Tutto questo nonostante Carlos Boozer, tranquillamente nella top5 delle peggiori Power Forward difensive della Lega, sia uno starter e giochi tantissimi minuti. A questo aggiungiamoci che giocatori come Watson, Lucas, Korver e lo stesso Rose, sono difensori che per mezzi fisici e tecnici non appartengono all’elite della Lega.
L’ex assistente di Knicks e Celtics è appena entrato nella storia per essere stato il più rapido a raggiungere le 100 vittorie (ci ha messo appena 130 partite). Ha trasformato i Bulls da potenziale quarta forza ad Est -andiamo a rileggere un po’ i pronostici prima della scorsa stagione – a serissima contender. Quale è il suo segreto?
Basta girare un paio di siti del settore per cominciare a leggere di molteplici sistemi di gioco offensivi, come il Run&Gun, la Princeton Offence, la TPO, ma troppo poco spesso si parla di come esistano diversi tipi di difesa. La difesa di Tom Thibodeau è diversa, per esempio, dalla difesa che facevano i Bad Boys di Detroit a cavallo tra anni ottanta e novanta.
Di cattivo la difesa delle squadre di Thibs ha veramente poco, non a caso i Bulls sono tra le squadre che concedono meno tiri liberi di tutta la lega. E’ una difesa pulita, che nulla ha a che vedere con i vari Bowen della storia. Non si tratta di difesa migliore o peggiore, semplicemente è un modo diverso di difendere.
La parola chiave per i Bulls delle ultime due stagioni è sempre stata una: contenere.
Luol Deng si è guadagnato un nome tra i migliori difensori della lega, eppure se si guardano le sue statistiche non si nota niente di clamoroso alla voce “palle rubate” o “stoppate”, questo perchè il sistema difensivo di Chicago non ha come scopo rubare la palla, ma bensì farla perdere all’avversario. La differenza è sottilissima, ma c’è.
Le squadre di Thibodeau difendono faccia a faccia sull’uomo che palleggia, cercando di mandarlo il più possibile verso le linee del campo. Più si è vicini al limite del campo, più è alta la possibilità che possa scattare un raddoppio. Lo scopo essenziale è rendere il più difficile possibile il ribaltamento del pallone, scoraggiare riempendo l’area i penetra-e-scarica, soprattutto contro giocatori abituati a giocare molti isolamenti. Un giocatore contro cui gli aiuti arrivano in maniera minore è Dwight Howard, per evitare di mandare in ritmo i grandi tiratori di cui dispone Orlando e mettere quindi una pietra nell’ingranaggio dell’ottimo sistema offensivo creato da Van Gundy.
Un altro tassello fondamentale sono le rotazioni difensive, allenate e coordinate in maniera che definire maniacale è decisamente poco. Basta osservare una qualunque situazione difensiva sul pick&roll, specialmente su quello laterale.
Non c’è cambio sistematico, ma ogni uomo sa esattamente come e quando dovrà scalare, a seconda di dove è finita la palla. La capacità di aiutare e ruotare è probabilmente il punto più debole del gioco di Carlos Boozer, e non è raro vedere come spesso i canestri subiti dai Bulls siano frutto di un suo ritardo.
Crescita
In definitiva ci son pochi dubbi sul fatto che, difensivamente, i Bulls siano una squadra che può ambire al titolo. Dubbi che sorgono invece quando si va nella metà campo offensiva, e non a caso l’attacco di Chicago è stato duramente criticato durante la scorsa stagione, in special modo durante i Playoff, quando la palla ristagnava troppo nelle mani di Derrick Rose, portando il Most Valuable Player del 2011 oltre i propri limiti fisici e mentali. Questo ha pesato contro una difesa come quella di Spoelstra che ha per scopo principale il costringere l’avversario a ragionare.
Quest’anno Rose ha saltato molte più partite rispetto all’anno scorso, anche lui vittima della Regular Season condensata ed è da tempo che lo staff Bulls lo segnala come day-to-day, quando la situazione dell’ex giocatore di Memphis è molto più consona ad un week-to-week.
Chicago senza Rose ha un record vincente, nel momento in cui scrivo è di 12 vinte e 4 perse, con un calendario abbastanza abbordabile nell’immediato. Questo, e l’assenza prolungata di Rip Hamilton, costretto a saltare praticamente 2/3 della stagione fino ad adesso, hanno consentito ai membri del Supporting Cast di responsabilizzarsi maggiormente, e di prendere sempre più confidenza anche contro avversari importanti.
In pochissimi, tifosi e non, avrebbero scommesso su una vittoria dei Bulls contro gli Heat con Rose ai box. Certo lo sforzo lo si è pagato cedendo contro i Portland TrailBlazers proprio nella Città del Vento. Ma se a questo si aggiunge anche la vittoria clamorosa, con record di franchigia per punti subiti (solo 59), ottenuta sul campo degli Orlando Magic, perfino Thibodeau è disposto a perdonare il passo falso contro la squadra di Canales.
Un altro dei punti deboli dei Bulls della scorsa stagione era la scarsa resa nel tiro da 3 punti, migliorato dal 36% al 38%, che porta la squadra dell’Illinois al quinto posto per percentuale dall’arco.
Protagonisti inaspettati
Verrebbe da inserire dentro anche Kyle Korver, ma il giocatore seppur in un ottimo periodo di forma (sta tirando quasi con il 47% da 3 nelle ultime 10 partite) svolge più o meno gli stessi compiti che gli son sempre stati chiesti, solo che lo sta facendo meglio.
carriera NBA, e già questo dovrebbe valergli una menzione d’onore per il premio di Most Improved Player dell’anno. In particolare nelle ultime partite sta viaggiando in doppia cifra per punti segnati, mostrando attributi che in pochi si sarebbero aspettati. Da valutare un suo impatto anche ai Playoff, ma sta dando una mano incredibile alla squadra.
Limiti e dubbi
Proprio Rip Hamilton dovrebbe rientrare agli inizi di Aprile, si spera definitivamente, per poter prendere confidenza col campo e con i compagni, nella speranza che possa essere ancora un fattore nelle partite che contano.
Su Gibson, Noah e Asik non ci sono grandissimi dubbi, visto che stanno confermando le loro grandi qualità difensive e stanno continuando a rendere Chicago una delle migliori squadre per quanto riguarda il controllo dei tabelloni.
Studente di Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, la pallacanestro fa parte della sua vita praticamente da sempre. Da bambino infatti si innamora dei Chicago Bulls e della Fortitudo Bologna, oltre a consumare la cassetta di Space Jam fino a conoscerne le battute a memoria. Si diletta anche nella pallacanestro giocata, ma gli alti livelli li ha guardati solo da -molto- lontano.
@SkittleCDA on Twitter
Articolo ineccepibile, solo una cosa mi ha fatto storcere il naso: “e lo stesso Rose, sono difensori che per mezzi fisici e tecnici non appartengono all’elite della Lega”. Rose per mezzi fisici è nell’elite della lega, che non sempre li utilizzi anche per difendere è un fatto (anche se mi sembra che il suo comunque lo faccia e ogni tanto regali qualche stoppata clamorosa), inoltre è quello che tira la carretta anche in attacco e quindi un minimo deve dosare le forze… Sul resto comunque nulla da dire. Un’ottima analisi :)
Effettivamente ci stava meglio un “per mezzi fisici O tecnici”, sarebbe stato più preciso. Grazie per il parere!
ma bensi non si dice :) ma comunque complimentissimi per le vostre analisi