Philadelphia anno zero. Di nuovo. Dal 2001, anno delle ultime NBA Finals della franchigia, dell’estemporanea connection “Iverson-Mutombo” creata ad hoc al fine di strappare un titolo che avrebbe avuto del miracoloso dalle mani forti e sicure di Shaq e dei suoi Lakers, di “anni 0” ne hanno vissuti parecchi nella città dell’amore fraterno.
C’è stato l’addio di AI, l’arrivo di Mo Cheeks, quello di Elton Brand, il voltare pagina all’insegna dei giovani e la decisione di consegnare la squadra in mano ad Andre Iguodala, che “leader” in senso stretto del termine (come viene considerato nella lega più competitiva del mondo) forse non è mai stato.
Tutti esperimenti a loro modo falliti, dato che l’obiettivo di riportare i Sixers nell’Olimpo NBA non è mai stato nemmeno sfiorato. Perciò: si ricomincia. Da zero, o quasi.
Si ricomincia da un’estate che nell’ultimo decennio non è mai stata così turbolenta, per quanto riguarda il mercato in entrata e, soprattutto, in uscita. Dalla conferma dei giovani di talento, e dall’arrivo di un all-star che nelle aree ad est del Grande Fiume, orfane di DH12, ha davvero l’opportunità di spostare gli equilibri.
Con l’obiettivo dei Playoffs, certo, ma anche con l’intenzione di non fermarsi alla semifinale di Conference come pochi mesi fa. Coach Collins si è già espresso con pareri molto favorevoli: a lui questo roster, costruito per vincere presto, piace e ci sono buoni motivi per credergli.
Conference: Eastern
Division: Atlantic
Arrivi: Kwame Brown (F.A.), Andrew Bynum (da LAK), Royal Ivey (F.A.), Arnett Moultrie (rookie da MIA), Jason Richardson (da ORL), Dorell Wright (da GS), Maalik Wyans (rookie mai scelto al Draft), Nick Young (F.A.), Darryl Watkins (da NO).
Partenze: Elton Brand (amnesty), Andre Iguodala (DEN), Lou Williams (sign and trade ATL), Nikola Vucevic (ORL), Justin Hamilton (MIA), Maurice Harkless (ORL), Tornike Shengelia (BKN), Jodie Meeks (F.A.).
Scelte al Draft: Maurice Harkless (#15), Justin Hamilton (#45), Tornike Shengelia (#54).
Probabile quintetto:
PG: Jrue Holiday
SG: Jason Richardson
SF: Thaddeus Young
PF: Spencer Hawes
C: Andrew Bynum
ROSTER:
Guardie: Jrue Holiday, Royal Ivey, Jason Richardson, Xavier Silas, Evan Turner, Maalik Wayns, Nick Young
Ali: Lavoy Allen, Tony Battie, Craig Brackins, Arnett Moultrie, Dorell Wright, Thaddeus Young
Centri: Kwame Brown, Andrew Bynum, Spencer Hawes, Darryl Watkins
HEAD COACH: Doug Collins
Ad una prima occhiata, non si può certo dire che il proprietario Josh Harris, Rod Thorn e il suo staff, il neo GM Tony DiLeo e il CEO Adam Aron, si siano risparmiati nel movimentare questa estate 2012, rivoluzionando dopo poche settimane il progetto disegnato post draft e inserendo numerosi nomi nuovi al posto di alcuni “senatori”.
Via il “grande AI”, salutato con fiumi di lacrime e belle parole di ringraziamento da parte del suo coach, via Elton Brand, per il quale invece, se vogliamo essere cattivi, tanti pianti non se ne sono visti, e rinuncia contemporanea, un po’ clamorosa e discutibile, a Lou Williams e Jodie Meeks. Il primo capace di guidare la squadra durante la scorsa stagione per media punti a partita con 14.9, il secondo leader per percentuale dalla lunetta e, con 97/266, tra i migliori tiratori da tre della Regular Season 2012 dei rossoblu.
Dicevamo del draft, dal quale erano usciti un paio di nomi interessanti: Justin Hamilton, seconda scelta da Iowa State, subito spedito a Miami in cambio dei diritti di Arnett Moultrie, ma soprattutto Maurice Harkless, rookie of the year per la Big East Conference con la canotta di StJohn’s che, dopo il suo anno da freshmen, si è subito dichiarato disponibile per il piano di sopra e perciò scelto alla 15 dai Sixers che su di lui sembrava puntassero molto. Poco più di un mese dopo, anche Mo rientrava nel pentolone dentro al quale veniva cucinato il mega scambio dell’anno, quello che mandava Howard ai Lakers, Iguodala a Denver e Bynum a Phila.
Andrew Bynum, accolto come il messia dalle parti dell’Independence Hall, e Jason Richardson, altro frutto caduto in Pennsylvania dal grande albero della trade che ha cambiato la geografia NBA dell’estate, sono i due veri grandi nomi dei nuovi 76ers.
L’ex Lakers è forse il primo vero centro che si vede da queste parti dal sopracitato Mutombo; il 31enne J-Rich, dal canto suo, è chiamato a portare alla causa la sua esperienza per quei 30 minuti che ha nelle gambe ogni sera, unitamente ad una buona mano da 3, che nel gioco di Collins di certo non guasta (nel 2012 la media è stata .368, molto simile a quella di carriera).
Bynum, lo scorso anno 18.7 punti e 11.8 rimbalzi a partita (in 60 presenze) in post basso si affiancherà al confermatissimo Spencer Hawes (contratto di 2 anni a 13 mln), in una front line che non è mai stata così competitiva da decenni.
