poi accendersi solo all’occorrenza, potrebbero non avere la stessa forza per ribaltare la partita. Gara 2 sempre in Texas nella notte tra mercoledì e giovedì.
Seguo il basket NBA dal 2000, quando Vince Carter volava sui cieli di Oakland e quando i Lakers battevano i Trail Blazers alla settima. Studio giurisprudenza presso la facoltà di Palermo, mi piace la musica e suono la chitarra. Ma soprattutto, sono NBA-dipendente… Email: big.ideas@hotmail.it Twitter: @sleepinpill87