Un saluto festoso a tutti, ed una premessa: questo articolo riflette un’opinione italica, malpensante e dietrologa. Puo’ quindi non essere uno specchio della realta’. Ma chissenefrega.
La regular season della Lega di Stern volge al termine, e gli spunti sono parecchio interessanti.
Curioso che, a 5 giornate dalla fine, 15 delle 16 partecipanti sono gia’ decise.
L’ultima invitata al grande ballo, ovvero la prescelta che incontrera’ la testa di serie nr. 1 ad Ovest, rischia di essere i Lakers, che devono ancora comunicarci se la stagione in corso e’ una delle piu’ fallimentari degli ultimi 20, oppure se proveranno a diventare la mina vagante piu’ fragorosa degli ultimi anni.
Premetto che sono uno di quelli che pensa che i Lakers ce la faranno, anche se la sconfitta di ieri sera contro i concittadini dal balzo facile, e la contemporanea vittoria dei mormoni, rende complicata l’impresa.
E non e’ che arrivare al gran ballo risolverebbe i problemi, anzi. I Lakers di quest’anno hanno giocato e giocano con il convinto desiderio di salire sul podio delle squadre di talento peggio assemblate della storia. Mi ricorda moltissime edizioni della mia squadra del cuore di pallapedata: no, non quella di oggi che vede evoluire dei protagonisti di quart’ordine, ma alcune edizioni ricchissime di figurine con la capacita’ di amalgamarsi dell’acqua e dell’olio.
Col senno di poi, niente di piu’ logico il fatto che Ettorone nostro, dopo essersi molto divertito nel ruolo di aiuto regista lo scorso anno, abbia ritenuto piu’ adatto alla propria salute il clima rigido di Mosca alle paturnie di questi fenomeni, alcuni dei quali (uno in particolare) hanno mostrato un QI cestistico degno de “La pupa ed il secchione”, riferito ovviamente alla parte che porta il reggiseno.
Dwight Howard, al netto di problemi fisici sicuramente importanti, ma che non possono spiegare tutto, ha smutandato agli occhi di tutti come il premio per il Difensore dell’anno sia spesso attribuito da una congrega di avvinazzati, paragonabile a certi Palloni d’oro che mi ricordo. Se prendi vagonate di rimbalzi e stoppi spesso, sei un difensore D.M. (della Madonna), anche se poi, alla prova dei fatti, la tua squadra fa delle figure dm (…..).
Sono andato a vedermi, per pura curiosita’, la situazione storica dei vincitori del premio, ed ho scoperto con raccapriccio che Garnett e Duncan, praticamente il Leonardo ed il Michelangelo della Difesa di squadra, hanno vinto rispettivamente uno e zero (sigh..) di questi premi, mentre Howard e’ a quota 3. E meno male che lo scorso anno ha salutato la compagnia per i guai alla schiena, altrimenti si sarebbe rischiato il poker (premio andato invece a Tyson Chandler, difensore con cosiddetti e controcosiddetti).
Tornando a noi, a quanto pare una difesa con Gasol e Howard semplicemente non funziona. In attacco si pestano i piedi come pochi (tutti e due animali da post, Pau perche’ sfrutta al meglio altezza e tecnica, Dwight perche’ e’ l’unico posto nel quale puo’ far danni); in difesa le torri gemelle non sono piu’ di moda da meta’ anni 80, e gia’ allora la versione migliore aveva Ralph Sampson che era si 2.20, ma trattava la palla come se terminasse 30 centimetri prima. Per tacere che l’altra torre era Hakeem, ovvero un Padreterno della difesa, con un fisico scolpito nell’ebano, appoggiato sui piedi di Fred Astaire…..
Se poi, a completare il tutto, ci stanno due straordinari giocatori, che pero’ fanno 78 primavere in coppia, non e’ che si possa pretendere il sangue senza palla (Nash difende come un quarterback, cioe’ osservando i compagni dalla sideline, mentre Kobe butta giù il gettone, quindi puo’ farlo su x possessi, non certo su base continuativa).
Aggiungere che il difensore, quello vero, lo psicopatico della Pace nel Mondo, e’ in officina a riparare il semiasse, e che il tutto e’ gestito da un coach bravo, ma tra i piu’ sbagliati a dare mentalita’ difensiva al gruppone. E non e’ carino operare in un posto dove, invitando il coach storico alla cerimonia del ritiro canotta di Shaq, tutto il palazzo urla “we want Phil! we want Phil!” obbligando Kupchack ad espressioni in cui mancava solo il naso finto…
Per tutto l’anno siamo rimasti in attesa della scintilla che facesse scattare tutto il meccanismo, che pero’ non e’ arrivata. Siamo a meta’ aprile e ieri, sul social network di maggiore uso, il buon Flavio Tranquillo scriveva un epitaffico “Voglio 5 centesimi per ogni sguardo “ma non dovevi andare tu?” tra Gasol e Howard, e risolvo in pochi mesi il problema del debito pubblico”…. come direbbe Liga “ho perso le parole”.
