Come al solito, tra tonfi e super-prestazioni, i playoffs non ci stanno certo deludendo. Analizziamoli con il nostro Weekly, via!
TONFO LAKERS
Quando sei un tifoso Lakers e ti ritrovi in quintetto Andrew Goudelock e Darius Morris, allora capisci che qualcosa è andato veramente storto.
E le parole di Metta World Peace hanno spiegato abbastanza bene la stagione in gialloviola: “A tratti noi giocatori non abbiamo lasciato allenare i coach, e a volte loro non sono stati in grado di allenarci” … “Coach Brown avrebbe potuto strigliarci abbastanza, ma anche D’Antoni avrebbe dovuto alzare la voce in diversi momenti” – evidenziando una mancanza di leadership proprio dal timoniere al comando, addirittura evidenziando che l’unico ad aver funzionato è stato… Bernie Bickerstaff tra un coach e l’altro!
Non sembra casuale che in questa stagione di caos l’unico ad avere funzionato sia il coach ad interim, spesso in una situazione poco disciplinata (vedi i malumori dei Nets parzialmente risolti proprio con l’interim di P.J. Carlesimo), dove giocatori ad alto ego, vedi Bryant e Howard, collidono: o mantieni un coach “precario”, dove i giocatori devono almeno responsabilizzarsi, o prendi un coach di grandissima maturità nell’affrontare tante personalità pesanti, cosa in cui Mike D’Antoni non è proprio stato un fenomeno.
Anche le gestione quantomeno dubbia dei minuti di Kobe Bryant dimostra che il baffo italo-americano, dietro l’apparenza inflessibilità del suo sistema di gioco, è un allenatore molto più morbido di quanto si pensi, almeno nei confronti delle superstars, e che questo non abbia certo aiutato lo spogliatoio dei Lakers a non scricchiolare continuamente, con esiti poco positivi in campo.
Ma il futuro immediato diventa molto più importante adesso, visto anche che il GM Mitch Kupchak ha rinnovato la fiducia a D’Antoni, e che sicuramente lo ritroveremo anche all’inizio della prossima stagione: ma con che squadra?
Sicuramente molto diversa, e con l’amnesty clause a disposizione il tempo di scelte importanti per la dirigenza dei “lacustri” si può dire arrivato…
STEPH CURRY E I WARRIORS DA URLO!
Dopo l’infortunio a David Lee nella prima partita della serie tra Nuggets e Warriors, tutti davano per spacciati i ragazzi di coach Jackson, ma guidati da un Steph Curry superlativo sono arrivate 3 vittorie consecutive, e sul 3-1 a favore l’upset è vicino.
Come detto, il regista di Golden State è stato il trascinatore assoluto della squadra, con 30 punti e 10 assists di media, e dove Curry in gara 4 giocata domenica, sempre dolorante alla caviglia, è riuscito a realizzare 31 punti in soli 33 minuti, e di chiudere praticamente la partita nel terzo quarto con una serie di bombe da 3 una dopo l’altra.
“Tutti sono andati all’ospedale, ma il bambino è già nato”, ha sintetizzato abilmente Mark Jackson a chi gli chiedeva se il giovane Steph può essere considerato un fuoriclasse, facendo capire di non aver mai dubitato delle doti del suo giocatore.
Ma è giusto ampliare i meriti sia al coach, che a tutto il resto della squadra, in grado di sovvertire un esito sfavorevole contro una squadra apparentemente più forte, con un attacco veloce a tutto campo, un Andrew Bogut poco appariscente ma che sostituisce quel David Lee… che nel gioco dei Warriors l’aveva sostituito tutto l’anno, e anche un rookie come Draymond Green in grado di essere utile uscendo dalla panchina.
Quando una squadra gioca così, il merito è un pò di tutti, l’auspicio è che la favola continui ancora, e soprattutto che finalmente dalle parti di San Francisco (anche se la squadra gioca a Oakland) si possa di nuovo parlare di basket ad alto livello per lungo tempo…
CLIPPERS E GRIZZLIES, LA SERIE INFINITA…
Clippers e Grizzlies continuano a fare a sportellate, e nelle due partite giocate in Tennessee la squadra di coach Hollins ha ritrovato il suo miglior gioco difensivo, impattando la serie sul 2-2 e dimostrando di avere ancora benzina nelle gambe per battere i losangelini.
