Ecco a voi una nuova corposa edizione del Power Rankings NBA, per capire qual è lo stato delle varie squadre dopo un mese di basket.
Tra parentesi per ogni team troverete la differenza rispetto alle posizioni del precedente ranking. Pronti, via!
30)WASHINGTON WIZARDS (-8) : difficile dire bene di una squadra che inizia l’anno perdendo 12 partite di fila, se non sperare che oltre al ritorno di Nenè e quello prossimo di Wall, anche il resto della squadra dia segni di vita, e non solo sporadicamente (vedi vittoria con Miami). Anche il rookie Bradley Beal, che tira dal campo con un inaccettabile 32%, è una delusione: urge una svolta, anche per salvare la panca di Randy Wittman…
DA SEGNALARE: se ingranasse mai l’attacco, Washington potrebbe ancora diventare una squadra passabile. Hanno la quindicesima difesa NBA per efficacia difensiva, non male per un team che ha atteso fine novembre per la prima vittoria.
29) CLEVELAND CAVALIERS (-2) : dispiace vedere così in basso i Cavs, anche alla luce della grande annata di Varejao e Kyrie Irving, ma purtroppo quest’ultimo si è infortunato, e come seconda cosa la panchina è così atroce da distruggere qualunque cosa di buono facciano i titolari. Il problema peggiore rimane l’inconsistenza difensiva, vedi partita con gli Heat a Miami, che rischia di impedire qualunque miglioramento nel breve termine.
DA SEGNALARE: Dion Waiters ha avuto una super-prestazione contro i Clippers, circondata però da troppe partite mediocri. Urge una sua maturazione, per non diventare (al massimo) un Monta Ellis del prossimo futuro…
28) TORONTO RAPTORS (-4): due problemi hanno contrassegnato l’inizio horror dei Raptors, incapacità di gestire i finali di partita, e la mancanza di grandi miglioramenti in difesa. Se aggiungiamo una crisi nella transizione a un gioco più difensivo da parte di Bargnani, Toronto rischia di gettare alle ortiche anche questa stagione. Ed essere nella Atlantic Division non aiuta certamente…
DA SEGNALARE: non ha aiutato l’infortunio dell’ottimo Kyle Lowry, la cui presenza da un altro ritmo all’attacco dei canadesi…
27) DETROIT PISTONS (-2): difficile essere entusiasti nella Motown, ma paradossalmente essere con 6 vittorie in saccoccia dopo un inizio shock non è un cattivo bilancio, e la Central Division è di gran lunga la peggiore nell’NBA. Se coach Frank mollasse le redini di Andre Drummond, e la squadra trovasse coesione, la loro stagione potrebbe non essere finita in partenza come sembrava…
DA SEGNALARE: di Singler e Drummond abbiamo parlato anche nel nostro weekly, spiace vedere Rodney Stuckey sempre più ai margini della squadra, anzi autoesclusosi per cattivo rendimento. Almeno onesto, ma pur sempre più il flop più costoso a Detroit di Joe Dumars (dopo Darko Milicic ovviamente)….
26) SACRAMENTO KINGS (+2): le attenuanti ci sarebbero, vista la robustezza della Western Conference come contendenti, rimane il fatto che i Kings giocano come delle comparse, una squadra anche con talento (DeMarcus Cousins, Tyreke Evans), ma costruita male e senza grandi margini di miglioramento…
DA SEGNALARE: oltre alla mancanza di qualunque parvenza di gioco difensivo, anche il rookie Thomas Robinson sembra non fare grandi progressi, con poco minutaggio e poca incisività.
