Uno dei draft più particolari degli ultimi anni, al tempo stesso carente di top player con il futuro assicurato e ricco di giocatori solidi che possono fare la differenza in determinati sistemi analizziamo chi saranno i migliori nuovi prospetti che debutteranno nella stagione NBA che sta per partire.
La nostra analisi non può che partire con la prima scelta del draft: Kyle Irving.
Il Play uscito da Duke dopo una sola stagione in cui ha giocato soltanto 11 partite a causa di un infortunio al piede, ha ben impressionato gli addetti ai lavori, 17,5 punti, 4,3 assist e 46% da tre, tanto da conquistarsi la primissima chiamata al draft del 24 Giugno. Con lui Cleveland getta le basi per la ricostruzione di una squadra andata allo sfascio dopo la partenza di Lebron che ha chiuso la scorsa stagione con solo 19 vittorie all’attivo.
Il classe 92’ nato a Melbourne, “colpa” del padre che era anche lui un cestista professionista, ma americano a tutti gli effetti, nonostante un atletismo al di sotto della media per il ruolo che occupa riesce a colmare questa lacuna con una straordinaria intelligenza cestistica e un jumper dalla media più che affidabile. Irving non sarà nè un John Wall nè un Derrick Rose ma non è da escludere un suo futuro da All-Star negli anni a venire.
Se Kyle Irving è la stella di Cleveland Tristan Thompson è stato scelto dal General Manager Chris Grant come spalla del play uscito dall’università di Duke. Thompson è infatti la quarta scelta assoluta del draft di quest’anno e anche lui in questa stagione avrà l’infausto compito di risollevare le sorti di una franchigia che nella scorsa stagione è stata per distacco la peggiore dell’intero panorama NBA.
La Power Foward uscita dai Texas Loghorn al contrario di Irving è molto atletico e un ottimo rimbalzista ma dovrà ancora molto migliorare a livello tecnico e nei liberi. Irving- Thompson sarà l’asse portante della franchigia dell’Ohio per gli anni avvenire sperando che i due riescano a creare l’affinità necessaria per riportare Cleveland a livelli decenti
Il Rookie più pronto per l’NBA è sicuramente Derrick Williams, seconda scelta assoluta del draft, finito a Minnesota. Williams dopo due anni passati nelle file degli Arizona Wildcats approda in NBA portando con sè un affidabilissimo gioco in post e una voglia di migliorarsi che in pochi hanno.
Nonostante la crescita sporadica le lacune rimangono: da rivedere l’aspetto difensivo infatti Williams è troppo piccolo per difendere sulle ali grandi NBA ma allo stesso tempo è poco atletico per marcare le ali piccole. Adesso in casa T’Wolves il problema principale è il sovraffollamento sotto le plance cosa che porterà sicuramente il GM Kahn ad effettuare degli scambi per arrivare magari a qualche big player in grado di riportare la franchigia ai play-off.
Intanto Minnesota oltre ad aver preso Williams ha approfittato della clausola del contratto fra Rubio e il Barcellona che prevedeva un NBA escape per la stagione 2011 e dopo averlo scelto con la chiamata numero 5 al draft 2009 da questa stagione potrà contare sulle sue prestazioni.
Il play spagnolo andrà a prendere il posto di Jonny Flynn finito a Houston. Rubio è un giocatore dall’intelligenza cestistica smisurata, grande visione di gioco e delle doti difensive importanti. Oltre a questo può vantare un esperienza fuori dal normale. Ha esordito con la Jouventud Badalona a solo quattordici anni vincendo un Eurochallenge Cup. Trasferitosi al Barcellona è cresciuto ulteriormente vincendo 3 titoli spagnoli e un Eurolega affermandosi come miglior giovane d’Europa per 3 stagioni consecutive (2007, 2008, 2009).