Quale sara il tema delle prossime partite, ipotizzando di arrivare a gara 7 (come l’anno scorso)? Sicuramente mettere pressione a Chris Paul da parte di Memphis come nelle ultime due partite, e per coach Del Negro evitare di compiere quegli sbagli, a livello di rimbalzo e palle perse, che fanno la fortuna di una squadra dalla mentalità difensiva come Memphis.
L’impressione è che i Clippers abbiano la fiducia di avere due partite in casa su 3 adesso, ma potrebbe essere un azzardo riporre troppo sul fattore campo…
PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA
NATE ROBINSON
Si sa che quando Nate Robinson si accende, diventa un giocatore difficilmente fermabile, e se ne sono accorti i Brooklyn Nets sabato sera. 23 punti nell’ultimo quarto, quasi battendo il record di punti in un quarto per i Bulls, che appartiene a un certo Michael Jordan(!), di cui 12 consecutivi a ridurre il distacco da -14 a -2: non si può certo dire che sia stata una partita normale per la squadra di coach Thibodeaux, che dopo 3 OT è riuscita ad avere ragione dei Nets. Che si sogneranno Robinson anche di notte…
KEVIN DURANT
Migliore risposta a chi, senza Russell Westbrook, era già pronto a vedere nero per Oklahoma, non poteva esserci da parte di Kevin Durant in gara 3 contro Houston. 41 punti, 14 rimbalzi e 4 assists, e soprattutto un bizzarro tiro da 3 nell’ultimo minuto, in grado di respingere l’assalto dei Rockets. Bisogna passare prima da KD per dare morti i Thunder…
PAUL GEORGE
Rischia di venire nascosto nella poco attraente serie che stanno giocando Indiana e Atlanta, ma Paul George sta diventando sempre più impressionante, e al momento giusto, per i Pacers. Una tripla doppia nella prima partita, più di venti punti di media nel corso delle prime tre partite, e l’impressione che una sfida tra George e Carmelo in una semifinale New York-Indiana possa essere veramente spettacolare…
LA SITUAZIONE DELLE FAVORITE
MIAMI HEAT
Finire la serie contro i Bucks 4-0 e far riposare Dwayne Wade sembra il massimo della vita, ma ricordiamoci (vedi Orlando nel 2010), che non sempre chiudere una serie in anticipo e avere più riposo dei tuo avversari paga. Intanto gli Heat vedono con soddisfazione i loro possibili rivali in semifinale di Conference, Bulls e Nets, sfinirsi come sabato sera in un estenuante triplo supplementare, e soprattutto se a passare fossero gli ostici “tori” di Chicago, conta molto per James e soci essere al massimo della condizione e ritrovare al meglio Wade. Altri pensieri al momento non disturbano coach Spoelstra…
NEW YORK KNICKS
E’ vero che i newyorchesi potevano già chiudere domenica sera contro Boston, rimane l’idea di una squadra in grado di finire bene la serie e di poter continuare ad ambire in alto in questi playoffs. Tenendo conto che J.R. Smith mancava causa sospensione (gomitata a Jason Terry in gara 3), e che Tyson Chandler è solo adesso vicino al 100% della condizione, i Knicks rimangono una squadra da osservare con molta attenzione..
OKLAHOMA CITY THUNDER
Quasi chiusa la serie con Houston, come detto, anche senza Russell Westbrook, le cose potrebbero diventare certamente più difficili contro Memphis o Clippers, squadre certamente più esperte e pericolose dei Rockets. L’impressione è che i Thunder rimangano una squadra pericolosa con un Durant così decisivo, ma il cammino è decisamente in salita…
SAN ANTONIO SPURS
Troppo facile per essere vero, battere in questo modo i Lakers. Difficile dire se una serie sbrigata così velocemente può essere un iniezione di fiducia e di riposo per coach Popovich e il magnifico trio Duncan-Ginobili-Parker, o rilassare in modo pericoloso gli “speroni”, ma conoscendo coach Pop è difficile che sia l’ultima opzione. L’impressione è che finchè Duncan gioca con lo spirito e la forza di un ventenne gli Spurs possano andare molto lontano…
Anche questo Weekly è finito, vedremo la prossima settimana quante altre emozioni i playoffs ci hanno fornito. Per il momento, buon basket NBA a tutti!
appassionato della cultura americana, dagli sport alla letteratura al cinema della grande nazione statunitense…
per qualunque curiosita’ scrivetemi a: albix73@hotmail.it