25) NEW ORLEANS HORNETS (+1): difficile non riconoscere quintali di attenuanti agli Hornets, vista l’assenza prolungata di Eric Gordon, e la ricaduta dall’infortunio estivo per Anthony Davis, che nelle (poche) occasioni in cui ha giocato ha fatto vedere grandi cose. Difficile fare risultato senza grandi armi offensive, quando la tua difesa è un vero e proprio colabrodo…
DA SEGNALARE: se Austin Rivers non ha ancora convinto totalmente, Ryan Anderson e Robin Lopez stanno rivelandosi acquisti azzeccati, fornendo una media di 27 punti a partita in due a Nola: il problema è trovare altri elementi che diano punti all’attacco con regolarità…
24) ORLANDO MAGIC (+5): meglio del previsto, si vede una buona organizzazione di squadra, e la difesa messa su dal coach Jacque Vaughn evidenzia la sua lunga esperienza agli Spurs, modello ideale per Orlando. Poi è chiaro che la squadra manca di due o tre giocatori per fare il salto di qualità, ma l’inizio non è sconfortante…
DA SEGNALARE: J.J. Reddick viaggia a 14 punti di media in 30 minuti\partita, difficile che rimanga dopo la trade-deadline se ci saranno buone offerte.
23) CHARLOTTE BOBCATS (+7) : può sembrare miracoloso l’inizio di Charlotte, ma quando metti buoni talenti (Ben Gordon, Ramon Sessions), giovani in crescita (Kemba Walker, Byron Mullens), e un rookie come Michael Kidd-Gilchrist, è difficile non fare dei seri passi in avanti…
DA SEGNALARE: oltre all’ottimo lavoro dello staff tecnico, è da ricordare che finalmente Air Jordan si è circondato di un manager d’esperienza come Rich Cho, e i risultati si sono subito visti sia questa estate che nei risultati sul campo.
22) PHOENIX SUNS (-1): come previsto, drammaticamente mediocri proprio nel senso del termine, non troppo brutti nè particolarmente brillanti. La squadra messa insieme un pò a caso quest’estate fa acqua da tutte le parti, e non bastano le prove brillanti di Goran Dragic e Luis Scola per pensare a un immediato futuro molto diverso da questo primo mese.
DA SEGNALARE: Michael Beasley sta giocando nel modo più atroce possibile per un teorico giocatore di punta, tira malino (38% dal campo), prende pochi rimbalzi (4 a partita), e difende in modo impalpabile. Non proprio il giocatore che ti porta in alto direi.
21) PORTLAND TRAILBLAZERS (+2): due caratteristiche stanno caratterizzando la loro stagione, una grande forza offensiva, e un grande rendimento dei titolari, purtroppo compensato da una mancanza di applicazione in difesa, e una panchina ai limiti dell’assenza di vita. Difetti immaginabili in un anno comunque di transizione…
DA SEGNALARE: oltre al trio delle meraviglie Lillard-Batum-Aldridge, sembra finalmente rinato J.J. Hickson. 11 punti e 10 rimbalzi di media fino a questo momento, non male per un giocatore che sembrava perso (che strano!) tra Cleveland e i Sacramento Kings.
20) INDIANA PACERS (-16): stanno soffrendo la mancanza di Danny Granger, e un Paul George che continua ad essere inaffidabile a dir poco: 15 punti a partita, 40% dal campo, non proprio l’esplosione che ci si aspettava da lui. Per fortuna che la Central Division è abbordabile…
DA SEGNALARE: Roy Hibbert in difesa è una sicurezza, ma da un supercentro NBA, almeno da contratto, ci si aspetterebbe di più di 10 punti a partita!
19) CHICAGO BULLS (=): faticano enormemente in attacco, ovviamente brillano in difesa. Tutto da copione senza Rose e con un coach come Tom Thibodeau in grado di essere un vero e proprio valore aggiunto in attesa di tempi migliori…
DA SEGNALARE: con 16 minuti e 6 punti a partita, non si può dire che il nostro Marco Belinelli si stia proprio mettendo in evidenza nella Windy City.
18) DALLAS MAVERICKS (-3): traccheggiano in attesa del ritorno di Nowitzki, e si può dire che lo fanno bene rimanendo intorno al 50%, non male visto una situazione di precarietà che permane dall’inizio anno. O.J. Mayo è il trascinatore della squadra, oltre a coach Carlisle in grado di arrangiarsi con quel che ha e fare ancora bene…
DA SEGNALARE: partendo dal pino, Vince Carter sta avendo una sorta di rinascita, dando il meglio come sempre nella fase offensiva.
