Ed ecco che, nell’avvicinarsi dei premi annuali ai giocatori NBA per le varie categorie, vi proponiamo i migliori candidati a vincere il premio di miglior sesto uomo dell’anno.
A scanso di polemiche non segnaliamo chi, vuoi per infortuni (Manu Ginobili), o vuoi per scarso rendimento (Lamar Odom, vincitore uscente), non ha potuto essere in lizza quest’anno. Partiamo!
Mo Williams, Los Angeles Clippers: sesto uomo suo malgrado, visto che l’ex Cavaliers non ha mai mancato di far pesare la sua insofferenza per dover partire dalla panca, causa arrivi di Chris Paul prima, e Chauncey Billups dopo, ad intasare il backcourt dei Clips. Anche dopo l’infortunio di Billups coach Del Negro ha mantenuto l’assetto iniziale senza Mo, che ha spesso offerto prestazioni importanti nei momenti caldi della partita, come i buoni numeri (13 punti e 3 rimbalzi a partita) dimostrano. Resta l’idea che il futuro del play sia lontano dai Clippers, in una squadra che abbia bisogno di un play ibrido, piu’ bravo a concludere che a passare la palla, e comunque non piu’ da sesto uomo.
Al Harrington, Denver Nuggets: si puo’ dire che l’ex di tante squadre abbia finalmente trovato una sua dimensione ideale, in cui giocare minuti pesanti senza preoccuparsi troppo degli equilibri della squadra. Anche giocando con un ginocchio dolorante causa problemi al menisco, la sua stagione, 14 punti e sei rimbalzi a partita, e’ stata soddisfacente, e un contributo importante per far restare a galla i giovani Nuggets.
Jason Terry, Dallas Mavericks: candidato naturale al titolo, gia’ vinto nel 2009, Terry anche in un’annata storta per i Mavs, e’ rimasto uno dei loro giocatori piu’ incisivi. Clutch player per eccellenza negli ultimi cinque minuti, le sue statistiche rimangono comunque piu’ che buone (15 punti e 3 rimbalzi di media in 31 minuti), ma meno brillanti rispetto a due o tre anni fa: cosa anche naturale, visto che Terry viaggia per i 35 anni.
Lou Williams, Philadelphia 76ers: vera sorpresa dell’anno, almeno in questa categoria, Wiliams ha sicuramente migliorato il suo rendimento in modo esponenziale, del resto una media di 15 punti in soli 26 minuti per sera la dice lunga sulla sua capacita’ di segnare bene e in fretta. Visti i limiti fisici che ha come guardia, e’ difficile che nell’NBA possa andare al di la’ di una specializzazione come sixth man, ma nei finali convulsi il suo tiro con finta incorporata si e’ rivelato inaspettatamente letale per molti avversari.
Michael Redd, Phoenix Suns: piu’ una segnalazione per il prossimo anno, visto che il suo utilizzo e’ stato almeno all’inizio limitato, Redd potra’ trovare una nuova collocazione nell’NBA proprio come sesto uomo. Non piu’ in grado ovviamente, per eta’ e logoramento fisico causa infortuni, di reggere ampi minutaggi, ha progressivamente dimostrato coi Suns segni di ripresa, e le sue statistiche di aprile, 10 punti in 17 minuti sono indicative del suo ritrovato ritmo e stato fisico.
O.J. Mayo, Memphis Grizzlies: passato ai Pacers due volte con accordo saltato all’ultimo momento, alla fine il bizzoso talento di USC, pur sembrando un po’ sprecato nel ruolo, si sta riciclando bene nelle vesti di clutch-shooter fuori dalla panca. Vero che il suo 40% al tiro non e’ proprio illuminante sui suoi progressi nell’amministrazione del gioco, ma dimostra di avere sufficiente energia per essere spesso in grado di dare una scossa alla squadra, nel momento giusto.
James Harden, Oklahoma City Thunder: superfluo dire che e’ il candidato numero 1 alla vittoria, tanto le cifre da sole, ma non solo quelle, parlano a suo favore. 16 punti in 31 minuti di gioco, e la sensazione che dietro Kevin Durant sia proprio Harden il giocatore piu’ decisivo, rispetto all’incostante Westbrook, e magari proprio il giocatore che eccella di piu’ nel playmaking. Basta vederlo eseguire il pick’n’roll con maestria per pensare a come sia cresciuto da cecchino implacabile a giocatore sempre piu’ completo, in grado di limare difetti, come la propensione a compiere troppi falli che l’hanno indirizzato, almeno all’inizio, a un utilizzo part-time. Sprecato quindi come sixth-man, che come detto e’ destinato a vincere quest’anno, facile ipotizzare per lui un futuro da protagonista a tempo pieno, per un giocatore solo al terzo anno e con ancora (!) margini di miglioramento.
appassionato della cultura americana, dagli sport alla letteratura al cinema della grande nazione statunitense…
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sei un grande..harden mvp:)
Quoto pienamente: Harden miglior sesto uomo di questa strana stagione post lockout!