Naturalmente le prime della classe non vedranno l’ora di prendere la Seed numero 1, per schienare definitivamente questa ridicola versione LA, giusto? Mmm, sbagliato!!!
In cima alla montagna e’ partita la gara a chi frena di piu’, con Spurs e Thunder che se la perdono allegramente, sperando che una delle due si vergogni prima dell’altra.
Perche’ i Lakers quasi sicuramente non troveranno la quadra, ma e’ meglio non rischiare.
A questo si aggiunge che chi becca la seconda moneta, al secondo turno potrebbe sgrugnarsi contro Denver, che ha appena dovuto salutare il nostro connazionale, causa il crac al ginocchio che gia’ ne ha tolti di mezzo un po’.
Apro parentesi: lungi da me non riconoscere il valore del Gallo, che e’ giocatore che mi fa impazzire. Temo pero’ che a rimetterci e’ piu’ lui che la sua squadra. Karl comunque ha una panchina lunghissima, e tra Chandler, Iguodala e Brewer i conti torneranno, almeno nella prima parte della stagione.
I problemi arriveranno a maggio quando la stazza del Gallo, la sua pericolosita’ dalla lunga e soprattutto la sua mano ai liberi mancheranno da morire. Per questi motivi secondo me OKC spera in un accoppiamento contro i giovanotti della citta’ alta un miglio. Ma c’e’ sempre da capire quanto frenera’ San Antonio. Domanda: stanotte dove giocano gli Spurs?
Salutando l’Ovest, non prima di ringraziare i Lakers che ci danno sempre materiale per sorridere, ed andiamo in costa atlantica. Qui la situazione e’ estremamente piu’ ortodossa. Qui la squadra da evitare e’ quella che sta in cima al cucuzzaro.
La Lebron Band e’ ingiocabile dall’inizio dell’anno, almeno ad Est. Il Gozzillone sta giocando a livelli fastidiosi, ed i suoi, anche il fu padrone della franchigia, lo assecondano alla grande, dando anzi l’impressione di divertirsi. Chiaro che, nella “tanketology” che stiamo analizzando, i posti da evitare siano 8, 4 e 5.
I Celtics, in questo fondamentale, sembrano essere dei maestri. Da un paio d’anni vincevano la loro division, assicurandosi la 2 o la 3, che li teneva distanti da Miami almeno per due turni. Quest’anno, con l’avanzare dell’eta’, ed assodato che New York era troppo in vantaggio, hanno puntato alla 6 o alla 7.
E siccome sono scienziati, hanno riconosciuto che Indiana e’ troppo cattiva e fisica per loro, e li avrebbe costretti ad una serie di wrestling: non il massimo per le stanche membra di Pierce e Garnett. Meglio quindi andare ad agitare fantasmi da Melo, nella grande Mela (perdonate il calembour). Alla 7 e’ difficile prendere di meglio, bisogna accontentarsi.
Tenendo presente che, girando il punto di vista, a nessuno piacerebbe sbattere nel primo turno contro i vecchiacci, che se c’e’ un sistema, o anche mezzo, per mettertela in saccoccia, c’e’ il caso che lo si trovi. Anche Miami , pur dall’alto di una superiorita’ mai in discussione, preferirebbe materiale piu’ malleabile (Milwaukee sarebbe una cicloturistica…).
Il tanking sta quindi diventando una forma d’arte, perche’ bisogna farlo senza dare troppo nell’occhio, altrimenti l’avvocato che regge la baracca ancora per un anno si incupisce, e quando si incupisce diventa pericoloso (per i piu’ distratti, si consiglia la lettura di “250.000 sfumature di verdoni” ed. Popovich – in libreria da fine novembre scorso).
Vi risparmiero’ invece il tanking dei poveri, ovvero quello “a perdere” delle squadre che vogliono imbottirsi di palline per la prima scelta nel draft.
Primo perche’ chi si carica di palline, la nr. 1 non la vince quasi MAI (2003 e 2004 le eccezioni). Secondo perche’ quest’anno non ci sono giovanotti in grado di scatenare le libido dei GM, quindi non vale la pena sporcarsi le mani.
Ci si risente a breve, per i pronostici di primo turno. O per farsi perculare, nel caso i tankatori di regular avranno sbagliato i conti. Ed io con loro.
Io di difese funzionanti e dotate di 2 giocatori sopra i 2.10 mi ricordo anche a fine anni ’90 quella degli Spurs con Duncan e Robinson.
Anche lì, uno dei due (l’Ammiraglio) aveva i piedi per andare al Bolshoi a fare il lago dei cigni.
Quello che manca davvero a LA è un lungo del genere.
vero Dedio. E il paragone ha anche piu’ senso di quello di Houston, che stava in un epoca in cui le squadre avevano praticamente sempre due giocatori interni (Parish-McHale, Kareem e chi volete voi). La “small ball” la facevano alcuni visionari (Moe/Nelson) che ci facevano tanto divertire ma difficilmente passavano piu’ un un turno di playoff…
Bene tutto, bravo Kicco69….ma….che cosa vuol dire nel titolo “tanka..” e l’attività di “tanking”?!
