Il basket è un gioco tutto sommato piuttosto semplice, soprattutto offensivamente. Si tratta, in teoria, di muovere il più possibile la palla, ribaltare il lato, fare muovere la difesa il più possibile in modo che debba cercare continui adeguamenti, così da trovare gli spazi giusti per una penetrazione o per un tiro.
Questione di spazi, quindi, sia offensivi (le famose spaziature) sia difensivi. Più una difesa è male organizzata e maggiori sono gli spazi a disposizioni una volta che la stessa viene sollecitata, quindi maggiori sono le possibilità di fare canestro.
Poi… c’è Ricky Rubio. Uno che gli spazi li trova anche quando la difesa è ben schierata perchè ha una visione della pallacanestro che hanno davvero pochi eletti.
Stiamo esagerando? Forse un po’ in effetti, lo spagnolo è appena arrivato nella lega e ha ancora tutto da dimostrare, ma al momento, le sue cifre parlano per lui. Attualmente infatti Rubio sta viaggiando a 8.7 assist a partita, con il tassametro che corre inesorabilmente verso l’alto, dato che nelle ultime 3 gare è sempre andato in doppia cifre in questa voce statistica.
Media questa che lo pone al sesto posto nella classifica assoluta degli assist davanti a Derrick Rose e a Deron Williams. Se i numeri non dicono tutto, c’è comunque la sensazione che quando comandi lui il gioco i Timberwolves giochino decisamente meglio.
Se guardiamo al passato, in molti a inizio stagione avevano dubbi sull’effettivo impatto dell’ex Badalona e Barcelona in NBA, giustificando questi dubbi con la mancata crescita cestistica che il ragazzo ha avuto nelle scorse stagioni dopo un inizio da predestinato che prometteva un dominio cestistico imbarazzante.
Sì, perché Rubio, già dall’età di 14 anni era stato identificato da tutti come uno dei talenti migliori di tutto il pianeta e gli inizi, con esordio in ACB a 15 anni con un impatto immediato, non aveva fatto altro che alimentare queste aspettative.
La chiamata numero 5 al draft NBA del 2009, a soli 19 anni è stata salutata addirittura con stupore da chi nel ragazzo vedeva una possibile prima scelta assoluta.
Poi, la sua decisione di restare in Spagna ancora due stagioni ha cambiato un po’ le prospettive. Ricky infatti ha iniziato a mostrare qualche limite del suo gioco, specialmente nel tiro, ancora troppo lontano da un livello NBA. Poi, per alcuni, anche alcune scelte erano dubbie e il suo non essere incisivo in alcune fasi della gara lasciava spazio a chi non era più tanto convinto del talento del ragazzo.
Ad alcuni esperti, però, balzava subito all’occhio la predisposizione del ragazzo ad un gioco più aperto e meno tattico di quello Europeo. Se in Europa infatti gli spazi sono molto limitati e gli schemi molto più rigidi, in NBA, con l’allargamento del campo e soprattutto un gioco fatto molto più di inventive che di tatticismi, Ricky avrebbe potuto trovare la sua giusta dimensione.
E così è stato. Con il maggior spazio a disposizione e la possibilità di creare molto di più dal palleggio rispetto al vecchio continente, Rubio ha infatti dimostrato tutto il suo talento nel trovare sempre l’uomo libero e la maggior predisposizione NBA a considerare assist anche un normale passaggio per il canestro lo ha portato ad avere le cifre descritte sopra.
Non solo cifre, però, dicevamo, perchè il ventunenne nativo di Barcelona ha mostrato anche una certa leadeship e una certa capacità di essere decisivo che non si dimostra solo con i numeri. Rubio infatti ha la peculiarità di fare sempre la cosa necessaria per vincere le partite, o almeno per indirizzarle nel modo giusto.
L’ultima gara, vinta dai TimberWolves in casa dei campioni in carica dei Mavericks ne è la dimostrazione. Il rookie di Minnesota ha infatti contribuito alla vittoria con 17 punti, 12 assist, 7 rimbalzi e 4 steal giocando più di 46 minuti, segno che un allenatore esperto e capace come Rick Adelman ripone piena fiducia in lui.
Non è tutto rosa e fiori ovviamente, anche perché Minnesota continua ad avere un record perdente anche se l’8-10 attuale è già superiore alle aspettative di inizio stagione, considerando che l’anno passato i Wolves si sono fermati a 17 vittorie complessive. Sarà da valutare quindi l’impatto dello spagnolo in un contesto vincente, anche se l’impressione è quella di un giocatore che in un contesto vincente si trovi particolarmente a suo agio.
L’unica vera area dove Ricky deve migliorare è sulle palle perse. Attualmente infatti la media parla di 3.5 palle perse a partita ma il numero di palle perse nelle ultime partite è in crescita, anche perché è in notevole aumento il numero di palloni che il play deve gestire.
La ratio tra palle perse e assist è ancora ampiamente positivo ovviamente, così come il dato delle palle recuperate fa prendere il dato sui turnover nella giusta ottica, ovvero una possibile area di miglioramento ma che attualmente non può pregiudicare quanto di buono fatto in questo inizio di stagione, dove Rubio sta contendendo a Irving lo scettro di Rookie of the Year.
Premio che probabilmente non vincerà, dato l’impatto che sta avendo l’ex Duke sulla stagione dei Cavaliers, ma che nulla aggiungerebbe all’0ttima annata dell’ex Barça che anche nella propria metà campo difensiva ha saputo dimostrarsi all’altezza della situazione e non solo grazie alle 2.5 palle recuperate di media stagionali, ma anche e soprattutto grazie alla grande pressione sulla palla che sa mettere sui play avversari.
Qualche difficoltà ce l’ha anche da questo punto di vista, soprattutto perchè spesso accoppiato nel backcourt con Luke Ridnour e dovendo quindi prendersi cura delle guardie, spesso più atletiche e fisiche di lui ma nonostante tutto rimane un difensore sopra media.
Nel complesso, quindi, anche i più scettici ormai sono saliti sul carro e si sono lasciati trasportare dalla Rubio-Mania dilagante di questo periodo e tutti gli appassionati possono essere felici di aver trovato un nuovo protagonista di alto livello in questa lega.
rubio vincera’ il player of the year…i timberwolves sono a un passo dal record positivo e ci sn ancora tanta partite da giocare,e i timberwolves stanno giocando!!
Degno di Blade Runner: vede cose che gli altri neanche immaginano.
Da notare che è anche tra i più votati tra le guardie per l’ASG… Si tratta davvero di Rubio-Mania! Se davvero lavorasse (e ottenesse risultati) sul tiro, sarebbe ancor più inarrestabile…
devo dire che da tifoso dei Wolves quando venne fatto l annuncio che finalmente sarebbe arrivato in questa stagione non avevo grosse aspettative,pensavo che sarebbe comunque stato meglio di Ridnour,ma la stagione precedente è stata così schifosa che qualunque minimo miglioramento mi avrebbe fatto contento…fatto sta che guardando le partite è una cosa impressionante come gestisce il ritmo di gioco,raramente va sotto in difesa, le spaziature dei compagni in campo sono ottimali,fa la cosa giusta quando serve,vedere lui mettere la bomba del pareggio a LA contro i Clips dopo che era 0-10 dal campo mi ha fatto letteralemente saltare sulla poltrona,sta avendo un impatto gigantesco…speriamo solo continui così!
Se questo lavora sul tiro creandosene uno credibile,diventa uno dei primi 5 play dell’nba……però vorrei vederlo in una squadra “obbligata” a vincere, a Barcellona per larghi tratti dell’ultima stagione spariva
Può.