Oltre a Rubio ci sono altri 3 Rookie stranieri degni di nota e che hanno delle buone credenziali per stupire gli addetti ai lavori. Il primo è Enes Kanter, centrone turco che nell’ultima stagione non ha giocato nemmeno un incontro ufficiale con la casacca di Arizona a causa di uno stipendio ricevuto dal Fenerbache.
Questo però non gli ha impedito di venire scelto con la chiamata numero 3 dagli Utah Jazz. La sua atleticità e le sue mani morbide hanno convinto i Mormoni ad accaparrarselo oltre ad una straordinaria performance offerta all’Hoop Summit del 2010 in cui ha realizzato 34 punti sfoggiando, nonostante i suoi 210 cm, un ottimo tiro dalla lunga.
Un altro lungo europeo che attraversa l’Oceano Atlantico per arrivare a Washington è Jan Vesely. Con il Partizan in Eurolega ha dimostrato di avere grande energia, un buon tiro e di essere un ottimo rimbalzista. L’accoppiata con Wall sarà sicuramente da tenere d’occhio visto che la prima scelta assoluta dello scorso draft preferisce giocare in velocità e il lungo Ceco potrebbe essere la spalla ideale. Oltre alle sue abilità offensive Vesely ha dimostrato grande competenza in difesa, infatti non sono da escludere alcuni faccia a faccia con ali piccole come Lebron James.
Uno dei rookie più misteriosi sarà sicuramente Biyombo. Del congolese si sa solo che è stato il primo e finora unico giocatore a realizzare una tripla doppia all’Hoop Summit ma vive di molti alti e bassi che non danno garanzie ai Bobcats. Doti fisiche che definire pazzesche è poco: 232 di apertura “alare” per questo grande rimbalzista e eccellente stoppatore ma deve migliorare in attacco visto che secondo gli addetti ai lavori il suo apporto offensivo è quasi nullo.
Il vero colpo del draft però lo hanno piazzato probabilmente i Detroit Pistons che alla chiamata numero 8 hanno preso Brandon Knight, considerato come uno dei migliori 3 giocatori di questo draft. Il prodotto di Kentucky sarà alla base della difficile ricostruzione di Detroit e per farlo dovrà sfoggiare il suo devastante 1 vs 1, anche se spesso tende a forzare alcune conclusioni.
La sua struttura fisica è ottima e la cosa che rassicura ulteriormente i Pistons è il fatto che è stato allenato da Coach Calipari, grande scopritore di talenti come Derrick Rose. Knight così andrà a risolvere il problema del play che dalla partenza di Billups ha messo in difficoltà i Pistons.
In NCAA ha fatto sfracelli adesso sarà da vedere se al piano di sopra sarà in grado di ripetersi. Kemba Walker si presenta alla NBA come un grande scorer e un gran leader anche se non ha dalla sua i centimetri: infatti il prodotto di Conneticut non è un regista puro e la sua statura non gli consente di giocare come guardia. Come se non bastasse anche i fondamentali sono da migliorare. Charlotte è il posto giusto per crescere e provare a diventare una stella ma tutto dipende da lui: Top o Flop.
Il Rookie che però ha fatto impazzire gli Stati Uniti e le difese che lo hanno affrontato è Jimmer Fredette. Kevin Durant l’ha definitivo come il Miglior realizzatore del Mondo.
Fredette a Brigham Young è riuscito a segnare anche 52 punti i un solo incontro grazie al suo tiro da tre e ai suoi cambi di velocità che mandano in crisi qualsiasi difensore oltre ad avere una padronanza del piede perno di cui in pochi si possono vantare. Difensore e passatore da rivedere, poco atletico e elevazione scarsa ma occhio a Jimmer perchè al fianco di Tyreke Evans ci può fare davvero divertire, sempre che trovino l’intesa giusta.
I dubbi sulla scelta di Fredette comunque rimangono visto che a Brigham Young giocava pressoché da solo ed era il leader indiscusso del gruppo, arrivando in NBA si trova a che fare con una nuova realtà a cui dovrà adeguarsi.