Dalla panchina un’altra faccia nuova, ancorché conosciuta da tantissime squadre NBA, avendo vestito la canotta di molte di esse: Kwame Brown. Una delle più discusse prime scelte degli ultimi 15 anni, con un contratto di due anni per 6 milioni totali, il ragazzone da Glynn Academy, darà preziosi minuti di riposo a Bynum, oltre a garantire, è la convinzione di coach Collins, un apporto importante in difesa.
A completare il quintetto il play Jrue Holiday (nel 2011/12 13.5 punti e 4.5 assists) e Thaddeus Young, presumibilmente partente nella posizione di ala piccola. L’altro Young, Nick, partirà dalla panchina. Nella scorsa regular season, tra Washington e LA sponda Clippers ha prodotto oltre 14 punti, conditi da due rimbalzi: di certo un’ottima acquisizione, così come importante sarà presumibilmente l’apporto di Dorell Wright, 10.3 punti e 4.6 rimbalzi a Golden State, giunto alla sua ottava stagione NBA.
Visti i notevoli stravolgimenti che ha subito il roster 2012/13, il probabile sesto uomo della nuova stagione di Phila sarà Evan Turner, alla sua terza nei pro. Dopo un non facilissimo 2010/11 da Rookie pieno di alti e bassi, nonostante partisse dalla seconda scelta assoluta, lo scorso anno ha finalmente mostrato a tutti le sue doti offensive, ergendosi come protagonista specialmente nei playoffs chiusi con 11.2 punti, 7.5 rimbalzi e 2.5 assists, partendo quasi sempre in quintetto. Quest’anno lo staff tecnico si aspetta da lui un’ulteriore salto di qualità, soprattutto difensivo, e la solita freschezza atletica anche dalla panchina.
Il super veterano Tony Battie, Craig Brackins, Xavier Silas e Darryl Watkins sono free agents, ma figurano ancora facenti parte della squadra: è probabile che qualcuno di essi riesca a guadagnarsi una canotta prima della palla a due contro i Nuggets di Iguodala, beffardamente programmata come partita inaugurale della stagione.
Il 22enne Arnett Moultrie (ala da Mississippi State) è la matricola fortemente inseguita dalla dirigenza, per la quale è stato orchestrata una trade in sede di draft con Miami che si è aggiudicata anche una prima scelta futura.
Titolare di una solida doppia cifra in punti e rimbalzi nel suo anno da Junior nella SEC, dovrà guadagnarsi spazio e minuti in front line. Royal Ivey, invece, rappresenta un ritorno, avendo vestito la maglia di Philadelphia per una stagione e mezzo, dal 2008 al 2010. Lo scorso anno ad Oklahoma City, ha contribuito dalla panchina all’ottima stagione dei Thunder, collezionando anche 5 presenze nei playoffs.
Completano il roster dei Sixers i due enfants du pays Lavoy Allen (da Temple, rifirmato per due anni a 6 milioni in estate) che assicurerà come sempre cuore, chili e rimbalzi dalla panchina e Maalik Waynes, rookie non scelto al draft proveniente da Villanova.
C’è una grande attesa a Philadelphia, accompagnata da una certa eccitazione: con questo gruppo di giocatori le possibilità di disputare una stagione di alto livello ad est non mancheranno. L’amalgama tra veterani esperti e giovani esuberanti non sempre è facile da ottenere, ma coach Collins, in questo, sembra essere una garanzia. Inoltre è molto amato dalle parti del Wells Fargo Center, sia dai suoi giocatori, che dall’esigente pubblico rossoblu, cosa non da poco.
Sta così per partire la cinquantesima stagione NBA dalla nascita dei Philadelphia 76ers, una stagione che ha già il suo slogan a effetto: Passionate, Intense, Proud: la gente della Città dell’amore fraterno ha sempre preteso queste tre cose, ma quest’anno potrebbe aggiungere ad esse qualche soddisfazione in più. In tanti ci credono davvero.
Parmigiano del sasso, innamorato dello sport americano da bambino, a 4 anni sugli spalti del diamante “Europeo” del Ducato, a 6 anni per le telecronache NBA di Dan Peterson e alcuni anni dopo per quelle NFL di Flavio Tranquillo su Tele+2. Sportivamente parlando la mia seconda città è Philadelphia. In oltre 30 anni di passione sono stati più i giorni bui di quelli sereni, ma da quando sono atterrato un giorno di luglio nella City Of Brotherly Love, ho capito che nulla al mondo avrebbe nel mio cuore preso il posto di quelle 4 franchigie.
solo un piccolo appunto, Brackins e Watkins non fanno più parte del roster. A Brackins non è stato rinnovato il contratto e adesso gioca in Italia, Watkins è stato tagliato.
Grazie Paxer, la prima stesura del mio pezzo è di tre settimane fa, più o meno… Alcune cose vanno aggiornate, per quello sono utili commenti come il tuo. Marco
credo che evan turner giocherà titolare ora che gli ha liberato spazio iguodala.
penso nick young e thaddeus young dalla panca perché entrambe sono complementari ad altri giocatori e più indicati per un subentro. o al massimo t.young, che secondo me vedono più come un quattro a phila, potrebbe prendere lo spot di hawes che invece gioca bene sia da 4 che da 5.
holiday-richardson-turner-hawes(young)-bynum in quintetto
n.young-dorrel wright-t.young dalla panca
devo dire che i primi 8 non son per niente male, forse manca un play di riserva (vediamo come se la cava royal ivey che dieci minuti in campo li tiene). curioso anche di vedere se lavoy allen ha fatto qualche progresso.