I Chicago Bulls sono chiamati alla stagione psicologicamente più difficile dall’addio di Jordan. Sembra passata una eternità da quando il ginocchio di Derrick Rose ha fatto “crack”, spezzando anche i sogni di gloria di città e tifosi. Identificare un obbiettivo per questa squadra è alquanto difficile per svariati motivi, a partire dall’infortunio di Derrick, passando per un Roster quasi del tutto rivoluzionato durante l’estate.
Conference: Eastern
Division: Central
Arrivi: Vladimir Radmanovic (FA da ATL), Kirk Hinrich (FA da ATL), Marco Belinelli (FA da NOH), Nazr Mohammed (FA da OKC), Nate Robinson (FA da OKC).
Partenze: Kyle Korver (trade con ATL), Ronnie Brewer (FA NYK), Omer Asik (FA HOU), C.J. Watson (FA NJN), Brian Scalabrine (retired).
Scelte al Draft: Marquis Teague.
Probabile quintetto:
PG: Derrick Rose*
SG: Richard Hamilton
SF: Luol Deng
PF: Carlos Boozer
C : Joakim Noah
*Kirk Hinrich fino a rientro infortunio
ROSTER
Guardie: Derrick Rose, Marco Belinelli, Richard Hamilton, Kirk Hinrich, Nate Robinson, Marquis Teague.
Ali: Luol Deng, Jimmy Butler, Carlos Boozer, Taj Gibson, Vladimir Radmanovic.
Centri: Joakim Noah, Nazr Mohammed.
(Andre Emmett, Marko Jaric e Kyrylo Fesenko in prova.)
HEAD COACH: Tom Thibodeau.
La più bella notizia del 2012 dei Bulls è arrivata il primo ottobre, quando Tom Thibodeau ha finalmente firmato una estensione di quattro anni, ponendo fine alle paure di chi già vedeva il coach lontano dall’Illinois tra dodici mesi.
Una firma che conferma il messaggio lanciato dalla franchigia l’anno prima, quando Derrick Rose firmò il suo gigantesco contratto. Attorno a queste due personalità si fonderà il progetto che cercherà di portare il settimo titolo nella Città del Vento.
Non sono ancora dei Chicago Bulls 2.0, ma le partenze -in sordina- di Korver e Brewer, entrambi arrivati assieme a Thibodeau, lasciano intendere che il primo tentativo di assetto da titolo sia ormai da considerarsi fallito. E allora inutile dare contratti onerosi ai gregari, molto meglio passare attraverso una versione intermedia della squadra, scommettendo -a basso costo- su giocatori in cerca dell’occasione giusta per riscattarsi o lanciarsi.
Kirk Hinrich ritorna a vestire la casacca dei Bulls (di cui fu capitano), perchè tra quelli disponibili pareva l’unico che potesse ricoprire lo spot di PG titolare in assenza di Rose. Troppo inaffidabile Watson, troppo acerbo Teague.
Principalmente economico il motivo della firma di Belinelli, che ricoprirà il ruolo di spot-up shooter al posto di Kyle Korver. Il nostro connazionale è alla sua prima esperienza in una squadra con ambizione, e nonostante i limiti, son molti gli addetti ai lavori che ne hanno lodato l’impegno durante l’esperienza con Monty Williams a New Orleans.
Jimmy Butler ha fatto un anno in panchina, nonostante fin dal momento del draft tutti i compagni di squadra e i membri dello staff tecnico ne parlassero bene, quindi ora ci si aspetta che sia pronto a ricoprire il ruolo di vice-Deng, ruolo delicatissimo viste le condizioni fisiche precarie del giocatore afro-britannico.
La perdita più sanguinosa è probabilmente quella di Omer Asik, che nei suoi pochi minuti di impiego riusciva a cambiare le partite difensivamente, forte di un rapporto verticalità/velocità di piedi tra i più alti di tutta la lega. Tuttavia la scelta di non pareggiare l’offerta onerosa di Houston, in una offseason votata al risparmio, appare perfettamente coerente.
Nazr Mohammed non è un degno sostituto, ma può essere un decente rimpiazzo, e nel training camp si sta provando l’esperimento Fesenko, ma in quel caso ci vorrebbe davvero una magia di Thibodeau, visti i notevolissimi limiti del giocatore. Nate Robinson è l’incognita più grande, che però potrebbe trasformarsi in quello scorer dalla panchina che tanto è stato cercato dai Bulls nelle ultime due stagioni.
Rip Hamilton è confermato nel ruolo di starter Shooting Guard, nella speranza che i suoi problemi fisici fossero accentuati dalla stagione accorciata che ha devastato il fisico di tanti suoi colleghi, e molta della stagione (regolare e non) passa proprio dall’ex Pistons, oltre che dai giorni che passeranno in infermeria Deng e Noah.