17) MILWAUKEE BUCKS (+2): un inizio fulminante, poi un calo (3-7 nelle ultime dieci partite) fisiologico per una buona ma non eccezionale squadra. Pagano la mancanza di un vero centro e il rendimento non all’altezza di Ilyasova. Brandon Jennings invece continua a migliorare e a convivere con Monta Ellis…
DA SEGNALARE: la panchina fa miracoli, spesso salvando i titolari guidata da un Mike Dunleavy pronto per concorrere come Sixth Man of the Year.
16) HOUSTON ROCKETS (+4): una squadra più futuribile che da considerare nello stretto presente, capace comunque a a tratti di essere convincente, tra prestazioni esplosive di Harden, la tragedia personale di Kevin McHale, e l’esplosività a rimbalzo di Omer Asik…
DA SEGNALARE: Greg Smith, Patrick Patterson, Marcus Morris, diversi i giocatori dei Rockets che stanno aumentando i minuti in campo e rendendo ottima la “linea verde” della dirigenza texana.
15) MINNESOTA TIMBERWOLVES (+2): da premiare anche per la resistenza agli infortuni in serie che hanno contraddistinto il loro inizio, con Love che incomincia a carburare e Rubio prossimo al ritorno, potrebbero essere una vera sorpresa a ovest, tenendo anche conto che li allena Rick Adelman. Se la squadra è ben costruita, gran merito va a uno dei coach più esperti e preparati della lega…
DA SEGNALARE: Alexey Shved è una piacevole novità, che partendo dalla panchina oltre a distribuire assists, sta dimostrando sempre più confidenza al tiro. Un veloce adattamento all’NBA che ha sorpreso lo stesso giocatore russo, va rilevato.
14) GOLDEN STATE WARRIORS (+2): ottimo inizio, tenendo conto che Andrew Bogut è permanentemente fermo ai box. Supplisce alla sua mancanza un duo veramente in forma, David Lee e il sottovalutato Carl Landry, che potrebbe essere un sesto uomo dell’anno anche lui se continua con questi numeri: 13 punti e 7 rimbalzi in 26 minuti oltre a una difesa asfissiante, che contribuiscono a tenere (bene) a galla i Warriors. Sperando che almeno le caviglie di Steph Curry tengano, se no sono guai…
DA SEGNALARE: dopo un primo anno da incubo, causa squadra modificata in corso d’opera, coach Mark Jackson sta dimostrando il suo valore e se avesse anche Bogut, potrebbe puntare più in alto.
13) PHILADELPHIA 76ERS (- 6): essere senza Andrew Bynum a tempo indeterminato, ma ancora vivi in ottica playoffs con un record vincente. Piccolo miracolo del gruppo di Doug Collins, che paga in positivo la definitiva maturazione di J.R. Holiday, che viaggia con i massimi in carriera di 18 punti e 9 assists.
DA SEGNALARE: Evan Turner ha fatto il salto di qualità tanto atteso, come dimostra la sua percentuale al tiro, 45%, indice che il suo jumper è finalmente affidabile rispetto ai primi tempi nella lega.
12) UTAH JAZZ (-1): giocassero come in casa, sarebbero nei vertici della Western Conference, ma in trasferta in media concedono una media di 107.6 punti e buttano via molte partite. Inoltre, pur con un front-court da paura (Al Jefferson, Millsap, Kanter, Favors), pagano i limiti difensivi dello stesso Jefferson e sono tra le peggiori squadre della lega nei rimbalzi difensivi: urge un miglior equilibrio complessivo per arrivare ai playoffs senza sfigurare…
DA SEGNALARE: peccato per il recente infortunio che lo tiene fermo da fine novembre, perchè Derrick Favors ha dimostrato sempre più segni di maturità nel suo gioco sotto canestro, e le due stoppate di media evidenziano anche un talento difensivo che per i Jazz sarebbe importante sfruttare fino in fondo…
11) DENVER NUGGETS (-2): un inizio a corrente alternata, anche condizionato da un calendario molto impegnativo in questo primo mese e spesso lontano dalle mura amiche. Rimangono dubbi per una squadra come sempre molto offensiva, ma anche con Iguodala troppo deficitaria in difesa per essere da corsa nella Western: per fortuna che il trio Faried, McGee e Koufos da spettacolo a rimbalzo….
