All’inizio della serie si sprecavano elogi sull’imbattibilità degli Spurs. Ho letto in più di un post sincere parole di fiducia sull’impossibilità che i texani, vinte 30 delle 32 partite precedenti a questi Finali di Conference, potessero perderne più di due contro i Thunder.

Ma questi sono i Playoffs, terra delle Vere Stelle NBA, luogo dove le vecchie glorie si consacrano e di nuove ne nascono.

LA GARA

Dopo la vittoria di Oklahoma in Gara 4 mi sono permesso di dire che la serie era sbilanciata sul fronte dei Thunder: seppure ci si trovava in perfetta parità, vincere due gare di fila dopo essere stati 0-2 a mio avviso da una spinta psicologica diversa a chi compie l'”impresa“. San Antonio, dopo il basket stellare dei primi due episodi, si è trovata a subìre la pressione fisica degli avversari e, svanita nel nulla la favolosa serie di 20 vittorie consecutive, ha lasciato per strada la preziosa dote accumulata.

Si tornava stanotte all’ombra dell’Alamo. Qualcosa in effetti è cambiato. Ma non abbastanza.

L’inizio di Gara 4 ha mostrato tutta l’intensità di queste Finali della Western Conference: Oklahoma parte con 0/7 al tiro, San Antonio (avanti 8-2 dopo cinque minuti) non riesce a capitalizzare andando a segno unicamente dalla lunetta. Fisicità, falli e tante palle perse sono il liet motiv del primo quarto, chiuso con un parziale di 24-13 in 7 minuti per i Thunder.

Il secondo quarto inizia sulla medesima falsariga: è una partita di parziali e mini-parziali. All’avvicinarsi di San Antonio (dal 26-21 al 30-28) risponde Oklahoma (40-33), complici anche 8 punti consecutivi, con due triple, di Daequan Cook. I Thunder prendono il largo, spingendosi sino al 50-36 a 1:27 dalla pausa lunga, ma i padroni di casa riescono a ridurre le distanze sino al 52-44.

Al parziale di 8-2 della fine del secondo quarto, gli Spurs ne sommano uno medesimo al via della terza frazione: a 9:21 da giocare la rimonta è completata e San Antonio è dietro di sole due lunghezze (54-52). L’inerzia si sposta verso i nero-argento che, spinti da uno straordinario Manu Ginobili (13 punti con 3 triple in 3 minuti), vanno avanti sino al +6 (67-61).

Ma è un fuoco di paglia. Troppa imprecisione al tiro da parte del resto della squadra, e una difesa incapace di fermare il trio avversario, permettono ai Thunder di controbattere con uno stordente parziale di 20-5 nei quattro minuti finali, grazie a 9 punti di Kevin Durant e 8 di Russell Westbrook. Lo sforzo di Manu Ginobili è così stato inutile, all’ultimo quarto si va con Oklahoma avanti 81-72.

I ragazzi di Coach Popovich ben sanno quali sono le implicazioni sottostanti la possibile sconfitta di questa Gara 5: ci provano, combattono, ma Oklahoma risponde colpo su colpo e a 4:35 dal termine il punteggio recita ancora uno sconsolante 101-88 per gli ospiti.

Una tripla di Stephen Jackson, sei punti consecutivi di un indomito Duncan e due liberi di Manu riaprono però i giochi: parziale di 11-0 e Spurs sotto di due (101-99) a 1:54 dalla sirena.

La palla pesa ma i Thunder non sembrano accorgersene. Se qualcuno poteva (ancora) dubitare del trio prima di questi 114 secondi finali, ora non più: due punti di Westbrook fanno il paio con un altro canestro di Duncan. Una tripla pesantissima del Barba, su una competente difesa di Leonard, dice 106-101 a 28″. Manu Ginobili risponde con un layup veloce per il -3.

Finale al cardiopalma. Sulla rimessa, la pressione degli Spurs provoca la palla persa sulla linea di Thabo Sefolosha, complice ancora una volta la genialità dell’argentino. Palla agli Spurs per il possibile pareggio. Timeout, gioco disegnato per il #20 che prende un tiro da dietro l’arco. E’ solo ferro.

Kevin Durant suggella la vittoria dei Thunder con la freddezza del campione. Vince Oklahoma City 108-103.

A nulla quindi sono valsi i 34 punti in 38 minuti di uno straordinario Manu Ginobili (11-21 al tiro), a segno 5 volte da tre ma sbagliando la tripla del possibile overtime. Per lui anche 6 rimbalzi, 7 assists ma 5 palle perse, segno tangibile della grande difesa avversaria.

Difesa che per la terza partita di fila ha tolto dai giochi Tony Parker, che anziché entrare con la moto qualche volta ha aperto la difesa avversaria con la bici: per lui lo score finale dirà 20+4+4 con 9 errori su 14 tiri. Non basta neanche Tim Duncan, autore di una doppia doppia da 18+12 con 7-10 al tiro, né servono i 13 punti dalla panchina (con 3-6 dall’arco) di Stephen Jackson.

Tra le fila dei Thunder, dopo la grande Gara 4 del duo Ibaka-Perkins, Coach Popovich li ha sapientemente tolti dai giochi, con il primo limitato dai falli (9 punti, 5 rimbalzi e 2 stoppate con 4 falli in soli 20 minuti) e il secondo addirittura fuori (4 punti e 6 falli in 30 minuti).

