Questo non è uno spazio in cui si parlerà di basket. Qui si salirà nell’empireo per trattare un argomento molto più importante: il fantasyNBA.
Tra voi lettori sono sicuro che si annida una percentuale non marginale di utenti che si contorce per la serata no di un giocatore, oppure perde l’appetito nel weekend per un bidone che aveva appena acquistato.
Se vi sentite rappresentati da questa descrizione (spero obiettivamente di no…) o semplicemente avete voglia di coinvolgervi in discussioni più frivole sul serissimo sport del basketball d’oltreoceano, fatevi avanti.
Di seguito, si parlerà di alcuni giocatori che sono sul punto di esplodere, oppure di altri che stanno sorprendendo da inizio stagione al di là di ogni più rosea aspettativa. E potrebbero fare molto comodo nella vostra fantasquadra.
GREIVIS VASQUEZ
L’eredità di Chris Paul continua a irradiarsi, nonostante questi, ormai da due anni, abbia preso la strada di L.A. (in un modo o nell’altro). Il playmaker venezuelano ha acquistato la fiducia di Monty Williams fin dall’inizio della stagione e il prodotto da Maryland l’ha ripagato con statistiche sensazionali, per quanto inattese: 14.2 punti, quasi 10 assist in quasi 35 minuti di media a partita.
Se avete avuto il… fiuto di ritrovarvelo tra le mani dal draft di inizio stagione, cavalcate senza indugio la locura sudamericana, altrimenti se cercate una buona seconda guardia, scambiate per lui, fiduciosi che il ritorno di Eric Gordon non intaccherà (o comunque, non in maniera particolare) il minutaggio di Vasquez. Nei formati in cui avete un limite di minuti per ruolo, il playmaker degli Hornets può risultare un po’ indigesto per i molti minuti che passa in campo, ma ultimamente il suo fatturato si attesta sempre su livelli di eccellenza. Imperdibile.
JOHN HENSON
Il rookie di UNC stava strabiliando negli ultimi match di coach Skiles ai Bucks. Il cambio di direzione tecnica sembra sia stato voluto dalla dirigenza perché mal sopportava di vedere marcire in panchina per lunghi tratti della gara Ersan Ilyasova (l’unico atleta reale con una fantanazionalità), che solo quest’estate aveva trattenuto a suon di dollaroni. Quindi si può prospettare una concorrenza spietata in una front line che prevede Dalembert, Sanders (a proposito: grande rivelazione del fantasy, soprattutto nei format che valorizzano le stoppate) e Dunleavy, per tacere di Udoh e del “Chi l’ha visto?” Gooden.
Sebbene lo scotto da pagare ai colleghi più esperti, Henson rimane una stuzzicante alternativa per coloro che cercano fantapunti in un rapido utilizzo. La sua eleganza sotto canestro gli permetterà di emergere presto, ma per adesso un fantacoach può accontentarsi di ciò che riesce a regalare. Prezioso.
TRISTAN THOMPSON
L’infortunio di Varejao ha complicato i piani per Cleveland, dato che il momento del crac al ginocchio è praticamente coinciso con il ritorno dello strepitoso Kyrie Irving, il quale avrebbe costituito un’interessante coppia con il brasileiro. L’infortunio al ginocchio complica anche un’eventuale cessione del lungo per monetizzare al massimo il suo ottimo inizio di stagione.
Ma se i Cavaliers pensano di poter fare a meno del loro capellone, ciò è possibile anche grazie all’inaspettata esplosione della loro quarta scelta assoluta dello scorso anno, che dopo il necessario periodo di adattamento, nelle ultime 10 gare ha fatto registrare una doppia doppia per ben 6 volte, calcando il parquet per non meno di 32 minuti.
Considerando che le alternative nel ruolo scarseggiano e che Thompson rappresenta il futuro della franchigia dell’Ohio, ponete totale fiducia nell’ex Longhorns, nonostante i probabili up & down che caratterizzano il percorso di crescita. Solido.
JARED SULLINGER
“Non lo definirei grasso, dire piuttosto rotondo”. Di solito queste parole non rappresentano proprio un attestato di fiducia, soprattutto se a pronunciarle è il tuo head coach. D’altronde è il luogo comune che ha accompagnato Sullinger fin dal suo ingresso tra le file dei professionisti: troppo grasso, troppo piccolo e troppo poco agile per battere avversari ben più probanti di quelli affrontati con la canotta di Ohio State. Altrimenti non si può spiegare il collasso delle quotazioni di uno dei prospetti più dominanti a livello di college basketball, scelto a fari spenti dai Celtics con la chiamata numero 21 dello scorso draft.
Le ultime dichiarazioni di coach Doc Rivers spingono nella direzione di una dilatazione del minutaggio a favore dell’ala classe 1992, con una probabile compressione dello spazio riservato a Brandon Bass, che ultimamente scaglia del purissimo materiale edilizio verso il canestro avversario.
Il numero 7 ha raggiunto costantemente la doppia cifra negli ultimi quattro incontri, con un picco di 34 minuti giocati contro i Suns. Se Rivers si decidesse definitivamente di preferirlo a Bass, potrebbe tramutarsi nel furto del mese. Scommessa.
Fine dell’episodio pilot. Se cadete in astinenza di nuove indiscrezioni dal mondo NBA e ne volete di nuove, fatevi sentire. Il mondo dei fantasy non dorme mai.
Laureato in giurisprudenza. Grande appassionato di football americano, segue con insistenza il mondo del college football da cui è rimasto stregato. @nicolo_bo su twitter.