DA SEGNALARE: non ingrana il tiro da 3 senza Harrington e Afflalo, e il nostro Gallinari tira maluccio (38% dal campo).
10) BOSTON CELTICS (- 5): altra partenza lenta per i ragazzi di Doc Rivers, anche se la squadra è stata costruita per Rajon Rondo con elementi come Terry, Barbosa, Sullinger. Il problema è che la squadra non ha ancora un’identità precisa, fatica in difesa e non incide in attacco come dovrebbe. Ma bisogna sempre aspettare aprile per conoscere la vera identità dei Celtics, che vista la concorrenza dovranno svegliarsi prima…
DA SEGNALARE: Kevin Garnett ha avuto un inizio non troppo esplosivo, complice la mancanza di peso nel pitturato che lascia Boston vulnerabile a rimbalzo e mette in difficoltà KG. Possibile un rinforzo nel settore, magari Kenyon Martin.
9) ATLANTA HAWKS (+5): intorno all’asse Teague-Smith-Horford la squadra corre, realizza un basket divertente e combatte le corazzate della Eastern Conference senza timori reverenziali. Anche meglio del previsto…
DA SEGNALARE: la crescita di Jeff Teague era prevedibile, ma non a questi livelli. 13 punti e 7 assists di media a partita rivelano qual è il segreto del successo degli Hawks.
8) LOS ANGELES LAKERS (-5) : si è detto di tutto e di più dei lacustri, ma alla fine la loro stagione ruota intorno al ritorno di Nash e di come questo migliorerà le prestazioni della squadra nell’insieme. Rimangono diverse questioni insolute: Gasol si adatterà mai a giocare con Howard? La difesa potrà mai implementare all’interno di un sistema di gioco molto dispendioso? Nei prossimi mesi le risposte…
DA SEGNALARE: curioso come Chris Duhon e Jordan Hill ritrovino D’Antoni, con cui ai Knicks non si può dire fosse sbocciato un grande amore. In particolare Hill, l’unica ala-centro giovane e atletica, si trova sempre più relegato in panchina, con una media a partita di 14 minuti.
7) LOS ANGELES CLIPPERS (-1): sono nel top-ten della lega sia come attacco che come difesa, ai Clips manca più continuità di prestazioni in un saliscendi continuo tra grandi vittorie (Lakers, San Antonio, Miami), e imbarazzanti sconfitte contro Cavs e Hornets. Presto tornerà Grant Hill, forse servirebbe un coach con più carisma di VDN…
DA SEGNALARE: il ritorno di Chauncey Billups aumenta la forza di una delle migliori seconde unità delle lega, anche tenendo conto che Jamal Crawford ha la mano meno calda dopo un grande inizio…
6) BROOKLYN NETS (+7): il piccolo generale Avery Johnson ha dato un gioco più in fretta del previsto alla nuova creatura newyorchese, anche se qualche ingranaggio è ancora da sistemare. Joe Johnson spesso è avulso dal gioco, e non sempre la squadra gioca con la stessa intensità fuori dal Barclays Center, ma nel complesso i Nets sembrano il tipo di squadra pronto a fare il botto nei playoffs…
DA SEGNALARE: oltre a un Brook Lopez in grado di non far rimpiangere Howard (anzi!), sorprende l’esiliato da Washington Andray Blatche. Quasi rifiutato da ogni squadra nella lega di fronte a un carattere esattamente all’opposto dell’immenso talento, ai Nets sta facendo benissimo, come del resto gli undici punti e sei rimbalzi a partita in soli venti minuti dimostrano.