Il capitolo Boozer è uno dei più intricati e complicati da affrontare. E’ palese infatti che il giocatore non abbia dato alla causa quanto ci si aspettava che desse quando, nell’estate 2010, gli era stato dato un contratto che lo elegeva “secondo violino” del progetto.
Carlos è sparito nelle partite che contavano davvero (come spesso durante la sua carriera) e non ha risposto presente quando la squadra, orfana di Rose, aveva bisogno che lui si caricasse sulle spalle il peso dell’attacco dei Bulls.
Utilizzare l’Amnesty su di lui, come richiesto a gran voce da parte dei tifosi più “sanguigni”, non era attuabile, per il più banale dei motivi: pesava troppo sulle tasche della proprietà, e non garantiva spazio di manovra per cercare un sostituto. Sostituto che occorrerebbe non tanto nel ruolo di Power Forward, quanto proprio in quello di seconda opzione offensiva.
L’impressione comune è che questa sia comunque l’ultima occasione per Boozer per prolungare la sua avventura a Chicago, perchè in caso di ennesima delusione, l’Amnesty sembrerebbe proprio inevitabile.
Con Boozer in questa particolare situazione, Noah che non sempre evita i problemi fisici e Asik a Houston, si aprono interessanti scenari per Taj Gibson, da molti etichettato come uno dei favoriti per il premio di Most Improved Player. L’equazione “più minuti = più numeri” non è del tutto scontata, e non è detto che Taj riesca a trasformarsi da eccellente panchinaro ad eccellente starter, nonostante l’attitudine al lavoro e la mentalità del ragazzo possano far pensare questa evoluzione. Se si è risparmiato, evitando contratti pesanti è anche per poter trattare con relativa calma il rinnovo di Taj.
Dulcis in fundo: Derrick Rose. Nonostante l’immensa campagna pubblicitaria che accompagna la sua riabilitazione e le dichiarazioni che lo vogliono avanti sulla tabella di marcia, è chiaro più o meno a tutti che prima di Gennaio non lo si rivedrà sul campo, e che almeno per tutta la stagione è molto utopico rivedere l’ex MVP al top della condizione.
L’infortunio è grave e l’atletismo di Rose potrebbe risentirne anche perennemente, ma è del tutto forzato bollare il giocatore come “finito”. Al suo ritorno sarà ancora, potenzialmente, un giocatore di elite, in grado di essere la stella di una Contender, ma sapere se questi Bulls (al completo) siano una Contender è veramente impossibile e bisognerà aspettare la stagione per fare valutazioni più accurate.
Il sistema di Thibodeau e una squadra piuttosto quadrata, dovrebbero poter garantire un posto ai Playoff, ma eventuali infortuni di alcuni uomini chiave, potrebbero condannare la squadra ad una stagione da 30 vittorie o giù di lì.
Studente di Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, la pallacanestro fa parte della sua vita praticamente da sempre. Da bambino infatti si innamora dei Chicago Bulls e della Fortitudo Bologna, oltre a consumare la cassetta di Space Jam fino a conoscerne le battute a memoria. Si diletta anche nella pallacanestro giocata, ma gli alti livelli li ha guardati solo da -molto- lontano.
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Anno di transizione e di risposte alle varie domande.
Lotteranno con buoni margini per entrare ai p.o. poi troveranno i loro problemi anche con un buon rientro fisicamente di Rose. Il roster, salvo la partenza di Asik, rimane competitivo e abbastanza “congeniale” per il loro coach (perla Bulls l’averlo rifirmato) perdendo nello spot 4 con Boozer il quale non credo farà vedere quello che serve e deve fare. Si può attendere un anno ma, salvo trasformazione, alla fine si ritroveranno con lo stesso problema.
“Sostituto che occorrerebbe non tanto nel ruolo di Power Forward, quanto proprio in quello di seconda opzione offensiva”.
A mio avviso, invece, devono cercare entrambe le cose. Trovare un secondo violino a 4. Un esempio lampante possono esser i due di Atlanta.
Rose-Hinrich-Deng-Horford(Smith)-Noah. Con l’aggiustamento a 4 e le caratteristiche del coach diventano da subito pretendenti per la finale di conference.
O Boozer si trasorma o i Bulls devono andare decisi e risolvere questo “peso”. Un tipo Horford (Smith) porterebbe nell’immediato tutto quello che ora manca.
Il problema è che Boozer è intradabile, a meno di suicidi di altre franchigie
Partendo dal presupposto che Rose-Deng-Noah sono congeniali e sotto contratto per i Bulls, gli unici due spot liberi per un 2 violino sono il 2 e 4. Il 2 rimane troppo rischioso per la presenza e convivenza con Rose(Hinrich già di suo potrebbe andar bene), rimane il 4. Quest’anno tutto verterà sul rientro di Rose che, salvo una ripresa completa, si chiuderà con i p.o.
Portarsi ancora avanti Boozer dopo questo ancora 1e1/2 può rivelarsi pesante.
La società dovrà mettersi di impegno e valutare qualsiasi opzione pur di dare al proprio coach un 4.