Sarà Nick Young l’uomo giusto al posto giusto per i Clippers?

Poche ore alla chiusura del mercato NBA, alla trade deadline.
Circolano voci che vorrebbero Nick Young lontano dai Wizards, con due top team pronti ad assicurarsene le prestazioni. Intanto, sponda Nuggets, si vocifera un possibile e clamoroso scambio Mcgee-Nenè, sulla base di non so quale scelta logica da parte della franchigia del Colorado.

Passa qualche minuto ed i pezzi del puzzle cominciano ad incastrarsi l’un l’altro, fino a mettere finalmente in luce tutta la verità: i Denver Nuggets si sono liberati dei 67 milioni di dollari del contratto di Nenè, spedendolo a Washington, in cambio di Javale Mcgee e Ronny Turiaf.

Intanto però, una terza squadra, ha fatto il suo inserimento nelle trattative, riuscendo ad accaparrarsi uno dei pochi gioiellini dei disastrati Wizards; i Clippers infatti, hanno chiuso per Nick Young, rilasciando come pedina di scambio il solo Brian Cook (chi?) e mettendo a segno il vero colpaccio di serata, praticamente a gratis.

Lo spot lasciato vacante da Chauncey Billups il 7 Febbraio scorso, causa infortunio al tallone, è finalmente stato riempito. E per farlo la squadra di proprietà del “mitico” Donald Sterling non si è dovuta privare praticamente di nulla.

Prendere un giocatore come Young, un “prolific scorer” (giusto per dirla all’americana) oltre che un discreto difensore, senza dover rinunciare ad alcuno dei pezzi pregiati del tuo roster, non è sicuramente cosa da poco. E se si pensa che a fare una mossa del genere, poi, siano stati i dirigenti dei Clippers, rinomati in tutto il mondo per la loro scarsa capacità di sfruttare ciò che offre il mercato dei giocatori NBA (a tal proposito, vi rimando all’articolo di Federico Buffa apparso sul penultimo numero di Rivista Ufficiale NBA, Il Tao dei Clippers, un vero pezzo d’antologia), allora significa che qualcosa deve essere gioco forza cambiato dalle parti della LA biancorossa, o che perlomeno le divinità della palla a spicchi abbiano smesso di accanirsi sui poveri “velieri”.

Ma cosa può effettivamente portare l’acquisizione di Young ai Clippers? Può rivelarsi il valore aggiunto, o come da titolo, il pezzo mancante di una squadra che fino ad ora aveva sofferto oltremisura la defezione procuratagli da Billups?

Sarà in grado di inserirsi in un sistema di gioco e in una filosofia di gruppo totalmente differente da quella che ha lasciato ai Wizards?

Nick Young in attacco

Ora che Young è un Clipper, dovrà adattarsi per forza di cose al nuovo stile di gioco della sua squadra, andando a limare alcuni aspetti della sua pallacanestro che prima, in un contesto confusionario e piuttosto “libero” come quello di Washington, poteva tranquillamente trascurare.

Anzitutto, avrà senza dubbio il dovere di andare a migliorare la sua efficienza dal punto di vista dei rimbalzi e degli assist. Se è vero che le sue capacità di realizzatore sono indubbie, è altresì veritiero il fatto che 2.4 rimbalzi e 1.1 assistenze per serata, sono numeri piuttosto miseri per un giocatore dell’importanza di Young, con un minutaggio superiore anche ai 30 minuti.

In un gruppo composto da gente come Chris Paul o Blake Griffin, giocatori che “fanno la squadra” da soli, il natìo di LA non sarà più costretto a dover forzare conclusioni ad altissimo coefficiente di difficoltà, né a dover operare da secondo violino all’interno delle gerarchie della squadra, con il vantaggio, da una parte, di veder enfatizzati alcuni tratti del suo gioco come la capacità di trovare il passaggio vincente, oltre che di rimbalzista (il ragazzo è 6’7’’, 2 metri e quattro circa, possibile che non riesca a sfruttare questa sua verticalità nei pressi del canestro, quando c’è da raccogliere un pallone danzante sul ferro?), dall’altra, di veder levitare alcuni dati statistici come quelli relativi alla percentuale di tiro dal campo (tira col 40.6% dal campo, 43% in carriera) falsati dalla tipologia di pallacanestro richiesta in passato in quel di Washington, a dir poco scriteriata.

