Mario Chalmers, eroe per una notte

Si, confermiamo tutto: se per caso avete letto il titolo di questo articolo e siete rimasti sconvolti vi confermiamo che non c’è nessun errore di battitura.

Con LeBron James seduto in panchina per via dei crampi e Wade in difficoltà fisica lui pure è stato l’uomo reduce da due partite da 5 punti complessivi con 2/15 al tiro, 4 palle perse e altrettanti assists a segnare i canestri che hanno piantato i chiodi sulla bara di OKC per questa gara 4.

Prima il layup del +5 a 44″ dalla fine contro la difesa schierata dei Thunder, poi i liberi della staffa 30″ più tardi su un fallo scellerato di Russell Westbrook, per sancire in maniera definitiva il 3-1 Heat. Tutto questo a coronare quella che è senza ombra di dubbio la sua miglior partita in carriera: 25 punti con 9/15 dal campo, 3 triple e 3 assists contro una sola palla persa.

Chalmers è stato, molto semplicemente, l’uomo in più di Miami, che probabilmente gli stessi Heat non si aspettavano di avere. Wade (25 con 8/19 al tiro) e James (26, 9 rimbalzi e 12 assists) hanno fatto il loro in attacco, senza però produrre bottini stratosferici, Bosh ha giocato una buona gara ma si è fermato 13 punti (con 9 rimbalzi) e in tutto questo Oklahoma City, pur non giocando una gran partita, è sempre stata a contatto, dopo una partenza fulminante che li aveva proiettati anche a +14. La costanza con cui ha segnato, da fuori e in pentrazione, ha consentito ai padroni di casa di tenere le mani sulla partita per tutto il secondo tempo, allungandole, così, anche sulla serie.

I Thunder, dalla loro, hanno ancora parecchio su cui poter recriminare. Perdono per la terza volta in pochi giorni una partita punto a punto, in cui avevano anche preso la testa della gara nel momento più complicato per Miami, i due minuti in in cui James era fuori per crampi, e ora camminano sul filo di una serie che li vede davanti a tre elimination game quando, come minimo, si poteva essere in parità.

Ma oggi, a differenza di gara 3, OKC non ha dato l’impressione di poter portare a casa la partita, specialmente nel secondo tempo. E questo per un motivo molto semplice: dietro a un fantascientifico Russell Westbrook (43 punti, 7 rimbalzi e 5 assists) e Kevin Durant (28 punti con 9/19) c’è stato il nulla cosmico. Enigmatico e a tratti dannoso Harden (8 punti e 10 rimbalzi, ma 2/10 dal campo e 4 perse), offensivamente inesistenti gli altri, Oklahoma City ha rincorso cercando di fare un vero e proprio miracolo, considerando anche che Durant non era in vena di quarti periodi in stile gara 1 e 2. E tutto questo anche dopo una partenza perfetta.

Se il leit motiv delle gare precedenti erano i migliori inizi di Miami, gara 4 ha fatto eccezione in pieno. Pronti via ed è subito 13-3 per gli ospiti, con Westbrook a far capire che sarà una serata non semplice per i suoi difensori. Contropiede e mezza transizione per OKC su ogni errore di Miami, e primo quarto che si chiude, per il sollievo dei padroni di casa che ci stavano capendo poco o nulla.

Poi da lì il lento ma inesorabile calo. Il tiro pesante inizia a entrare con costanza per Miami (10/26 alla fine), con unNorris Cole a portare grande energia. Segnano lui, Jones e Wade, e in un amen lo strappo è ricucito e si è nuovamente in parità. I Thunder sbagliano qualche tiro facile di troppo, ma ancora le scorribande, ad esiti alterni, di Westbrook permettono ai suoi di mantenere un incollatura di vantaggio (49-46 all’intervallo).

L’attacco di Scott Brooks ora non gira più, affidandosi a troppe soluzioni di isolamento, che mandano a nozze la difesa Heat. Chalmers mette il +4 e, anche con un pizzico d’esperienza, i suoi compagni assecondano il momento, consentendo di mantenere un vantaggio tra i 4 e i 7 punti che si protrae fino alla terza sirena, quando un canestro di Westbrook con fallo sotto canestro su Durant fissano il punteggio sul 79-75.

In mezzo le furbizie di Battier e Fisher, la difesa di James su Durant, i troppi minuti di panchina per Collison.

Il tunnell cestistico di James Harden, nel frattempo, prosegue. Una serie di tiri aperti sbagliati e di palle perse, uniti a cinque punti filati di Chalmers risistemano Miami sul +6, ma Westbrook non ci sta. 11 punti consecutivi dell’ex UCLA tengono in scia i Thunder, che a 4′ dalla fine sono ancora a -2, quasi senza una precisa ragione.