5) MIAMI HEAT (-4): danno l’impressione di vincere senza troppo sforzo, ma come dimostra la recente sconfitta contro i Wizards, se tiri troppo la corda a volte si spezza. Non sempre potranno recuperare nell’ultimo quarto, in particolare nei playoffs, ma a dicembre qualche distrazione è lecita…
DA SEGNALARE: con Ray Allen e Rashard Lewis l’attacco è più imprevedibile, ma si acquista vulnerabilità nel difendere dal perimetro. Per compensare questo nei playoffs servirà il miglior Shane Battier.
4) OKLAHOMA CITY THUNDER (-2): hanno attutito bene la partenza di Harden, e Kevin Martin non è un giocatore entusiasmante ma nel complesso efficace. Rimane l’idea che Durant e soci siano ancora difficilmente giudicabili, e che solo nei playoffs si potrà capire veramente se sono da corsa o meno…
DA SEGNALARE: Serge Ibaka si sta prendendo più responsabilità in attacco, e questo a lungo termine potrebbe essere positivo per rendere più imprevedibili i Thunder.
3) NEW YORK KNICKS (+7): troppo facile salire sul carro di New York, quindi è giusto mettere in evidenza i loro pregi (terzi nella lega col 40,8% da 3), ma anche i loro difetti (tra gli ultimi come rimbalzi presi per gara), oltre alla maggiore difficoltà che hanno lontano dal Madison di sviluppare il tipo di gioco preferito, a ritmi bassi, cercando il tiro dall”angolo oltre ovviamente Carmelo. Reggerà questo formula nei playoffs??…
DA SEGNALARE: difficile non ammirare come Carmelo Anthony si sia adattato come stretch four, e stia giocando da MVP, siamo curiosi del ruolo che avrà Stoudamire quando tornerà intorno a natale.
2) SAN ANTONIO SPURS (+6): come al solito protagonisti, anche grazie a una delle migliori second-units dell’intera NBA, capace di produrre almeno 40 punti a partita e di supportare i trentenni Duncan Ginobili e Parker anche in loro totale assenza, vedi controversa partita contro gli Heat. Anche se questo sembra aumentare l’impressione che gli Spurs siano soprattutto squadra da regular-season e meno da playoffs, dove i titolari fanno sempre molti più minuti e altre squadre sono più attrezzate…
DA SEGNALARE: in verità è una falsa riserva, perchè gioca più di DaJuan Blair, ma la verità è che Tiago Splitter è ormai maturo per un minutaggio sempre più alto. Un’ altra scelta azzeccata in casa Spurs.
1) MEMPHIS GRIZZLIES (+11): piccola macchina da guerra inarrestabile, fanno bene unendo i soliti noti (Gay, Gasol, Randolph), a una panchina lunga e produttiva. Mettiamoci un possibile Coach of the Year come Lionel Hollins, e i Grizzlies per ora sono davanti a tutti. Nel futuro, si vedrà…
DA SEGNALARE: Mike Conley e Tony Allen stanno avendo una breakout season, il primo giocando finalmente da top-player NBA, e il secondo con un gioco a tutto campo che non si vede nelle statistiche, ma nel rendimento della sua squadra.
Appuntamento al prossimo Power Rankings tra un mese o giù di li: e a proposito, aspettiamo i vostri commenti e\o i suggerimenti su dove piazzare la vostra squadra preferita. Alla prossima…
appassionato della cultura americana, dagli sport alla letteratura al cinema della grande nazione statunitense…
per qualunque curiosita’ scrivetemi a: albix73@hotmail.it
I Lakers io li metterei più in basso visto l’attuale posizione in classifica e avrei messo i thunder davanti ai knicks per il resto direi ranking totalmente azzeccato e ben scritto!
Be ma ultimamente belinelli sta giocando bene,sui 20 punti a partita
grazie!