Ma coprire l’area e cercare il contatto con gli omaccioni avversari non serve se i “fantastici tre” trovano le solite mani: Kevin Durant è glaciale (vedi sotto), Russell Westbrook finalmente incide con 23 punti 12 assists e 4 recuperi (seppur tirando con 9-24) e James Harden è una sentenza: per lui 20 punti con 3-4 dall’arco con la tripla che ha di fatto chiuso la partita.

MVP

Kevin Durant. Ha vinto sostanzialmente Gara 4, giocando prima da rifinitore e poi da finalizzatore. E ha vinto, di fatto, anche questa Gara 5, giocando nella medesima maniera: il tabellino, 27 punti 4 rimbalzi e 5 assists con 10-19 al tiro, non spiega l’onnipotenza cestistica di questo giocatore, autore di 13 punti negli ultimi 13:34. Coach Popovich ha provato a limitarlo, ruotando i propri giocatori e tentando di adattare la difesa. Ma quando hai da pensare anche a bocche di fuoco come Westbrook e Harden le cose si fanno più complicate, e chiudere tutte le vie al #35 diventa praticamente impossibile.

LE DICHIARAZIONI POST PARTITA

Kevin Durant: “Non abbiamo mai pensato che dobbiamo aspettare il nostro turno. Il Coach sottolinea sempre che è necessario cogliere ogni opportunità per fare un passo sul campo. E’ una grande opportunità per star bene, per raggiungere il nostro sogno

Manu Ginobili sulla tripla del possibile overtime: “Non era una grande tiro, ma non era neanche cattivo. Semplicemente non è andato dentro

Coach Brooks: “E’ stato un gioco di squadra totale: tutti hanno fatto il loro lavoro, abbiamo giocato come possiamo giocare

James Harden sulla tripla della sostanziale vittoria a 28.8″ dal termine: “L’orologio stava correndo e ho dovuto fare una giocata. Leonard stava difendendo alla grande su di me. Ho tirato con fiducia: Finali della Western Conference. Questo si che è stato un “big shot”!

UN OCCHIO A GARA 6

Dentro o fuori. Ormai il record delle 20 vittorie consecutive, dei primi due turni dei Playoffs chiusi con altrettanti sweep, è acqua passata. E’ storia, come dicono in queste ore negli States.

San Antonio, in quel della Chasepeake Arena, dovrà forzare Gara 7. Dovrà ritrovare lo splendore e la fluidità delle prime due gare per potersela poi giocare in un appuntamento che sarebbe un capitolo a parte, una storia a sé.

Non sarà semplice, però. Se dopo la vittoria di Gara 4 Oklahoma sembrava aver messo da parte la propria deferenza nei confronti degli Spurs, con questa vittoria ha definitivamente seppellito ogni timore e tirato fuori l’ascia di guerra.

Limiti Durant, Westbrook e Harden? Loro vincono con Ibaka, Perkins e Sefolosha.

Costringi questi a fare falli e uscire dai giochi? Loro ti battono con il trio delle meraviglie.

Coach Brooks, tanto vituperato (da me in primis) dopo Gara 2, sta riuscendo in quello che sembrava quasi impossibile: portare e battere San Antonio nel suo stesso territorio, togliendo ossigeno alla Ferrari texana e decapitando il boa della sua testa (leggi Parker).

Gara 6 si giocherà nella notte tra mercoledì e giovedì a Oklahoma City. Prima occasione, per Durant e soci, di assaggiare per la prima volta le Finals NBA.

Stay tuned.

 

 

 

6 thoughts on “Losing effort di Manu: ai Thunder il pallino della serie

  1. Beh, Gara 6 tiferò San Antonio, come dall’inizio della serie. Se non altro per sperare in una Gara 7 che sarebbe straordinaria.

    Ciò detto, quand’anche dovessero vincere i Thunder accedendo così alle Finals, sarei orgoglioso di questi ragazzi.. Quest’anno, per me, il Titolo deve andare ad Ovest, che si tratti di OKC o di SAS! ;)

  2. Vedendo anche la serie tra Miami e Boston non devono perdere questa occasione.

    Se rimangono “attaccati” e non si perdono in falli passano.

    Con tutte le possibilità di sbagliarmi la chiudono alla 6°.

  3. Ho un po’ il magone, ma queste WCF si stanno rivelando STRAORDINARIE.
    Durant credo che si sia guadagnato i galloni di miglior closer della Lega… e beh, per me è un dato che conta di più dei 30+10+10.
    Tifo Spurs, e spero che, a questo punto, riescano a sovvertire il pronostico ma se così non fosse pazienza, tutto si può dire tranne che i Thunder stiano demeritando.
    Se esiste un Dio del Basket, l’anello finirà di nuovo ad Ovest, qualunque sia la squadra che vince questa Conference.

    • dio del basket ascoltaci. anche io vado per la saggezza dei nonni spurs ma quei parziali di qua e di là di ieri notte ( altra nottata) sono stato la spettacolo cestistico + bello degli ultimi anni.
      i volti spurs sono la mia speranza ma tony deve fare di + altrimenti complimenti okl

  4. Ma Durant è un videogioco? Ditemelo vi prego perchè inizia a sembrarmi assurdo, considerando la difesa più che ottima degli Spurs…ridicolo

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