Poi si fa male James in una pentrazione a centro area in cui viene assalito dai crampi a un quadricipite (chiaro indicatore dello sforzo che i giocatori stanno sostenendo in campo). All’inizio si teme il peggio, e tutta la squadra ne risente chiaramente.

Sarebbe il momento migliore per i Thunder per cercare il colpaccio e, infatti, su un jumper di Durant, arriva il sorpasso sul 94-92.

Ma poi rientra in campo James, alla Willis Reed. Non c’è altrettanta leggenda in questa situazione, ma la partita gira di nuovo. La sua sola presenza ispira i compagni e demoralizza gli avversari: segna Bosh su situazione di pick’n’roll, lo stesso James la mette da tre praticamente su una gamba e Wade colpisce in penetrazione. E’ di nuovo +5 Miami.

Westbrook fà due volte -3 (con LBJ tornato definitvamente a sedersi), l’ultima dopo il canestro in penetrazione di Chalmers citato in apertura, poi, su un errore al tiro di Wade, Haslem e Harden finiscono in situazione di palla a due con 14″ da giocare. Il possesso torna a Miami, cui restano solo 5″ per andare al tiro. E qui Westbrook commette un errore madornale, spendendo un fallo assolutamente inutile su Chalmers, che dalla lunetta chiude i conti.

La spiegazione pare essere una sola. Al momento della palla contesa rimanevano 0.8 secondi per il possesso di Miami. Per regola, se dopo la palla a due il possesso fosse ritornato agli Heat, il cronometro dei 24″ secondi sarebbe stato riportato a 5. Cosa che, probabilmente, il play dei Thunder ignorava, ritenendo che fosse stato completamente resettato, configurando così una situazione che richiedeva il fallo sistematico.

Interpretazioni o meno, comunque, rimane il fatto che su quella giocata la partita si è chiusa. E ora il conto per i Thunder è davvero salato. Nella storia delle Finali NBA le squadre che vanno sotto 3-1 sono 0-30 all time. A Brooks il compito di vincere in qualche modo gara 5 e poi sperare nell’effetto Chesapeake.

MVP

Ancora una partita sontuosa per LeBron James, se non altro per la completezza che ha mostrato su entrambi i lati del campo, dando un segnale fortissimo della sua maturazione quasi completa come giocatore. Ma oggi è davvero impossibile non premiare un Mario Chalmers che se n’è venuto fuori come, in fondo però, è suo modo fare.

Quando nessuno se lo aspetta, anzi quando tutti ormai erano convinti che fosse più un danno che altro e mentre il rookie Norris Cole si guadagnava minuti di fiducia a sue spese. Mette 25 punti che possono essere la svolta che i Big 3 stanno cercando disperatamente da due anni. Se in Florida verranno alzati i gonfaloni ricordatevi bene il suo nome.

P.S: Non dimentichiamoci comunque della partita incredibile di Russell Westbrook. Un losing effort che meritava assolutamente altre fortune. La speranza è che non si ricordi solo quel brutto fallo nel finale, perchè la realtà è che, senza di lui, la partita sarebbe finita con largo anticipo.

Partita folle di Russ Westbrook

LE CHIAVI DELLA PARTITA

Andando a rovistare i numeri della partita due cifre saltano all’occhio: 10 canestri da tre punti per Miami contro i soli 3 per OKC, e il 25-16 nei tiri liberi tentati sempre a favore di Bron e compagni. Se il primo dato è stato soprattutto una questione mira, poichè Oklahoma ha sbagliato tanti, troppi, tiri aperti, specialmente con James Harden, il secondo è invece indicatore di come nuovamente gli uomini di Spoelstra abbiano messo in campo più energia, furbizia, intelligenza.

E’ stato ancora evidente, infatti, il gap di esperienza tra le due squadre. Miami, una volta ricucito lo strappo iniziale, è tornata a giocare la sua pallacanestro in attacco, non particolarmente brillante, ma efficace a sufficienza, considerando anche lo strapotere di James in post basso e il buon contributo di diversi giocatori, ma soprattutto ha badato a tenere bassi i ritmi dei Thunder, che proprio correndo avevano aperto quel pericoloso solco in apertura.

Poi ci sono stati, appunto, i tiri liberi conquistati, qualche palla recuperata (vedi il tocco di Battier che ha indirizzato la palla nelle mani di Chalmers sulla palla contesa finale) e tante altre piccole cose che, semplicemente, oggi Oklahoma CIty non ha nel proprio bagaglio. E stanno facendo la differenza.

