I Pacers si riprendono immediatamente dopo la sconfitta interna e la perdita del fattore campo: vedremo nella prima partita ad Orlando se saranno riusciti a mettere le mani sulla serie, come da tutti pronosticato, o ci troveremo di fronte ad una sfida imprevedibilmente aperta.
I Magic hanno proseguito sulla falsariga della prima partita, giocando una pallacanestro molto perimetrale, tirando spesso da tre punti, con poche penetrazioni e pochi isolamenti, puntando molto su Turkoglu, Nelson e due lunghi atipici come Davis ed Anderson, stavolta però è mancato l’ottimo apporto che Jason Richardson aveva fornito in gara 1, a rimbalzo i Pacers sono riusciti a far meglio valere la stazza dei propri lunghi e quindi il tentativo di Stan Van Gundy non è andato a segno.
Occorre però anche riconoscere che alla fine il divario è stato di 15 punti, il risultato finale infatti è stato di 93 a 78 per i Pacers, divario interamente scavato nella seconda metà del terzo quarto, 8 minuti in cui Granger, Hill, George e West hanno mandato nel pallone la difesa avversaria ed i Pacers hanno realizzato ben 23 punti, mentre fra i Magic solamente Anderson con un tiro da tre e Clark con una schiacciata sono riusciti a realizzare punti. In sostanza quindi ancora una volta una partita equilibrata, decisa da un break travolgente cui i Magic non sono riusciti ad opporsi.
Fino al momento del break decisivo, quando un bel canestro da tre di Granger ha dato il via alla decisiva accelerazione dei Pacers, i giocatori della franchigia di Orlando erano in vantaggio di tre punti, grazie principalmente ai canestri di Anderson, Davis e Turkoglu, cui si opponevano principalmente Granger e West.
Nel finale poi sono stati Nelson e Redick a tentare la rimonta, ma la difesa dei Pacers ha retto mentre West, George ed Hill hanno segnato quei punti che hanno permesso di tenere gli avversari a distanza.
Il basket democratico dei Pacers stavolta ha mostrato la sua faccia positiva, con tutti i giocatori che si sono impegnati in difesa, una decorosa tenuta a rimbalzo, soprattutto grazie ad Hibbert e West, che hanno catturato rispettivamente 13 ed 11 palloni, solo Granger si è preso qualche tiro di troppo, ben 21 a fronte di 7 canestri dal campo, mentre fra gli altri West ha avuto 14 tiri, Hill, George e Barbosa 10, che hanno prodotto i 18 punti di Granger, West ed Hill, i 17 di George ed i 10 di Barbosa.
Palla che quindi ha girato molto, in attesa del tiro più facile, che a dire il vero non sempre è stato trovato. Infatti se da due punti la percentuale è stata buona, da tre punti i Pacers hanno sparacchiato.
La chiave è stata la migliore efficienza a rimbalzo nel secondo tempo, quando finalmente i Pacers sono riusciti a far valere i propri lunghi, prendendo il doppio dei rimbalzi degli avversari. Fino a quando i Magic hanno retto a rimbalzo sono rimasti in pieno in partita, grazie anche a buone percentuali da tre punti. Da qui probabilmente passerà la storia di questa serie.
Se Hibbert e West hanno definitivamente ingranato, anche grazie all’aiuto di Granger e George, probabilmente il piano dei Magic non sarà sufficiente, vista la specularità delle due squadre per larga parte delle prime due partite, e non si vede cosa potrà ulteriormente inventarsi Stan Van Gundy.
In difesa i Magic non stanno demeritando, le percentuali da tre sono buone, pochi giocatori possono provare penetrazioni ed isolamenti, nell’area pitturata l’unico che può dare un contributo è Glen Davis, che però è oltre 10 centimetri più basso del coetaneo Hibbert.
Oltretutto nel reparto lunghi in panchina coach Vogel può trovare Psicho T, al secolo Tyler Hansbrough, ed un decoroso Amundson, mentre Van Gundy trova solo il legnoso Orton, che non a caso vede il campo pochissimo, e l’acerbo Earl Clark, il classico giovane molto atletico che arriva in NBA senza sapere se il suo ruolo sarà l’ala piccola o l’ala forte.
Fra gli esterni Redick ha realizzato 13 punti, Nelson 12 e Turkoglu 10, ma solo il turco con buone percentuali. Molto pericolosi anche Davis, che ha segnato 18 punti, e Anderson, 11 punti, segnati con tre tiri da tre e due tiri liberi.
Sarà difficile che qualche prestazione possa davvero migliorare, dato che fino ad oggi la difesa dei Pacers ha funzionato piuttosto bene, a meno che non venga aumentata la pericolosità nel pitturato o non si trovi qualcuno in grado di penetrare con continuità.
I Pacers infatti possono tranquillamente uscire dal pitturato e difendere sugli esterni dei Magic, tralasciando raddoppi e presidio dell’area, diventa molto complesso superare una difesa ben schierata senza obbligare gli avversari a pensare a cosa può avvenire se si fanno attrarre troppo lontano dal proprio canestro.
Un discorso lungo e complesso e noioso, probabilmente una migliore sintesi della partita è quella fatta da Glen Davis: “Nel terzo quarto ci hanno preso a calci nel sedere”.
Anche Stan Van Gundy ha effettuato una analisi simile: “Dobbiamo migliorare offensivamente, sto lavorando per trovare qualche soluzione che funzioni”.
Giustissimo, Stan, ma non sarà affatto facile.
“Pensavamo di farcela, il fatto di aver giocato con tanta convinzione e di aver perso ci fa ancora più male!” – Ryan Anderson non l’ha presa benissimo e prepara la riscossa.
“Ci serviva proprio un uomo di esperienza nei play off, David West ci porterà lontano!” – Frank Vogel si frega le mani pensando al suo giocatore.
Ed ora si va in Florida. Vedremo se i giovani ed inesperti Pacers riusciranno a far valere le proprie doti anche lontani dai propri tifosi.
Questo sarà un passaggio importante per loro, potremo cominciare a capire se questo è uno dei tanti team che abbiamo visto nel tempo. buoni, capaci di giocare un buon basket ma senza reali possibilità di vittoria, oppure con qualche aggiunta potrà ambire a qualcosa di importante.
Per altro il passaggio sarà importante anche per i Magic, si potrà infatti capire davvero se questa squadra potrà rinunciare ad Howard e provare ad essere competitiva lo stesso, come vorrebbe il proprietario, o se l’unica strada logica sarà quella di ricostruire prima possibile, cedendo i veterani per giovani e scelte.