Non espliciti mai purtroppo una definizione, e non mi pare nemmeno di averla mai letta negli articoli dei siti specializzati americani da ESPN, CBS e Hoopshype in giù, o nemmeno su sky, e mi sento un tantino ignorante…. :-(
Grazie per la spiegazione, apprecciate :-)
Pasquà
Ciao Pasqua’: hai ragione, e ti confesso per un momento che ho pensato a mettere un estratto “wikipedia” sulla parola, per spiegarne il significato. “Tank” in questo caso significa perdere piu’ o meno deliberatamente alcune gare in modo da ottenere qualche vantaggio. Una volta si “tankava” di brutto per ottenere il peggior record ed avere piu’ possibilita’ al Draft (per definizione peggiore e’ il tuo record e maggiori le probabilita’ di acquisire la prima scelta). La mia provocazione e’ che certe squadre stiano “aggiustando” il loro record in funzione di una posizione che permetta loro di evitare alcune squadre, privilegiandone altre. Nelle ultime giornate di campionato, con la giustificazione (inconfutabile) di preservare i propri giocatori migliori, tu puoi panchinare mezza squadra. Alla fine, nei playoff, se vuoi arrivare in fondo devi battere tutti. Cio’ non toglie che certi movimenti siano curiosi, ed in un cazzeggiatore italiota come il sottoscritto siano stati la scintilla che ha spinto a scrivere queste (inutili) righe. Ma, come sempre, mi sono divertito.
complimenti davvero un ottimo articolo
Tanto di cappello. Scritto in modo fine e raffinato. Quasi Buffiano per certi versi. Ammiro anche l’analisi della situazione. Sì, devo dire che concordo in pieno, ma non sono così fiducioso che LAL trovì il vicolo per uscire davanti a Utah. E se anche fosse, non vedrei i gialloviola comunque come una minaccia, bistecca di manzo permettendo.
Infine un grazie davvero sentito per i commenti sul titolo a difensore dell’anno. Era ora che qualcuno vedesse la realtà. Mi è capitato infatti di vedere un video di Anthony Davis prima dello scorso draft. Pensai proprio: “Toh! Un altro Dwight Howard!” Morale: prima scelta e, per ora, piacevole bufala. Non credo che saltare, stoppare e prendere rimbalzi sia tutta la difesa, e sono felice che qualcuno abbia tirato fuori il discorso.
Ad ogni modo splendido articolo!
Bozz, i lunghi maturano lentamente. A Davis darei tempo e credito, anche perche’ a KY difendeva sul serio, altrimenti Pitino gli avrebbe diviso il monosopracciglio a schiaffi. Grazie per le belle parole. Buffa non e’ imitabile, anche perche’ lui parla, io ho il paracadute della rilettura, che e’ una gran cosa. Per esempio mi permette di scrivere (ma solo adesso) che Kobe e Nash hanno 74 anni in due, e non 78……
Gran bell’articolo, vorrei solo chiederti un’opinione (visto che la tua analisi è molto lucida) e farti una precisazione.
L’opinione è, necessariamente, sulla mia squadra, questi Bulls che sembrano un po’ lost in translation incerti su quali saranno le loro opportunità nei playoff, incerti sulla data del ritorno di Rose e se il suddetto non possa portare più problemi che soluzioni in una squadra che (per quest’anno) sembra aver trovato i suoi equilibri, che ne pensi? la precisazione è solo sul coach di Kentucky che è Calipari non Pitino, che ha invece vinto stanotte il titolo Ncaa con i suoi louisville, nella finale Ncaa più bella che io abbia visto (ma ho visto solo le ultime 4)
Hai ragione. I lunghi maturano lentamente. Ma maturano se e dove sono necessari e utilizzati. Tranquillo scriveva di come sia cambiato il modo di intendere il post basso: se una volta la palla ci doveva andare e a trattarlo spalle a canestro erano quasi esclusivamente dei santoni di oltre 210 cm, oggi non è più così. Oggi è sufficiente darla a qualuno che sappia giocarla. In questo modo i lunghi serviranno sempre meno, fino ad arrivare allo small ball tanto di moda in questa seconda decade di millennio. Davis migliorerà quasi sicuramente in difesa, ma offensivamente sarà vincolato, come howard a ricevere palla in movimento o in transizione. Potrebbe imparare qualche tecnicismo di qualità, ma non si avvicinerà mai ai giganti del postbasso. Mia opinione premetto, ma in uno sport dove ormai si tira quasi più da 3 punti che da sotto quei lunghi non servono praticamente più. Sono, e rimango, convinto che se Anthony Davis sia stato la prima assoluta è per mere doti atletiche e che questo trend rimarrà nel futuro. Non credo di dire un’idiozia se affermo che oggi molte volte si preferiscono gli atleti ai giocatori. Il succo della mia disquisizione era questo, poi il tempo ci darà le risposte.
Scusa Kikko ho una domanda. Dove sono finiti tutti i tuoi vecchi post ? Dal 2003 per intenderci. Ti seguo da allora ma un giorno non li ho più trovati.
Eccoli:
http://archivio.playitusa.com/?page_id=16133&uid=44