Se si parla di Rookie non si può non parlare della storia dei gemelli Morris. Markieff e Marcus hanno vissuto praticamente 22 anni della loro vita sempre insieme prima di essere divisi dal draft NBA che ha portato Markieff a Phoenix mentre Marcus a Houston.
La scelta dei Suns ricorda molto da vicino quella che fecero nel 2008 con i gemelli Lopez assicurandosi le prestazioni di Robin il gemello meno forte rispetto a Brook che però venne scelto pochi minuti dopo dai New Jersey Nets.
Markieff Morris è un gran rimbalzista e un ottimo difensore, capace di fare il gioco sporco sotto le plance cosa che ha Phoenix manca. Marcus al contrario è un giocatore che fa delle doti offensive il suo pane quotidiano, il suo tiro in sospensione è stato fra i migliori nell’NCAA ma a Houston avrà un compito difficilissimo, quello di non far rimpiangere Yao-Ming.
Dopo i Morris Twins è stato scelto dai Pacers, ma dirottato a San Antonio in cambio di George Hill, un giocatore che potrebbe tranquillamente diventare il Rookie sorpresa della prossima stagione: Kwahi Leonard. L’ala piccola passata da San Diego State garantisce agli Spurs atleticità e rimbalzi, viene definito da molti il nuovo Gerald Wallace. Adesso toccherà a Coach Greg Popovich inserirlo in un gruppo già ben oliato ma ormai non più giovane.
Da tenere d’occhio un altro paio di Rookies: Kyle Singler che dopo aver infiammato per quattro lunghi anni il Cameroon Indoor Stadium conquistando anche il titolo NCAA del 2010 si è finalmente deciso a giocare con i “grandi”.
Singler porta con se una gran voglia di vincere che lo a portato a trionfare prima nel campionato liceale (finale strepitosa contro Kevin Love) e nel 2010 ha guidato i Duke Blue Devils al titolo NCAA. L’ala piccola può contare anche su ottimi fondamentali ma è carente nell’aspetto atletico. Probabilmente si adatta più allo stile di gioco europeo ma vedremo se a Detroit riuscirà a ritagliarsi uno spazio.
Ma la sorpresa più grande fra i Rookie rispetto alle aspettative potrebbe essere Josh Selby. Snobbato al primo giro del draft e scelto soltanto alla chiamata numero 49 da Memphis. Le doti sia fisiche che tecniche ci sono, da rivedere il suo carattere abbastanza bizzoso, ma ormai a Memphis sono abituati a fare i conti con giocatori del genere.
Le scommesse su chi sarà il nuovo Rookie NBA dell’anno sono aperte, le quote sono già state fornite agli scommettitori e vedono favorito Derrick Williams, seguito da Kemba Walker, Jimmer Fredette e Kyle Irving. Adesso non resta che aspettare Giugno per conoscere quale sarà il miglior esordiente della prossima stagione.
Ottimo articolo….
solo per dire che Kyle Singler, per fare anche maggiore esperienza, disputerà tutta la stagione in Spagna!
Quanto al resto, credo che se la giocheranno Williams, Irving e Knight…ed essendo io un Pistons Fan, spero che una luce torni a splendere nella Motown….
Annata un po sfigata questo soprattutto a causa del lockout che ha fatto restare alcuni giocatori al college.
Sicuramente ci sono buoni giocatori ma per vedere delle probabili all star bisogna aspettare l anno prossimo.
un solo nome è certo ;Brandon Knight era dato alla 4-5 è arrivato misteriosamente alla 8….gli vengono date le chiavi di una squadra da rifondare ma con un buon margine di salary che potrebbe portare qualche big in casa(occhio a Nene Hilario) in più è un gioatore puro non ci sono dubbi sulla sua posizione , ha punti nelle mani, quando decide di darla la sa dare e il numero di chiamata non dovrebbe portargli troppe pressioni…..Per me è lui