Se paragoniamo i numeri del prodotto di USC a quelli delle altre guardie presenti nel roster dei Clippers, ovvero Randy Foye e Chauncey Billups, potremo notare come, il suo arrivo, comporti sin da subito qualche vantaggio (almeno dal punto di vista delle cifre) alla squadra.

Come sottolineato all’interno di un dettagliatissimo articolo di clipsnation.com intitolato What, exactly, does Nick Young help the Clippers do better?, Nick Young tira dal 2010 ad oggi col 46.5% dall’angolo, dietro la riga dei tre punti, col 43.9% nei jumper da oltre 4 metri e mezzo e  col 42.1% nelle triple “piedi per terra”.

La coppia Foye-Billups, dal canto suo, risponde con un 33.1% nella prima voce statistica (incremento del 13.4%), un 33.3% nella seconda (incremento del 10.6%) ed un 39.5% nella terza (incremento del 2.6%).

La maggior efficienza in fase di realizzazione da parte di Young è oggettiva e palese; essa comporterà sicuramente un aumento nella consapevolezza offensiva di tutta la squadra, dal momento in cui Paul e Williams si ritroveranno una “bocca da fuoco” in più da armare, mentre attirerà maggiori attenzioni difensive da parte degli avversari, così da liberare CP3 e Blake Griffin da eccessive pressioni.

Nick Young in difesa

Uno dei quintetti più utilizzati dai Clippers in questa stagione è quello formato da Paul, Williams, Butler, Griffin e Jordan. Volete sapere che posizione occupa questa “unit” all’interno della speciale classifica dedicata ai punti concessi agli avversari? La prima.

Ecco allora che l’arrivo di Young permetterà di scalare Mo Williams nella posizione di point guard, come backup di Chris Paul, andando ad occupare lo spot libero da shooting guard e ad aiutare la propria squadra a migliorare dal punto di vista difensivo.

Se l’ex Wizard non è ancora all’altezza di Billups difensivamente parlando, egli rappresenta senza ombra di dubbio un netto miglioramento rispetto a Randy Foye o allo stesso Mo Williams.

Le sue doti fisiche e atletiche gli permettono di essere un discreto difensore su situazioni di Pick and Roll (concede 0.76 punti per possesso, contro gli 0.79 di Williams e gli 0.89 di Foye), sfruttando la sua lunghezza per recuperare sul palleggiatore dopo aver aggirato il blocco, oltre che un eccellente marcatore in caso di Isolamento del proprio diretto avversario (0.54 punti concessi a possesso, il 9% degli isolamenti si è concluso con un layup; Mo Williams a sua volta permette 0.88 PPP, con una percentuale del 14% di conclusioni “al ferro”).

Washington non era di certo famosa nel mondo NBA per le qualità messe in mostra nella propria metà capo di gioco, ma ciò non equivale a dire che Young non fosse un buon difensore dal punto di vista individuale.

Le sue capacità andranno senza dubbio ad affinare e perfezionare la situazione on the difensive end dei Velieri.

Il centesimo per fare la lira?

Young non è mai stato all’interno di un contesto vincente, o perlomeno di un ambiente con ambizioni di vittoria, e per questo penso che potrà esprimere tutto il suo talento ora che, finalmente, avrà la possibilità di competere a certi livelli.

Se i Clippers non sono ancora pronti per battere gli Oklahoma City Thunder, o i Los Angeles Lakers, poco ci manca, e l’acquisizione di un portento come l’ex Wizard non potrà che contribuire al raggiungimento di tale obiettivo.

Solo il tempo ci saprà dire se avevamo ragione o meno. Intanto aspettiamoci grandi cose da questo ventiseienne ancora in rampa di lancio.

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