Da muovere, poi, un appunto a Scott Brooks, che aveva cominciato molto bene la serie, salvo perdersi un pò per strada: Nick Collison non può giocare solo 17′. Se Ibaka appare un pesce fuor d’acqua e Perkins è sempre sospeso tra la giocata d’intensità e quella dannosa per la squadra, l’intelligenza cestistica dello studente di Kansas University, invece, riesce sempre ad avere un buon impatto sulla partita, fecendo coincidere spesso la sua permanenza in campo con parziali positivi per i suoi (unico assieme a Westbrook e Perkins a non avere +/- negativo).

Non si possono più fare prigionieri a questo punto. Bisogna che il coach di OKC prenda provvedimenti. Di contro invece, dalle parti di South Beach, sta venendo fuori di prepotenza il tanto vituperato Chris Bosh, ago della bilancia ormai per i suoi.

I pick’n’roll che lo coinvolgono stanno diventando un rebus per la difesa avversaria e, oltre a questo, ci sta mettendo tanta grinta che lo porta ad essere un fattore non indifferente anche in difesa, cosa non sempre abituale. Nel momento in cui Dwyane Wade comincia, forse, a iniziare a vedere la parabola calante della sua carriera, il rientro su ottimi livelli dell’ex Raptors è un vero e proprio toccasana per Erik Spoelstra.

 

6 thoughts on “Mario Chalmers porta gli Heat ad un passo dal titolo

  1. Sensazionale partita degli Heat!
    L’impressione è questa: se con una partita cominciata in questo modo, OKC non è in grado di chiuderla a proprio favore, sto finali sono concluse!

    E poi non capisco le teste dei coach: perchè Collison continuano ad utilizzarlo così poco?
    Evidente che dietro queste scelte ci sono anche variabili di Roster, Proprietà, stipendi e accordi per il futuro… però perdere per queste scelte, è davvero inspiegabile!

    P.S. – LeBron non è un vincente… stanotte si è fermato a 9 rimbalzi solamente. Quel pirla non ha nemmeno fatto la tripla doppia!

  2. Brooks sta buttando nel cesso la serie.
    Inspiegabili le scelte di:
    – accanirsi su un Barba decisamente frastornato e fuori partita
    – dare tanti minuti a Fisher che oltre a non tenere neanche mio nonno in difesa, in attacco prende decisioni quantomeno discutibili
    – non cavalcare Collison, l’unico della batteria dei lunghi ad essere sembrato in palla
    – lasciare troppe responsabilità a Westbrook che si prende una valanga di tiri e lascia a Durant il ruolo di comprimario
    – non sfruttare i mismatch in zona pitturata. Ibaka, Perkins, Mohammed e Collison praticamente mai coinvolti in attacco.

    • Ma a te sembra che Ibaka, Perkins, Collison e Mohammed (lui si eccome, ma qualche annuccio fa) siano in grado di sfruttare i miss-match in attacco? A me no… Possono prendere i rimbalzi offensivi, al limite.

      • Ibaka ha un buon tiro dalla media che però nelle finals non ha quasi mai utilizzato. Poteva essere utilizzato per portare fuori un lungo di Miami e liberare il verniciato per le penetrazioni del Barba o di Westbrook.
        Collison ha ottime mani per ricevere sugli scarichi, anche qui è inspiegabilmente sparito dopo un primo quarto super.

  3. Cosa si puo dire di un RIO in serata di grazia? semplicemente splendido per coraggio e faccia tosta.
    LBJ? 26 9 12 con bomba decisiva su una gamba sola!!!
    Wade 25, tutti tiri in stile 2006, nelle ultime 2 righe si afferma che FLASH forse è in fase calante.
    what??
    Io stravedo per lui, ma non è possibile non rendersi conto che gli heat sono avanti 3-1, per il semplice fatto che quando ce da prendere un canestro difficile mentre gli altri provano a scappare, la palla la ha sempre in mano il 3.
    -1 (F T F R T) LBJ
    P.S. Ora vado a mettere un cero alla Madonna per la palla toccata da Shane Battier finita nelle mani di Rio.

    • Beh insomma… In questi playoff se togli gara 4/5 con Indiana si é vista l’ombra di quello che é stato Wade fino allo scorso anno. Di sicuro i problemi al ginocchio lo stanno influenzando, ma é indubbio che questi suoi playoff non siano stati all’altezza del suo solito rendimento (non rendendoli per questo negativi eh).
      Sul discorso della palla nelle sue mani nel finale é vero, ed é una cosa che faccio fatica a spiegare, visti gli scarsi risultati che ottengono.
      Non a caso il meglio lo si é avuto in gara 4 quando la palla é stata sí nelle sue mani ma ha giocato con Bosh il pick and roll lasciando a lui il tiro. Quando é andato ha preso lui la conclusione, air ball e con Haslem che lo ha salvato in palla a due.
      Se gli Heat son 3 a 1, Wade sicuro ha dei meriti, ma non certo i maggiori.

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