Gli Indiana Pacers sono pronti a un’altra stagione da protagonisti, e pur con un’estate controversa che ha visto l’addio di Larry Bird e il ritorno di Donnie Walsh come Team president, più un nuovo GM e una serie di operazioni di mercato giudicate non troppo bene dalla critica, difficilmente a est si potrà fare i conti senza di loro. Anzi, dalle parti di Indianapolis non disperano di essere loro a raggiungere le prossime Finals di giugno.
Presuntuosi? Chissà, per capire meglio le qualità dei Pacers analizziamo il loro roster anno 2012-13…
Conference: Eastern
Division: Central
Acquisti: Ian Mahinmi (trade con Dallas), D.J. Augustin (trade con Charlotte), Gerald Green (FA). Rookies: Miles Plumlee, Orlando Johnson.
Cessioni: Darren Collison (trade con Dallas), Dahntay Jones (trade con Dallas), Kyrylo Fesenko (FA), Luis Amundson (FA), Barbosa (FA).
Rookies: Miles Plumlee, Orlando Johnson
ROSTER
Vero che Augustin arriva da Charlotte, ma l’ex Bobcats non ha mai sfigurato nelle stagioni passate in North Carolina, e il suo tipo di gioco, molto diverso da quello di Collison, promette interessanti sviluppi. E’ un regista molto più classico, meno esplosivo, ma potrebbe trovarsi meglio nel gioco di coach Vogel, e sviluppare interessanti sinergie col duo d’area Hibbert-West.
Nell’immediato, visti anche gli ottimi playoffs disputati, Hill ha in mano le chiavi dell’attacco di Indy e dovrà confermare le aspettative che la nuova dirigenza ha riposto in lui.
La grande speranza di fare il salto di qualità per i Pacers dipenderà sicuramente da come Paul George saprà migliorare il suo gioco, diventando quel leader che è attualmente Danny Granger, e una star di prima grandezza. Se oltre all’attitudine alla difesa e al gioco di squadra saprà essere più egoista e cattivo nel procurarsi tiri a canestro, Indiana avrà molta più imprevedibilità nel suo playbook.
Un miglioramento è a sua volta l’arrivo di Gerald Green, giocatore duttile come pochi, rinato dopo la scorsa stagione ai Nets e in grado, come sesto uomo, di coprire almeno due ruoli (guardia e ala piccola). Sicuramente un miglioramento rispetto a Dahntay Jones, mentre Lance Stephenson e il rookie Orlando Johnson si spartiranno (pochi) minuti come swingmen di ricambio.
Ovviamente Danny Granger rimane il go-to-guy dei Pacers, anche se forse non per molto. Di sicuro coach Vogel sceglierà più soluzioni offensive la prossima stagione, che non dipendano quasi esclusivamente da Granger, che in fondo non ha mai dimostrato le doti di giocatore da finali di partita come un Paul Pierce, e in una squadra più completa e attrezzata anche il capitano dovrà (spesso) fare un passo indietro e cedere la palla ad altri.
Sicuramente il frontcourt rimane il punto di forza del team, in grado di avere un duo ala forte-centro come poche squadre hanno in David West e Roy Hibbert. L’ex Hornets potrà dare un contributo ancora più prezioso dello scorso anno, forte di un pieno recupero dal grave infortunio alla caviglia subito l’ultimo anno giocato a New Orleans, e con un intero training-camp per trovare la piena sintonia coi compagni, mentre Hibbert dovrà dimostrare pieno attaccamento alla società che ha pareggiato l’offerta di Portland per tenerlo.
In una NBA priva di centri di grosso spessore, una squadra che può avere un gioco dominante sotto canestro ha un enorme punto di forza, e Hibbert deve diventare sempre più importante nel gioco di Indiana, e a sua volta migliorare anche sotto l’aspetto difensivo.
Al solito Tyler Hansbrough, la dirigenza ha aggiunto due pedine per dare respiro ai 4 e 5 titolari. Ian Mahimi, arrivato da Dallas in cambio di Collison, sarà finalmente il ricambio ideale per Hibbert: giocatore visto poco in Texas, ha fisico ma anche doti atletiche da sviluppare, una buona soluzione quindi per un centro di riserva.
Qualche dubbio ha sollevato la scelta al draft di Miles Plumlee, ma il giocatore ex-Duke sarà in grado di offrire agonismo e gioco duro sotto canestro: con un po’ di fortuna, ne tireranno fuori il nuovo Jeff Foster…
Riusciranno i Pacers a fare il salto di qualità tanto invocato negli scorsi mesi, forte anche di un roster più completo e di uno staff tecnico che, a partire da coach Vogel, appare sempre più convincente e preparato?
Sicuramente le basi per scalzare alla testa della Central Division i Chicago Bulls ci sono, visto come quest’ultimi partiranno senza Derrick Rose e con un roster meno profondo di qualità, ma ben diverso è pensare di detronizzare i Miami Heat, che dal mercato estivo sono usciti quantomeno rafforzati.
Come abbiamo già detto, sarà necessario uno sforzo collettivo, ma anche un deciso cambio di mentalità. Se Danny Granger contribuirà decisamente al gioco di squadra, evitando inutili egoismi nella scelta dei tiri, e Paul George farà il salto di qualità, con un frontcourt formato da West e Hibbert nessun sogno è proibito.
In caso contrario, i Pacers faranno una brusca frenata nella loro rincorsa all’eccellenza, e nella stato della pista automobilistica più famosa del mondo, non sarebbe la cosa più indicata per un team da “corsa”…
appassionato della cultura americana, dagli sport alla letteratura al cinema della grande nazione statunitense…
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Entrare ai p.o. centrando la Division ci può stare, meno arrivare in finale. Hanno un anno in più sulle spalle e un roster completo e equilibrato. Non saprei se deve o diventerà leader cmq. mi aspetto molto da Paul George il quale ha doti interessanti.
Complimenti per l’articolo.
grazie!